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Oddio, il video per far votare i giovani alle elezioni europee fa venir voglia di mandare affan**** l'Europa

  • di Alessio Mannino Alessio Mannino

13 maggio 2024

Oddio, il video per far votare i giovani alle elezioni europee fa venir voglia di mandare affan**** l'Europa
Il parlamento europeo ha commissionato un video istituzionale per invitare i giovani a votare alle elezioni dell’Unione del 6-9 giugno. Troppo lungo per essere uno spot e troppo breve come mini-documentario, dal punto di vista comunicativo è di una banalità sconcertante: vorrebbe commuovere con il tono melenso, ma si riduce a un ammasso di flash scombinati

di Alessio Mannino Alessio Mannino

Quattro minuti e mezzo di sofferenze dell’Europa. E di sofferenza nostra. L’Europarlamento ha lanciato un video di interminabile banalità che dovrebbe invogliare i giovani a sgambettare al seggio per le europee. Ma sembra fatto apposta per fargliela passare, la voglia. Ormai i pubblicitari non si sforzano più: tono lacrimoso e retorica facile, e il bonifico è assicurato. E dire che la “mission”, come dicono gli analfabeti di ritorno, sarebbe di una certa gravità: questo giro si prevede un astensionismo livello diserzione di massa. Ma niente, dalla montagna di Bruxelles, quelli del CCC (Comitato Centrale Cervelli), più di un topolino non hanno saputo partorire.

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Il plot è basico: sette nonni e i loro nipoti, faccia a faccia in uno studio fotografico, in una sequenza di testimonianze di quando brutte cose accadevano nel Vecchio Continente. “Sai”, dice una deliziosa vecchietta francese, “non dovrei essere qui, oggi. Sarei dovuta morire, il 17 giugno 1940”. E subito sale la tristezza. Un’altra racconta: “Il 21 mi telefonarono dicendomi che l’esercito ci aveva occupati. Fu uno shock”. E si vede lei, in un filmato d’epoca, che dichiara “speriamo di riavere la nostra democrazia”. Poi un’altra: “A Timișoara tanti furono fucilati davanti alla cattedrale”. Un ragazzo non ci avrà capito nulla: perché la prima doveva morire? E l’esercito invasore qual era? A Timișoara, quand’è che fucilavano la gente? Immagini, date, riferimenti alla rinfusa. A un certo punto un altro nonno cita Auschwitz, e perlomeno lì l’obbligato richiamo allo sterminio nazista è chiaro.

Un assemblaggio né spot né documentario non ha l’impatto dello spot né l’istruttività del documentario. Si capisce che ai committenti di Strasburgo interessava il messaggio nudo e indietro di cottura: “Non si deve mai dare per scontata la democrazia”, sillaba un bel nonnetto italiano. Anzi, “bisogna stare vigili e lottare”. Alla fine, commossi, i nipoti promettono: “Spetta a me, spetta alla nostra generazione”. Ma cosa, di preciso? Il claim è minaccioso e, dato l’ornamentale ruolo dell’europarlamento, ipocrita: “Usa il tuo voto, o gli altri decideranno per te”.
Spiacenti, euro-imbonitori: il quorum non lo fate battere (anche perché non c’è, nell’elezione dei 705 deputati europei). E non batte perché, anziché parlare del presente e proiettarsi al futuro, si funeralizza il passato. Sta’ a vedere che questa pappa del cuore farà venir voglia a qualche ragazzaccio di uscire, sì, ma non di casa: dall’Europa. Con democraticissimo referendum. Brexit insegna.

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