Questa sera, lunedì 27 ottobre 2025, debutta su Sky e NOW la serie It: Welcome to Derry, un prequel dell’iconico horror di Stephen King, It. E noi ci stiamo leccando le orecchie dalla libidine. Alla faccia dei due pallosi cattolici che vedono in Halloween chissà che, noi intagliamo zucche, accendiamo fuochi, spolveriamo i plaid, prepariamo i corn flakes, indossiamo le nostre camicie di flanella a quadri ed entriamo nella provincia profonda americana, fatta di pick-up e di adolescenza avventurosa. Torna Pennywise — stavolta interpretato da Bill Skarsgård — e non vediamo l’ora di immergerci nell’origine del Clown, a Derry, la cittadina più quadrettosa di flanella di tutte, la cittadina più biciclettosa di sempre, dove le torce non mancano mai, né i fumetti e i romanzetti horror. Noi siamo nerd originali, e gli anni ‘60 (Welcome to Derry è ambientato nel 1962) per noi fantascientifici horrorifici non sono altro che i progenitori degli ‘80. Il “Re” ha detto “ok”: dopo avere visto la serie, stasera si vola.
Ambientata 27 anni prima degli eventi narrati nei film del 2017 e 2019, la serie esplora le cicliche manifestazioni del male nella città di Derry. Il primo episodio, intitolato “Pilot”, ha già suscitato entusiasmo tra i fan per la sua atmosfera cupa e i rimandi all’universo narrativo di King, che si sta trasformando in un vero e proprio “King Cinematic Universe”. Il trailer della serie include riferimenti a opere come Shining e Shawshank Redemption, con apparizioni di personaggi come Dick Hallorann e un giovane Pennywise, e chi non coglie i rimandi, poveri e sfortunati loro, il loro hot dog ce lo mangiamo noi. È un autunno da sogno da incubo quello che ci attende: il 6 novembre uscirà in Italia il film tratto da La Lunga Marcia, tratto dal romanzo di Richard Bachman, quando Stephen King era così meraviglioso da regalarci anche romanzi sotto pseudonimo. E Running Man non è nient’altro che King applicato ai reality. Perché sì, Squid Game è stato un caso, ma anche sotto le serie coreane c’è lui, il Re, che i meccanismi folli dei reality show li aveva intuito ben prima, anche di Hunger Games.
Certo, ma che due palle gli episodi rilasciati settimanalmente. Ma in questo caso facciamo un’eccezione e approviamo. Non è male rinnovare ogni settimana il rito del “non rompete, stasera devo vedere Welcome to Derry, stasera sono un nerd davanti alla TV, stasera la contemporaneità non mi tocca. O mi tocca tantissimo: al punto da sapere che il mondo stesso è diventato un “King Cinematic Universe”, da Gaza all’Ucraina, da Trump che pensa ai campi da golf sulla macerie, a Zelensky che pippa (è una leggenda metropolitana, certo, ma noi nerd ci nutriamo di leggende metropolitane) e quando Zelensky comparve con la moglie su Vogue, siamo stati in tanti a dirlo: “Eccolo un bel cattivone alla King strafatto di coca che si mette in posa su Vogue sulla marea di cadaveri”. Perché l’horror, cari miei, è la cifra del nostro tempo. E mentre il cinema e la letteratura italiana si attardano nel romanzo borghese come se il “mondo” non mostrasse i suoi artigli, noi nerd siamo qui, davanti alla tele, aspettando che Stephen King ci dica come va il mondo. Il mondo visto dalla Provincia profonda. L’unico vero punto di vista possibile. Il resto è solo influencer e cazzate da Google Trend. Buon Halloween anticipato, nerd del nostro cuoricino.