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Siamo stati al Castello di Elisa di Rivombrosa ad Agliè sulle tracce del conte Fabrizio Ristori. Ma com'è? Tra salotti che sanno di intrighi e giardini mal tenuti, abbiamo capito che fare un regalo alla propria parte bambina non delude mai...

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

  • foto di: ANSA

5 agosto 2025

Siamo stati al Castello di Elisa di Rivombrosa ad Agliè sulle tracce del conte Fabrizio Ristori. Ma com'è? Tra salotti che sanno di intrighi e giardini mal tenuti, abbiamo capito che fare un regalo alla propria parte bambina non delude mai...
C’è un castello che non si chiama Rivombrosa, ma che lo sarà per sempre. Un luogo per anni visto solo in tv, ma sognato a lungo, e poi raggiunto davvero. Siamo stati al Castello ducale di Agliè tra stanze che sussurrano segreti e giardini meno perfetti del ricordo romanzato della fiction targata Mediaset dei primi anni duemila. Non solo nostalgia, ma un vero ritorno a sé. Un regalo fatto alla nostra parte ancora bambina, quella che al romanticismo da sceneggiato ci credeva sul serio. Perché certe emozioni, se le custodisci, ti aspettano. Anche da adulti...

foto di: ANSA

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

C’è un posto che ho sognato a lungo prima ancora di sapere dove si trovasse. Un luogo visto decine di volte, sempre e solo attraverso uno schermo, ma che sentivo di conoscere quasi come casa. E non era un sogno qualunque: era il mio sogno di bambina. E come tutti i sogni dell’infanzia, ci ho messo un po’ per realizzarlo. Finchè un giorno sono salita su un treno diretto a Torino, ma la destinazione vera era un’altra: Agliè. Dove si trova un castello ducale, che nella mia testa ho immaginato tante, tantissime volte, ma che non ho mai chiamato così, ma solo e soltanto Rivombrosa. Perché se sei cresciuta innamorata del Conte Fabrizio Ristori, il Castello di Agliè non è solo un luogo storico: è un’emozione sospesa nel tempo, che mi ha regalato un impatto emotivo fortissimo alla sola vista della facciata. Perché vederlo con i propri occhi è diverso, è tutta un'altra cosa, è come trovarsi davanti a un ricordo che improvvisamente prende forma. Imponente, elegante, solenne. Le stesse finestre, le stesse scalinate, la stessa pietra. Le stesse emozioni.

Rivombrosa
Il Castello ducale di Agliè, set della fiction Elisa di Rivombrosa

Salire i gradini dell’ingresso principale, quelli che nella fiction fanno da sfondo a così tante scene, è come entrare in una fotografia che conosci a memoria. E a un certo punto quasi ti aspetti davvero di vederlo, lui, il Conte Fabrizio Ristori, salire di corsa, voltarsi, e urlare: “Io amo Elisa!” Quella scena non se n’è mai andata. Ed era lì, davanti a me. In un posto che mai avevo mai visto, ma che al tempo stesso ti regala la sensazione di esserci stata infinite volte. Il Castello ducale di Agliè, in provincia di Torino, è un gioiello barocco risalente al Seicento, appartenuto ai Savoia e oggi patrimonio del FAI. Si entra dal piano di rappresentanza, tra saloni dai soffitti alti che sembrano sussurrare intrighi, fughe notturne e lettere rubate. I salotti pieni di segreti e di fiori freschi. Ogni stanza è un déjà-vu. Un continuo pensare "qui è successo questo", e gli occhi tornano a guardare con l'aria sognante di un'età che ormai è scivolata via. La magia sta tutta qui.

Rivombrosa
La scalinata simbolo della scena iconica in cui Fabrizio dichiara a Elisa il suo amore

Nel percorso di visita ci sono anche le cucine storiche. Tre, bellissime, enormi e affascinanti nella loro austerità. Sembra quasi di sentire Martino che urla “Elisaaaa!” da qualche angolo buio. Ma stavolta nessuno risponde, nessun bambino che corre perchè non vuole farsi tagliare i capelli. È solo fantasia mista a suggestione, e vale anche di più. I giardini, invece, sono l’unico dettaglio che stona. Non sono proprio mal tenuti, ma nemmeno così curati. Mancano le rose rampicanti e le siepi scolpite. Insomma, il romanticismo da sceneggiato. Ma forse è giusto così: i luoghi restano, le storie passano. Ed è proprio camminando nei giardini che mi rendo conto di non essere andata fin lì “solo” per Elisa. O per Fabrizio. Ma per quella parte di me che ci credeva e ci crede ancora. Che vedendo una fiction in costume si emozionava fin dentro alle ossa. Ecco, ho voluto fare un regalo proprio a lei. Alla me bambina. Quella che imparava a memoria tutte le battute e sognava che l’amore, quello vero, fosse fatto di sguardi intensi e lettere scritte a mano. Quella che non aveva mai visto il castello, ma lo conosceva meglio della propria casa.

Rivombrosa
I giardini del castello, lontani dai fasti mostrati dalla fiction

Ho ripensato a tutte le volte in cui davanti alla tv, mi dicevo: “Un giorno ci andrai anche tu”. Ed ora che ci sono andata davvero, so che non era solo un “sogno stupido” legato a una fiction vista per la prima volta più di vent'anni fa, ma qualcosa di più profondo. Era la voglia di credere che certi luoghi e certe emozioni non svaniscono mai davvero. Che possiamo tornarci, anche da adulti. E soprattutto: che fare un regalo alla propria parte bambina è un atto d’amore che non delude mai. Alla fine, il Castello di Agliè è sempre stato lì. Era solo la me adulta che doveva decidere di andarci. E quando sono scesa da quelle scale, le stesse dove Fabrizio aveva urlato tutto il suo amore, l’ho fatto con un nodo in gola. Ma anche con la consapevolezza dolce e malinconica di chi sa che quello che ci fa battere il cuore da piccoli, se lo trattiamo con cura, può accompagnarci per sempre.

Rivombrosa
Vittoria Puccini nel ruolo di Elisa di Rivombrosa al Castello di Agliè
https://mowmag.com/?nl=1

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di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

foto di:

ANSA

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