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A Casa Tutti Bene 2 è Muccino sotto anfetamine

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

4 maggio 2023

A Casa Tutti Bene 2 è Muccino sotto anfetamine
Iperbolicamente nevrotica e strillata, trasuda situazioni e dinamiche paradossali. La seconda stagione di A Casa Tutti Bene, diretta da Gabriele Muccino per Sky, sembra una parodia di tutti i film del regista romano messi insieme: ogni cosa è portata all'estremo. Non è detto, però, che questo sia un difetto. Per esempio, funziona perfettamente come antistress...

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

A Casa Tutti bene. Ma nemmeno troppo. La seconda stagione della serie diretta da Gabriele Muccino approda su Sky da venerdì 5 maggio con otto nuovi episodi. I drammi famigliari a tinte crime delle famiglie Ristuccia e Mariani, dunque, proseguono raggiungendo picchi di isteria che solo la scala Mercalli potrebbe quantificare. Se già nella prima, l'assenza di Lexotan negli armadietti dei personaggi si faceva sentire, ora il regista romano (che ne è anche co-sceneggiatore), divelle il freno a mano in corsa e regala al pubblico una storia fatta di urla, schiamazzi e disturbo della pubblica quiete. Con una recitazione evidentemente commissionata à-la Let's Get Loud di Jennifer Lopez, le prime sei puntate che MOW ha potuto vedere in anteprima ci hanno lasciato un forte mal di testa. Ma, fatto salvo tale effetto collaterale, A Casa Tutti Bene 2 è anche un'esperienza liberatoria, quasi catartica. Ogni piccola frustrazione quotidiana che lasciamo rimanere taciuta, qui esplode in modo iperbolico, dalle parti del sublime. Più un insieme di cori da stadio che un vero e proprio copione, la serie è una bomba a orologeria. Che esplode ogni secondo. Se amate Muccino, sarà la vostra tazza di tè. Ai barbiturici. 

Il primo capitolo della saga, si era aggiudacato un Nastro d'Argento come Miglior Serie Italiana nel 2022. Ed era piaciuto parecchio anche a MOW. Il cliffhanger finale dell'utlimo episodio vedeva un drammatico incidente stradale dopo lo svelamento di un terribile e criminoso segreto di famiglia, tenuto nascosto per decenni. Non saremo più specifici di così, ma l'attesa di scoprire conseguenze potenzialmente deflagranti e possibili ricatti fra parenti serpenti si era presto trasformata in aspettative. Altissime aspettative al "sapore di male". La seconda stagione non le disattende, anzi, fa di tutto per superarle. E, in parte, ci riesce pure. Laura Morante che grida nel trailer: "Non posso finire in galera, c'ho già tre figli che mi odiano!" detta la linea nevroticamente emotiva dell'intero progetto. Preparate i pop corn, più che i fazzoletti. Assisterete a un pirotecnico spettacolo di nervi sconquassati. 

A farne le spese, forse, è la trama. Oggettivamente, almeno fino alla sesta puntata, succedono un po' meno fatti e fattacci ai nostri protagonisti. Protagonisti che diventano caricaturali, come fossero in un cartone animato. Devono per forza gridare ogni battuta, anche il più banale "Come stai?". Eccessivo, esagerato, su Marte rispetto alle righe, A Casa Tutti Bene 2 in questo senso è uno spasso di parossismo. Ci sono, ovviamente, gli intrighi, le corna e soprattutto le grandi litigate a due per gli intrighi e le corna. Tutto l'alfabeto di Gabriele Muccino, insomma. Però, in caps lock. E assolutamente Bold.  

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Più che ai Nastri d'Argento, questo secondo capitolo sembra voler puntare alla Corrida. Ma va benissimo così. Non avremo uno storico ristorante extra-lusso con vista sul Gianicolo da gestire a conduzione famigliare, ma di scazzi e frustrazioni ognuno di noi ne sa quanto basta per poter apprezzare la serie. Come ben dimostrato nella prima stagione, anche i ricchi strillano e maledicono il giorno in cui gli è nato (almeno) un parente. Tutto sommato, è confortante. E lo stesso vale per il divieto di "bisbigliese", lingua da sempre tanto cara all'italica fiction che, anche per questo motivo, ha spesso effetti non dissimili dal bromuro. 

A Casa Tutti 2 tiene ben svegli, invece. Schiamazza, divide, alza il dito medio e mostra come la famiglia sia, nei fatti, un Paese fondato sull'invidia e sull'odio. Idem il matrimonio. Ben lontana dagli stereotipi seriali all'italiana tutti buoni sentimenti e cordialità sparse, questa seconda stagione è una boccata d'aria tossica e marcia che, almeno per la durata della visione, ci libera dalle imposizioni di quella gabbia che il buonsenso chiamarebbe quieto vivere. Muccino, stavolta, ha messo tutta la sua nevrotica poetica sentimenale sotto anfetamine. E quindi volemose male. Finalmente. 

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