Meglio una pizza o una pizza? Secondo me una pizza, ma non in faccia. Perché? Perché non sappiamo più farci del male come una volta. Non siamo più masochisti da un pezzo. Ormai siamo per la pace, per il perdono e per le crociate sulle parole. O per le parole crociate. Facciamo bene a non prenderci più sul serio. Siamo tutti abbastanza impegnati a fare polemica e pur di avere la pace tra i sessi, faremmo una guerra contro chi non vuole la pace. Forse, non è la via giusta quella dell’opposizione. Che poi, giusto o sbagliato, bene, male. Qual’è nato prima? E se il bene l’avessero inventato i cattivi? Lasciamo perdere, facciamoci una pizza. Non c’è bisogno di essere noiosi, tediosi, starsene sempre lì a discutere accigliati sul fatto che succedono cose terribili ogni giorno appena svoltiamo l’angolo. Dovremmo semplicemente volerci tutti un po’ più di bene. Sì esatto, come diceva Pacciani. Sarebbe così bello se quei mariti violenti che tornano a casa ubriachi si avvicinassero alla moglie spaventata e le dessero una bella pizza, ma non la pizza quella violenta, la pizza quella con pomodoro fiordilatte e basilico. Per questa ragione lo IED e la Pe.pe agency, insieme con Alice Pizza hanno unito le forze creative e culinarie per dare vita al “Siamo tutt* Margherita. L’unica pizza che ci piace ricevere”.
Quell’asterisco al fondo di tutt* non è una schwa, ma è il simbolo di una pizza margherita. Siamo tutti e tutte un alimento di questo sistema che ci divora ogni giorno. On n’échappe pas à la machine. E allora famose una pizza. E’ una sfida complessa quella di rendere contenuti drammatici, divertenti. Ma come dicono pure Gazzé e Silvestri, la visione comica del mondo rende lo spigolo tondo. Certo, non è affatto semplice, però, ecco, Pe.pe e IED ci provano lo stesso, per dare sostegno alla Fondazione Libellula, da sempre impegnata su questo campo minato, dove basta un attimo per passare dalla parte degli scassac**i. L’appuntamento è il 25 novembre alle 18 e 30 allo Spazio Teatro Ied di via Pompeo, a Milano. Qui si terrà un vodcast dal vivo con Annie Mazzola e gli studenti dell’ateneo, dove in qualche modo, si troverà un modo per rendere intelligibili e fonte di ilarità le statistiche sugli atti di violenza contro le donne. La campagna di sensibilizzazione inizierà con una fase “phygital”. Per i non addetti ai lavori significa, a metà digitale e metà di persona. E poi culminerà in un bel pizza party. Ovvero una festa di pizze dove si farà una gara di pizze. Figo! Una gara di schiaffoni quindi? Ma no, sbrodolino, una competizione in cui ogni fetta di pizza rappresenta una percentuale, ogni timer un tempo d’attesa e ogni menu una scelta che non dovrebbe esistere.
Se hai capito bene c’è pizza gratis e se magna. Così, buon cibo e un po’ di compagnia ti aiuteranno a digerire qualcosa di un po' più serio, ovvero le statistiche di violenza sulle donne in Italia e magari avrai occasione di sottoporre il tuo corpo all’attenzione di temi che altrimenti non affronteresti. Come biasimarti, lavori tutto il giorno, l’ultima cosa che vorresti sorbirti a fine giornata è un convegno sulla violenza sulle donne. E’ un format abbastanza indigesto quello del solito convegno, popolato di anziani e scappati di casa. Un pizza party, invece, è una trovata più intelligente. Certo che, verrebbe pure da dire che, se per sensibilizzare alla violenza ci tocca regalare fette di pizza in giro, allora stiamo proprio alla frutta. E’ vero, forse stiamo proprio alla frutta, ma anche per questa ragione, non vuol dire che non si possa dare una bella pizza allo scetticismo e questo è proprio quanto Ied e Pe.pe. si prefiggono di fare il 25 novembre. Dunque accorrete numerosi, perché una bella pizza, non si nega a nessuno, e forse può essere una buona occasione per digerire anche qualcos’altro. Forse, un’idea.