Quindi adesso Raoul Bova dovrà denunciare Treccani per avere inserito “occhi spaccanti” tra i neologismi del 2025. No, perché non so se vi ricordate, ma Raoul Bova non sapeva più cosa fare né cosa inventarsi per impedire che “occhi spaccanti” fosse ripetuto in ogni tweet, in ogni meme, in ogni conversazione. Credo sia arrivato a registrare il marchio “occhi spaccanti” per impedire agli altri di usarlo: ci fu la Ryanair che se ne appropriò. Ma adesso che Treccani ha fatto di “occhi spaccanti” un neologismo, che si fa? “Neologismo” significa infatti un termine di recente introduzione nella lingua e, una volta che “occhi spaccanti” è entrato nella lingua, tutti sono autorizzati ad adoperarlo. Occhi spaccanti, occhi spaccanti, occhi spaccanti.
Ma forse la tutela del marchio “occhi spaccanti” era rivolta solo all’uso commerciale, per cui non potrò pubblicare il mio romanzo dal titolo Occhi spaccanti (una rilettura del mito della Medusa in chiave odierna) e l’opera teatrale Occhi spaccanti (la storia di una che, quando ti guardava, ti giravano le balle e tutta la tragedia sociale e molto pirandelliana che derivava dalla caratteristica di questo sguardo). Avevo anche intenzione di ritradurre Carrie, lo sguardo di Satana di Stephen King, grazie al successo di Stranger Things, che ha in Carrie una fonte di ispirazione, intitolandola Carrie, occhi spaccanti.
Ma devo capire se un marchio possa citarsi in un titolo, credo di sì, faccio solo un esempio: Una Mercedes bianca con le pinne, splendido romanzo di James Hawes.
Certo, il copyright è di Raoul Bova, anche se a rendere famoso il neologismo è stato, come si sa, Fabrizio Corona. E trovo ingiusto che, tra i tanti neologismi inventati da Corona, Treccani abbia scelto proprio “occhi spaccanti”, tralasciando, ad esempio, “Circolino”, ma anche “Tortino” (io ormai chiamo tutte le amiche e gli amici che lavorano con i dolci “Tortine” e “Tortino” o, a seconda delle specialità che producono, “Cassatella” e “Cassatello”, anche se il mio preferito è “Minnuzza” e “Minnuzzo”, quelli che fanno le “minnuzze” di Sant’Agata, piccole cassate a forma di minna con la ciliegi a candita a imitare il capezzolo).
Fabrizio Corona, nel suo Instagram, lamenta anche il non inserimento tra i neologismi di “Jerry la Rana”, che sarebbe il nome di una serie il cui protagonista doveva essere l’avvocato Lovati, o almeno credo.
Tornando a “occhi spaccanti”, ritengo che ci sia bisogno di un intervento di un qualche giurista per farci capire bene se possiamo dire “occhi spaccanti” o se non lo possiamo dire. Un’osservazione: Raoul Bova è andato ad Atreju a lamentarsi che “occhi spaccanti” è stata una frase che lo ha messo molto in difficoltà e lo ha fatto soffrire, e i giornali che si sono occupati dell’incontro tra Arianna Meloni e Raoul Bova hanno scritto tranquillamente “occhi spaccanti”, quindi io non capisco: possiamo dire “occhi spaccanti”, non possiamo dire “occhi spaccanti” o possiamo dire “occhi spaccanti” soltanto qualche volta?