Salvini vuole cedere la Lombardia in cambio del salame di Brolo
Ma che meraviglia, per un attimo ci è sembrato di assistere davvero a un “mondo al contrario” e ci mancava pochissimo che Roberto Vannacci diventasse segretario del Pd. Perché, dopo avere sentito Matteo Salvini dire pacatamente, pacificamente, serenamente, a proposito delle elezioni per eleggere il presidente della Regione Lombardia: “Se FdI ha un buon candidato in Lombardia lo accoglierò”, aggiungendo però “così come in Sicilia anche noi abbiamo qualche nome da fare”, in parole povere — o ricche — Salvini si sarebbe dimostrato interessato a cedere la Lombardia in cambio della Sicilia.
Certo, immaginare che tutto questo improvviso cambiamento abbia a che vedere con il Ponte sullo Stretto è proprio da maliziosi. Siamo infatti certi che Salvini, al Ponte e a tutto il giro d’affari intorno al Ponte — sul quale si era dimostrato interessato anche Totò Cuffaro prima delle indagini a suo carico, indagini che hanno portato a un subitaneo scioglimento dell’appena nata alleanza della Lega proprio con la Dc di Cuffaro — manco ci stava pensando.
Probabilmente, nei pochi giorni dell’alleanza tra la Lega e Cuffaro ci sarà stata una fitta corrispondenza e sicuramente la Dc sicula avrà parlato alla Lega delle meraviglie della Sicilia: i cannoli, la cassata, la pasta col nero delle seppie, il mercato del pesce, l’Etna, il salame di Brolo (probabilmente è stato sul salame di Brolo che Salvini ha sciolto ogni riserva e preso la decisione che sì, la Sicilia è meglio della Lombardia).
Forza Italia non vuole cedere la cucina siciliana
Però non ha fatto i conti con Forza Italia, che più o meno gli ha detto: “Ma che cosa ci stai raccontando?”. E c’è da capirli. Forza Italia è da tempo innamorata della Sicilia: ha scoperto con largo anticipo le gioie della granita con la brioscia a colazione, si è sucata da tempo e con gusto il latte di mandorla, e non parliamo del pistacchio di Bronte — Forza Italia adora il pistacchio di Bronte. Così, il coordinatore regionale di FI Marcello Caruso e il capogruppo alla Camera Maurizio Gasparri sono intervenuti dicendo: “Grazie, ma non abbiamo bisogno dei consigli di Salvini”.
Più malizioso invece l’Mpa–Grande Sicilia, che fa capo all’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, il cui coordinamento regionale fa sapere di “comprendere” le dichiarazioni di Salvini se lette “nell’ottica dell’asse nuova Dc–Lega e dei relativi progetti”, data anche la “parziale impraticabilità” di altre soluzioni. Che noi traduciamo: “Eh certo, adesso che Cuffaro è fuori dai giochi vorresti entrare in prima persona, a mangiarti la salsiccia di Palazzolo Acreide col finocchietto selvatico e impastata col vino vecchio”.
Il bellissimo cigno con il becco a forma di Ponte sullo Stretto
E insomma, da brutto anatroccolo, la Sicilia sta diventando un bellissimo cigno con il becco a forma di Ponte sullo Stretto. La Corte dei Conti ha reso oggi pubbliche le motivazioni della bocciatura del progetto (sostanzialmente non rispettava i vincoli paesaggistici), ma pare che in buona sostanza la faccenda faccia slittare l’inizio dei lavori di soltanto un anno. E comunque, il Ponte non c’entra. Il merito va tutto all’enoetnogastronomia.
Ma voi, la pasta alla Norma, con le mulinciane fritte e la ricotta salata, l’avete mai assaggiata? Dopo le polemiche dalla Lega è arrivata una nota che parlava di "fraintendimenti", di "frasi fuori contesto", un "problema di comunicazione" insomma. In ogni caso le elezioni sono di là da venire e come si dice in Sicilia: "anche se il cannolo si arrimodda noi, piglia, e ci inficchiamo la ricotta in una scoccia nuova", anche se l'esterno del cannolo smette di essere croccante, riempiano di ricotta un cannolo nuovo. Che è un po' quello che sta succedendo con il Ponte e la Corte dei Conti.