L’indagine attorno all’omicidio di Chiara Poggi continuano, e il cerchio sembra stringersi sempre di più. La nuova inchiesta che sta portando avanti la Procura di Pavia potrebbe seriamente ribaltare la sentenza che ha Alberto Stasi per il delitto della fidanzata , uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco nella mattinata del 13 agosto 2007. Stando a quanto riportato dal giornalista Luca Fazzo su Il Giornale, questo cambiamento di rotta non sarebbe più così tanto ipotetico. Tutto graviterebbe attorno alla dinamica dell’aggressione, infatti, secondo la nuova ricostruzione, Stasi non sarebbe più collocabile sulla scenda del crimine. Motivo? Un alibi che "lo colloca lontano da via Pascoli nei momenti in cui si consumava il delitto". Attualmente sono in corso nuove e importanti esami, come le analisi antropometriche svolte dalla professoressa Cristina Cattaneo all'Istituto di Medicina Legale di Milano, per ricostruire tutti i movimenti dell'assassino di Chiara durante l’omicidio. Infatti, sempre su Il Giornale, si parla di un delitto avvenuto “in più momenti distinti", e che Chiara avrebbe tentato di difendersi. Ma il punto focale è un’altro, ed è quello su cui principalmente si basa la condanna nei confronti di Stasi: l’ora del delitto. La sentenza fissa l’orario della morte di Chiara tra le 9.12 e le 9.35 mentre, le nuove, collocano la morte della ventiseienne intorno alle 11. Questo cambierebbe tutto, e noi di MOW ve lo avevamo già anticipato nella nostra intervista al medico legale Pasquale Bacco, il primo a sostenere che Chiara Poggi non è stata uccisa nell’orario stabilito dalla Corte ma alle 11. Una tesi che, se venisse confermata, andrebbe a demolire l’intero l’accusa contro Stasi. Perché? Alberto alle 11 era al computer a lavorare alla sua tesi di laurea.
Quindi, spostando in avanti l’orario del decesso tutto rientra in discussione. Dal movente alla dinamica. Perché davvero dobbiamo credere che in soli ventitré minuti Stasi avrebbe avuto il tempo di uccidere, ripulirsi, cambiarsi e tornare a casa? O forse questi ventitré minuti che gli sono costati una condanna per omicidio in realtà non esistono affatto. E c’è dell’altro, perché resta anche da verificare l’eventualità che a uccidere Chiara non sia stata una sola persona. E se le mani che le hanno tolto la vita appartengono a più persone? Pasquale Bacco, ricordiamo, ci ha spiegato che l’orario della morte sarebbe stato fissato senza basi solide. Perché, in medicina legale, sono tre i parametri fondamentali da seguire per stabilire quando una persona sia deceduta : la rigidità cadaverica, le ipostasi e la temperatura. “La rigidità? Si forma dopo tre ore. Alle 14 arriva il medico del pronto soccorso e dice che non c’è rigidità. Quindi Chiara è morta da meno di tre ore. Quattordici meno tre fa undici. Anche le ipostasi si iniziano a formare dopo tre ore, e alle 14 sappiamo che non ci sono. Quindi anche il secondo elemento ci porta alle ore 11. La temperatura rettale del corpo umano è 37 gradi centigradi. Chiara alle 17 misurava 33 gradi, quindi aveva perso 4 gradi. Il nostro corpo perde mezzo grado nelle prime quattro ore e dopo perde un grado all’ora. Quindi dalle 17 per perdere quattro gradi ci ha messo sei ore. Diciassette meno sei fa undici. Se la triade ci porta alle 11, Chiara è morta alle 11”. Se l’orario della morte di Chiara cambia allora cambia tutto, e soprattutto non sarebbe stato Alberto Stasi a ucciderla. Il colpevole? Stay tuned…