Timore globale per un attacco iraniano ad Israele dopo il raid israeliano che ha distrutto una palazzina del consolato iraniano a Damasco e ha ucciso il generale Mohammad Reza Zahedi e altri ufficiali persiani. La tensione è sempre più alta. Fonti dell’intelligence Usa parlano di un’azione di guerra imminente da parte dell'Iran. L’attacco su Israele potrebbe includere più di 100 droni e decine di missili indirizzati a obiettivi militari all’interno del territorio dello stato ebraico. L'esercito Usa ha fatto sapere che è pronto ad aiutare Israele, oltre che a proteggere le proprie unità militari nella zona. Il presidente Usa Joe Biden ha rivolto un appello all'Iran a non attaccare. Il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi ha fatto sapere: «siamo fortemente preparati in attacco e difesa contro qualsiasi minaccia. Siamo in guerra e da circa 6 mesi siamo a un elevato livello di preparazione».
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha parlato al telefono con l’omologo iraniano Hossein Amir-Ambdollahian.
Missili e droni iraniani avranno come obiettivi prioritari basi militari, centri di comando e controllo, ma potrebbero colpire anche le unità della 162ª e della brigata Nahal che combattono a Gaza, per dimostrare l'appoggio diretto ai palestinesi.
Aggiunge l'inviato Fausto Biloslavo su il Giornale, che "L'Iran ha a disposizione almeno nove tipologie di missili balistici, capaci di colpire Israele distante oltre mille chilometri in linea d'aria. Gli sciami di droni kamikaze sono in grado di decollare anche dalla confinante Siria, possibile trampolino della rappresaglia. Davanti alle contese alture del Golan, in mano agli israeliani, sono schierati da tempo i consiglieri militari dei Pasdaran, che potrebbero avere già ricevuto rinforzi. Attacchi via terra o infiltrazioni di commando suicidi, in contemporanea con il lancio di missili e droni, non sono esclusi anche dal Libano, nella zona delle fattorie contese di Sheba. Il fronte nord è già stato aperto da Hezbollah, i più forti pretoriani di Teheran, che però stanno bene attenti a non coinvolgere tutto il paese nello scontro con Israele. Pure gli Houti dallo Yemen daranno man forte, ma il vero rischio è che esploda la Cisgiordania con attacchi a chiazza di leopardo, dove Hamas è sempre più forte e la divisione 4000 dei Pasdaran sta contrabbandando da mesi armi di tutti i generi”.
La prima linea delle difese israeliane è composta da tre sistemi anti missili e droni: la cosiddetta "Cupola d'acciaio", che garantisce protezione ravvicinata contro i razzi con qualche decina di chilometri di gittata, la "Fionda di Davide" in grado di abbattere droni e missili di crociera a 150 chilometri, e soprattutto il nuovo sistema Arrow, montato anche sulle navi, che intercetta i missili balistici più veloci a grande distanza e altitudine.
Secondo fonti internazionali sarebbe arrivato in Israele il generale Michael Erik Kurilla di Centcom, il comando strategico Usa. L'invio di rinforzi dimostra che gli assetti navali americani o nelle basi a terra in Iraq ed in Siria al confine giordano potrebbero venire coinvolti nello scontro.