Il Vaticano ha annunciato che Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dal 14 febbraio scorso, sarà dimesso domenica 23 marzo, e farà ritorno alla sua residenza presso Casa Santa Marta.
Il Pontefice, 88 anni, era stato ricoverato per una grave infezione respiratoria, diagnosticata come broncopolmonite bilaterale. Durante il periodo di degenza, ha affrontato due episodi critici che hanno messo a rischio la sua vita; tuttavia, è sempre rimasto vigile e non è mai stato intubato.
Le condizioni cliniche di Papa Francesco sono stabili da almeno due settimane, permettendo così la pianificazione delle dimissioni. I medici hanno prescritto un periodo di convalescenza di almeno due mesi, durante il quale il Papa dovrà osservare riposo e continuare le terapie farmacologiche.
Nonostante le difficoltà affrontate, il Pontefice ha manifestato la volontà di affacciarsi dalla finestra del Policlinico Gemelli per impartire una benedizione al termine dell'Angelus di domani, segnando così la sua prima apparizione pubblica dopo oltre un mese di assenza.
Le voci riguardanti una possibile rinuncia al pontificato sono state smentite da fonti vicine al Papa. Il cardinale Víctor Manuel Fernández, amico personale e Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha dichiarato che Francesco non ha intenzione di dimettersi e che, una volta ristabilito, inaugurerà una nuova fase del suo pontificato, ricca di sorprese.

La comunità internazionale e i fedeli di tutto il mondo hanno seguito con apprensione l'evolversi delle condizioni di salute del Santo Padre, esprimendo vicinanza e affetto attraverso preghiere e messaggi di sostegno. Il ritorno di Papa Francesco a Casa Santa Marta rappresenta un segnale positivo e incoraggiante per la Chiesa cattolica e per tutti coloro che hanno a cuore il suo ministero.
Emerge tuttavia un'ombra di incertezza sulle reali condizioni del Pontefice. Secondo quanto riportato da fonti vicine al Vaticano, Papa Francesco potrebbe dover affrontare un lungo percorso di riabilitazione per recuperare completamente la voce. Sempre il cardinale Víctor Manuel Fernández ha infatti suggerito che il Santo Padre "quasi dovrà imparare di nuovo a parlare", a causa delle complicazioni respiratorie che hanno colpito le sue corde vocali. Questo potrebbe influenzare il suo modo di comunicare con i fedeli nei prossimi mesi, costringendolo a ridurre gli interventi pubblici e ad adottare nuove modalità per diffondere il suo messaggio pastorale.

Sulle colonne del Corriere della Sera, è invece Aldo Cazzullo a rispondere a chi si è chiesto se fosse opportuno mostrare il Papa così fragile. Una lettrice scrive: “Ho visto la foto del Pontefice e ho pensato: povero Papa, per quale motivo mostrarlo così? Ci vuole un po’ di compassione, è sofferente”. Ma Cazzullo non è d’accordo. “In quella foto molti di noi hanno riconosciuto un nonno, un padre, una persona cara di fronte alla prova, come l’ha definita Francesco. Qualcuno ha pensato anche a un modo di smentire le voci assurde secondo cui il Papa sarebbe morto”. E ribadisce: “Francesco, oltre che molto amato, è anche molto odiato. O forse il protagonismo e il narcisismo ormai soffiano ovunque, e c’è sempre qualcuno che vuol essere il primo ad averlo detto, a costo di dire una cosa non vera”.
Poi alcune considerazioni: “La prima: al Gemelli hanno salvato la vita a Francesco e che sia stato salvato in un ospedale italiano è poi motivo di orgoglio per chi ancora ama il nostro Paese, paga le tasse, versa alla Cei l’8 per mille sapendo che è in buone mani. La seconda: com’è possibile che il Papa non sia stato protetto? Che non sia stato fermato in tempo? Che non ci si sia accorti della serietà della sua malattia, della gravità delle sue condizioni?”. Infine, si chiede fino a quando Francesco potrà e vorrà fare il Papa? Ovviamente non potrà più esporsi e viaggiare come prima. Si apre una fase difficile, che può dare anche frutti preziosi ma espone la Chiesa e i fedeli a molte incognite”.
Intanto la sala stampa della Santa Sede fa sapere che Francesco ha intenzione di affacciarsi dal Policlinico Agostino Gemelli di Roma per un saluto e una benedizione al termine dell'Angelus di domani che verrà distribuito in forma scritta come nelle scorse settimane.