Non è frequente che mio padre mi citi notizie di attualità, ancora meno che mi parli di cose che non conosco. Eppure, più di un mese fa è successo. Stava mettendo a posto delle cose sul tavolo in tinello e mi ha chiesto: "Ma hai visto di quella ragazza detenuta in Ungheria? È in carcere da un anno, in condizioni disumane, per un'accusa che manco sarà vera. Povera figlia, poveri genitori". Non sapevo niente, mi sono fatto raccontare, e poi in treno ho approfondito. Ci sono state le vacanze di Natale, i panettoni, le cene e le feste e poi lo scorso venerdì ecco che esce Internazionale, con una storia di copertina di Zerocalcare. Su Ilaria. Perché quella ragazza si chiama così. Ilaria Salis. Bravo, bravo, bravo Zerocalcare. Racconta la storia come nessuno ha fatto. E la storia è questa: l'11 febbraio 2023, come tutti gli anni, a Budapest viene celebrato il giorno dell'onore, il giorno cioè in cui, nel 1945, dei soldati nazisti tentarono, non riuscendoci, di rompere l'assedio dell'armata rossa. In quella data vari gruppi nazisti di tutta Europa si ritrovano lì e sempre quella stessa sera Ilaria e Tobi vengono tirati giù da un taxi e arrestati. L'accusa? Essere i responsabili di un’aggressione a due neonazisti poi dimessi dall'ospedale con prognosi di 5 e 8 giorni. Passo indietro: Ilaria Salis, 39 anni, è un'anarchica antifascista di Monza, Tobi invece è tedesco. E dopo l'arresto sono stati rinchiusi in un carcere di massima sicurezza, in isolamento. Ilaria protesta (scrivendo lettere ai suoi parenti) condizioni disumane: cimici nel letto, soprusi, topi in cella, in un Paese già denunciato per violazione dei diritti fondamentali e per maltrattamenti. L'unica volta che è stata portata davanti a un giudice aveva mani e piedi ammanettati e come paio di scarpe le avevano dato un ridicolo paio di stivali col tacco alto. In una lingua che non conosce le è stato proposto un patteggiamento a 11 anni. Ha rifiutato. E adesso di anni ne rischia 24. Il processo comincia il 29 gennaio.
Ora, come succede a Zerocalcare anche io sento già alcune voci: ma non poteva restare a casa? Ma cosa ci va a fare a picchiare i nazisti? Innanzitutto, non ci sono prove e se ci sono la giustizia ungherese non le ha tirate fuori. E poi: 24 anni per 5 e 8 giorni di prognosi, vi pare equo? Sul destino di Ilaria incombono due aggravanti, totalmente assurde: la prima è che l'aggressione, sostiene l'accusa, avrebbe potuto attentare alla vita dei due nazisti. Ma pare una cosa alquanto bizzarra se poi le prognosi sono così lievi. La seconda è che Ilaria avrebbe compiuto il reato per nome e conto di un'associazione criminale che si chiamerebbe Hammerband, banda del martello, che di fatto però non esiste: è un'invenzione giornalistica per chiamare delle persone che fino a cinque anni fa, in Germania, andavano in giro a fare attacchi contro gruppi neonazisti. Queste due aggravanti bastano per garantire alla povera Ilaria pene più severe, divieto di accesso alla libertà condizionale e l'obbligo di scontare la pena in regime di carcere duro. Povera Ilaria sì, perché mentre scrivo questo articolo sto prendendo in giro mio figlio che non vuole lavare i piatti e non riesco a non soffermarmi sul carattere umano e familiare di questa vicenda, esattamente come ha fatto mio padre. Tu sei un genitore e sei divelto dentro perché sai che quello che sta passando tua figlia è disumanamente sproporzionato rispetto al danno causato, se danno c'è effettivamente stato. Sai perfettamente che tua figlia sarà devastata da un anno di carcere dove non puoi che sentirti come se tu fossi in fondo al pozzo, come ha intitolato il suo fumetto Zerocalcare, perché in questo lunghissimo anno la tua voce non è arrivata a nessuno. E perché sai che c'è qualcosa di più grande di te. Di voi. Ovvero le relazioni internazionali. Da casi simili ci siamo già passati: Giulio Regeni (finito male) e Patrick Zaki (finito bene) con l'Egitto, adesso Ilaria. Bene, con l'Ungheria i rapporti tra il nostro governo e quello di Orban dovrebbero essere buoni. Meloni e il premier ungherese si incontrano spesso, l'ultima il 14 dicembre. Sono entrambi di destra. Perché non viene concessa l'estradizione? Come mai il nostro ministro della giustizia Carlo Nordio evita che un prete, don Franco Riverberi, torni in Argentina dove è accusato di crimini contro l'umanità, e non si espone per far rientrare Ilaria? Orban è noto per le sue politiche anti-migratorie, al limite (al limite?) del razzismo: ecco, se il governo Meloni non interviene con durezza, l'accusa sarà quella di appoggiarlo e di favorire di conseguenza i neonazisti. Perché vogliono rischiare questo? Perché Meloni dopo i vari meeting avuti con Orban non ha mai speso una parola su Ilaria? Non è che il motivo è ideologico? E come al solito, dove sono le opposizioni? Perché su Acca Larenzia sono così infervorate e qui non si fanno sentire? Forse da ora in poi qualcosa succederà. Forse.
Infine, veniamo alla domanda: Ilaria non poteva restare a casa? Come dice Zerocalcare ognuno fa ciò che vuole e protesta come può, scrivendo un post, scendendo in piazza, o in qualsiasi altro modo la legge lo consenta. Se Ilaria ha sbagliato è giusto che paghi ma è comunque giusto che subisca un processo corretto (qui al massimo rischia 4 anni) e in un contesto non di privazioni fisiche e psicologiche. Ilaria poteva starsene a casa, certo, ma ricordo che stare a casa significa rassegnarsi, disertare, e menomale che c'è chi di volta in volta sceglie di non farlo. Menomale che c'è chi, in passato, ha scelto di non restarci. E di uscire e di combattere. Di quei ragazzi, tutti noi, ne siamo figli diretti e se oggi possiamo starcene comodamente sul divano o a goderci le feste dimenticando quello che sta succedendo a Ilaria come ho fatto io (che dopo che mi ero studiato il caso poi l'ho messo da parte) lo dobbiamo a loro. Per questo motivo la questione umana e quella giudiziaria non possono essere scisse. E per questo stesso motivo non possiamo non sottolineare che c'è una parte giusta dove stare e una sbagliata e di sicuro quella giusta non è quella dove ci sono dei nazisti che fanno il braccio teso e sostengono la purezza di una razza rispetto a un'altra. Questo deve essere ben chiaro. E imprescindibile.