Lo riporta il quotidiano la Verità: "Chiesi se un ente esterno avesse certificato la sicurezza. Mi dissero che ce la autocertificavamo con Spea. Rimasi terrorizzato". Lo avrebbe detto in un colloquio del 13 luglio 2021 dai magistrati Gianni Mion, ex ad della holding della famiglia Benetton relativamente al Ponte di Genova, poi crollato. "L'azienda era al corrente dell'errore di progettazione", avrebbe aggiunto Mion, senza però essere in grado di specificare di quale errore si trattasse dal punto di vista tecnico. Ma avrebbe anche sostenuto: "Castellucci era circondato da incompetenti, aveva troppo potere. Spea doveva rimanere in mano pubblica".
Così, già nel 2010, i tecnici avrebbero avuto perplessità sulla tenuta del Ponte Morandi. Lo sostiene Gianni Mion in un verbale che la Verità ha pubblicato e ha riportato anche in prima pagina. Giacomo Amadori, il giornalista che ha fatto emergere queste dichiarazioni, ha aggiunto che il manager di Edizione non è stato mai iscritto sul registro degli indagati ma lo definisce un "testimone di primissimo piano". Nominato amministratore delegato della holding della famiglia Benetton e dal 1986 al 2016 è stato nel cda di Autostrade per l'Italia e Atlantia.