Con l'estate, Rai 2 ha rispolverato Enrico Brignano e Ma...diamoci del Tour! In Europa, lo show del comico romano che mixa la scoperta delle città europee con i monologhi sul palco. In giro per un tour nell'antico continente infatti, Brignano racconta anche le città che lo ospitano. Una sorta di diario di viaggio del tour, in cui Brignano ci accompagna nella Grande Place di Bruxelles, nella nuvolosa Basilea così come in un laboratorio di lecca lecca a Barcellona o, ancora, sempre nella città catalana, al museo delle storiche carrozze funebri. Nell'aprile 2024 infatti, Enrico Brignano è partito per una tournée che comprendeva diverse capitali e città europee, oltre a Londra in Uk. Nove tappe totali, a conferma della popolarità raggiunta dal comico. Così, il prolungamento naturale delle tappe italiane dello spettacolo all'estero, è diventato un prodotto televisivo. Di quello spettacolo, intitolato Diamoci Del Tu, la Rai ha infatti confezionato uno speciale in tre puntate: la prima messa in onda risale a gennaio 2025, quando si è portato a casa 900mila e qualcosa telespettatori (928.000 per la precisione, pari a uno share medio del 5,1%). Ora si replica, perché in fondo, che male può fare un Brignano in giacca a vento mentre là fuori la gente va al mare.

Nelle puntate, la parte che ha il maggior spazio è proprio quella in cui il comico si addentra nelle vie della città, accompagnato da un concittadino residente lì. tra una prova e l'altra, prima dello spettacolo, c'è tempo per conoscere il posto che lo ospita e per ricordarci sempre che, ovviamente, lui è romano.
La parte che funziona meno però, è proprio quella da Cicerone (nostro) per le città, dato che i momenti di spontaneità vengono interrotti da un Brignano in sala di regia che stoppa tutto, si volta verso i telespettatori per rompere la quarta parete e parte col commento o con la spiegazione di turno. Solitamente succede mentre il comico è insieme al suo accompagnatore: proprio quando parte la curiosità, la battuta o un attimo in cui il rapporto si rilassa, tutto si ferma. Come se pure i momenti informali, nemmeno loro, possano sfuggire al controllo, alla legge della performance perfetta. Il tutto viene poi intervallato dalle esibizioni sul palco. Si tratta di monologhi in cui Brignano fa Brignano: le unghie lunghe che vanno ora di moda e che sembrano da z*ccola (la Rai lo bippa), l'ironia spicciola sui genitori che oggi devono essere amici dei figli, i ricordi degli amici di Dragona, la vendita del motorino, l'acquisto della macchina di terza mano. Brignano è scuola Proietti, e dopo tanti anni di palco si vede più che mai: perché anche quando i temi si ripetono, quando i testi finiscono per somigliarsi, quando gli argomenti sono usurati, la presenza scenica bilancia il tutto. Per capacità di stare sul palco, di tenere la scena, Brignano è un professionista come pochi. Del pubblico di italiani all'estero, invece, non sappiamo niente: non li vediamo, non sappiamo perché sono lì, se hanno nostalgia dell'Italia. Al contrario, sarebbe stato interessante conoscerne qualcuno: come Brignano si fa ambasciatore dell'italianità fuori dai confini, loro avrebbero potuto essere contraltare.
