Pochi giorni fa il terzo abbattimento di un oggetto non identificato, probabilmente un altro “pallone-spia”, nell’arco di una settimana. Oggi il quarto, fra Michigan e Canada, sul lago Huron. Il primo, l’unico dirigibile accertato, era cinese, ed era riuscito a volare sopra il suolo americano per finire abbattuto in mare davanti alla East Coast. Il secondo, più piccolo e di ignota origine, è stato buttato giù al largo dell’Alaska. L’11 febbraio era stata la volta di un terzo “non identificato” nei cieli del Canada, messo a terra da un aereo statunitense nelle coste della Carolina del Sud su ordine diretto del capo del governo canadese, Justin Trudeau.
I palloni-sonda, o spia, sono allo studio dei laboratori dell’Fbi e delle forze militari di Washington. In un comunicato della Casa Bianca riferito al colloquio fra il presidente Joe Biden e il premier canadese Trudeau, si sottolinea l’“importanza di recuperare” i detriti “in modo da avere più dettagli e capire quale sia l’origine”. Allo stato attuale, l’unica certezza è che il primo pallone aerostatico proviene dalla Cina, che lo ha descritto come un’attrezzatura usata “a scopi metereologici” banalmente finita fuori rotta, viaggiando per altro all’insaputa del presidente Xi Jinping. Un modo per chiudere sul nascere quello che è diventato invece un vero caso diplomatico e geopolitico internazionale.
Secondo quanto è trapelato in questi giorni, del pallone cinese l’Fbi avrebbe recuperato il cablaggio, il tettuccio e alcuni componenti elettronici del velivolo, nonché dei pannelli solari di alimentazione e, sempre stando alle fonti Usa, dei sensori, i quali ne dimostrerebbero la funzione di spionaggio. Anche il tragitto farebbe pensare a una “attività di intelligence”, visto che il volo è giunto, via Canada, fino in Montana, sopra un sito militare dove si trovano missili nucleari e il bombardiere subsonico con tecnologia stealth B-2. Gli Stati Uniti sostengono che la Cina avrebbe fatto sciamare i palloni-spia in 40 Paesi nei cinque continenti. Per ora, tuttavia, non risulta nulla di ufficiale. Dal canto suo, la Cina oggi risponde che le risultano 10 casi di invasioni dello spazio aereo cinese da parte di palloni ad alta quota statunitensi. "La prima cosa che gli Stati Uniti dovrebbero fare è riflettere su se stessi e cambiare rotta, piuttosto che calunniare, screditare o incitare allo scontro", ha dichiarato la portavice del ministero degli esteri di Pechino. Wang Wenbing.