Nei giorni scorsi abbiamo parlato di un “complotto” ordito ai danni di Vittorio Sgarbi per metterlo in discussione. Gli indizi c’erano tutti. Eppure, quando lo abbiamo chiamato, ci ha spiegato perché non ci sarebbe niente di reale. E mentre non retrocede di un millimetro sul “capra” rivolto a Mara Carfagna, che lo ha poi querelato, ci ha spiegato perché a Sutri non gli è stato possibile ricandidarsi, come mai il ha preso parte agli “Stati generali della cultura” - nonostante la presenza del ministro Sangiuliano – e che Silvio Berlusconi, dopo la malattia, non tornerà in politica perché “deve esserci una fase successiva a lui” e anche il nome di Forza Italia potrebbe cambiare…
Ma davvero Vittorio Sgarbi, sotto segretario alla Cultura, sarebbe al centro di un complotto per farlo fuori dal governo? Ne abbiamo scritto qualche giorno fa e se “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, sembrava proprio che qualcosa si stesse muovendo alle sue spalle. Prima la Giunta delle autorizzazioni della Camera chiamata a giudicare sull’eventuale insindacabilità del sottosegretario per quanto successo nel 2020 in aula in merito al famoso “caso della mascherina” e delle repliche a suon di “capra” nei confronti della Mara Carfagna, con l’allora vicepresidente della Camera che lo citò in giudizio per diffamazione e ora dovrà affrontare il processo perché la Giunta di Montecitorio ha negato l’immunità. Poi c’è anche la questione Sutri, dove Sgarbi da sindaco non è stato riconfermato e gli è stato preferito un altro candidato di Fratelli d’Italia. Infine, la mancata partecipazione agli “Stati generali della cultura” ai quali hanno preso parte molti intellettuali di centrodestra, compreso il ministro Sangiuliano. Ma il critico d’arte, cheabbiamo contattato, ci ha spiegato di non sentirsi al centro di un complotto, anche se verso Mara Carfagna non retrocede di un millimetro: “È una questione di denaro, non combatte per degli ideali ma per avere un po’ di spiccioli”.
Sgarbi, partiamo da Sutri. Come mai Fdi ha scelto un altro candidato al posto suo?
La logica vuole che chi ha fatto il sindaco, cioè Sgarbi, e chi ha fatto rinascere Sutri, faccia il secondo mandato. Ma la città è attraversata da un’onda di risentimento da parte di personaggi che hanno il desiderio di fare cose che non sono in grado di fare. Non hanno né chiesto né concordato con me la mia eventuale volontà di continuare con il secondo mandato come, appunto, fa qualunque sindaco. A maggior ragione dopo che l’ho fatto diventare uno dei borghi più belli d’Italia.
Non l’abbiamo vista neanche agli Stati della cultura. Non l’hanno invitata o non è voluto andare?
In quel caso hanno fatto bene, non si può andare a un convegno che ha soltanto intellettuali che sono di una parte politica, un convegno sulla cultura deve essere polifonico. Ho parlato anche l’altra sera con Francesco Giubilei, uno degli organizzatori. Dice che mi ha chiamato con insistenza affinché io andassi, ma non sarei andato, quindi non direi che è stata un’esclusione.
Però fa parte del governo, ancora di più del ministero della Cultura...
Perché non mi piacciono i convegni fatti pensando che la cultura abbia un orientamento politico. Il concetto che ispirava il convegno era un concetto che non condividevo. D’altra parte non so neanche come sia andato.
Quindi lei ci sta dicendo che nel centrodestra nessuno sta tramando alle sue spalle?
Non mi sento al centro di nessuna persecuzione. Credo che la realtà locale di Sutri sia molto malata da sempre, è difficile trovare un riferimento locale su cui proseguire. Io come sottosegretario di un governo in cui Fratelli d’Italia decide di indicare un nome che ritiene suo, quando invece non è di Fratelli d’Italia ma viene da posizioni estremiste, come sindaco non ho intenzione di prestarmi a contrapposizioni, quindi ho preferito andare da un’altra parte e candidarmi lì.
