Da quanto abbiamo capito, vedendo Antonella Clerici dalla belvosa Fagnani ingioiellata, alla cuoca che sa di sugo (che sarebbe un complimento e non capiamo perché Ligabue si sia scusato) piace il salame, piace la salsiccia, ma schifa la zucchina, la melanzana, il cetriolone. Come la storica laureanda che alla domanda del professore sulle caratteristiche dell’organo sessuale maschile rispose: “E’ un osso, il mio fidanzato mi dice sempre: spolpati quest’osso”, allo stesso modo alla Clerici piace il carnivoro. Daniela Martani (a me fanno paura sia le vegane sia le donne che vogliono il maschio “predatore” che uccide i cinghiali a testate), vegana, le risponde: “Hai mai provato un vegano?”.
Ritengo che una erezione sia una complicità tra due persone, non una questione alimentare
Io, con tutto il rispetto e il politically correct possibile, sentendomi molto in colpa in quanto maschio, alzerei la mano timida ove fosse possibile manifestare una obiezione: “Dovete dirci voi donne cosa dobbiamo mangiare per essere performanti a letto?”. Io, davvero, con tutto il rispetto possibile, credo che l’orribile patriarcato abbia costretto la donna ad acrobazie sessuali. Ma adesso ci troviamo di fronte a donne che vorrebbero prescriverci una dieta. La cosa mi inquieta.
In questo ragionamento il sesso non avrebbe nulla a che vedere con la “coppia” ma sarebbe una questione alimentare. Non so, ma se devo testimoniare le mie esperienze, anche se mi fate una flebo di sangue di lupo mannaro se una donna non mi eccita non mi eccita. La Clerici mi sembra – ma è una opinione – che consideri l’erezione un fatto alimentare. Un po’ da belve. Anni fa mi chiesero un testo sullo stupro, pagavano bene, ma non riuscìi a scriverlo: ancora oggi non capisco come sia possibile una erezione senza il contraltare del desiderio femminile.
Ecco: l’erezione, oltre che a essere il sentimento più sincero, è uno specchio in cui il desiderio specchiandosi nell’altro e in se stesso si amplifica. Se ne facciamo una questione alimentare finiamo per pensare all’erezione come a un movimento irriflesso, senza senso, senza significato, e – seguendo il ragionamento della Clerici – l’eiaculazione non sarebbe diversa dalla defecazione.
Io sono un vecchio arnese che ancora ragiona secondo categorie superate e vecchie, ma ritengo che una erezione sia una complicità tra due persone, non una questione alimentare. Una erezione dovuta al cibo cosa ha a che vedere col sesso? Col desiderio? L’erezione alimentare mi sembra un’erezione adolescenziale. Adesso: che la Clerici voglia rappresentarsi come una “milf” o una “mature” ne ha – ovviamente – tutto il diritto. In un’epoca in cui il “toy boy” ha un suo posto nel teatro sociale potrebbe anche essere giusto, o almeno non condannabile – o moralizzabile – il desiderio di un uomo il cui desiderio derivi dalla dieta. Eppure quanto ci piacerebbe vedere la verità: una donna che chiede un salame mentre l’uomo affetta una zucchina.
Potremmo divagare sulla “borra” e sulle sue proprietà nutritive, o aprire un dibattito sulla possibilità di deglutire la “borra” da parte delle vegane. Ma sono questioni di lana caprina. Che una donna, in qualche maniera, obblighi un uomo a un tipo di dieta – non posso farci niente – mi richiama alla mente gli orribili tempi in cui l’uomo pretendeva dalla donna l’indossare il bustino che le facesse i fianchi stretti. Mi sembra che si stia esagerando: il patriarcato si è riversato nella donna – quantomeno nella Clerici – e allo stesso modo in cui il patriarca impediva, a tavola, di alzarsi fino a quando il patriarca stesso non avesse finito il suo pasto, allo stesso modo, la Clerici, mi sembra che imponga: se vuoi fare sesso spolpati quella coda alla vaccinara. Che sa un po’ di imposizione. Certo, la notizia che la Clerici voglia predatori animaleschi nudi e crudi è una carina e leggera notizia di cronaca. Ma dietro c’è una cultura dell’erezione irriflessa e alimentare che è un obbrobrio. W la julienne di zucchine.