Invece sulla decisione presa dalla Giunta di Montecitorio dopo la denuncia di Mara Carfagna non si è sentito poco difeso?
Il “caso” Carfagna non è un “caso”, lei è solo una la cui vicenda politica era legata a Silvio Berlusconi e che adesso è rimasta in politica nel tentativo di fare qualcosa. Io durante il Covid ho contrastato le ridicolaggini di governi stupidi e la Carfagna era la “guardiana” di un cimitero in cui non c’erano morti, perché non è morto nessun parlamentare, quindi il contagio in quel luogo non deve essere stato poi così aggressivo. Quindi, siccome lei insisteva con questa mascherina, ho fatto quello che ritenevo giusto fare. Poi l’aula deve ancora riunirsi, quindi vedremo se la maggioranza starà dalla mia parte o da quella della Carfagna, ma qualunque cosa capiti ci rendiamo conto che non è un processo vero? Perché è una richiesta di 30mila euro, quindi ancora una volta è una questione di denaro perché la Carfagna non combatte per degli ideali ma fa tutto per avere un po’ di spiccioli.
Non le è sembrato un po’ esagerato rivolgersi chiamando “capra” una donna?
Ma io la Carfagna non l’ho considerata una donna, considero le persone sul piano del loro profilo intellettuale. Se il deputato è uomo o donna penso la stessa identica cosa. Della donna Carfagna non mi interessa nulla, mentre la politica Carfagna interpretava un oscurantismo e una visione punitiva della società che si sono manifestati nell’essere guardiani di quella “prigione” in cui si è ritrovata l’Italia per due anni. Quando sono stato portato fuori dal Parlamento è stata una ribellione di una contrapposizione che io ho rappresentato. Devo solo ringraziarla Mara Carfagna, perché quando mi ha fatto portare fuori dal Parlamento in realtà io sono uscito da uno spazio infetto, non per il Covid ma per la mancanza di cervello di questa gente.
Però portare la mascherina in fronte non era il massimo del rispetto in periodo di pandemia...
Sono convinto che la mascherina non serva a nulla, come oggi dice qualunque medico di buon senso e in quel caso non ce l’avevo sulla fronte. Quella era un’altra circostanza, ma era sul naso non perfettamente messa sulla bocca. Ero dell’idea del fatto che fossimo tutti costretti a mettere la mascherina per una finzione e io odio le finzioni, figuriamoci se un virus così forte si fa fermare da una mascherina. Infatti anche Crisanti sostiene da più parti che la mascherina non serve a nulla come non serve a nulla il coprifuoco in paesi dove non c’è mai nessuno da nessuna parte, in borghi da 300 abitanti che senso ha avuto fare il coprifuoco?
C’è qualche donna che stima nel Parlamento attuale?
Stimo tutte quelle che usano la testa. Elly Schlein, per esempio, mi è molto simpatica.
Ma è vero che quando la vede in tv, spesso Vittorio Feltri le scrive per incitarla?
Sì, ogni tanto mi arrivano dei suoi messaggi che recitano: “Bravo vai avanti continua così” oppure “mi sei proprio piaciuto in quella trasmissione”. Le leggo uno degli ultimi messaggi che mi ha scritto: “Sei un grande e i tuoi interlocutori sono dei fessi”. Abbiamo un bellissimo rapporto.
Per quanto riguarda invece le condizioni di Silvio Berlusconi, pensa che potrà tornare a fare politica?
L’ho visto prima che andassi in ospedale e lo vedrò quando sarà in condizione. Ormai questa malattia gli ha indicato che deve esserci una fase successiva a lui nella quale non sia in prima persona, in quanto è consapevole di doversi occupare della propria salute. Quindi la politica deve essere affidata a qualcuno che interpreti la sua visione, che è semplicemente quella di consentire che la libertà delle persone sia garantita. In questo non è necessario o insostituibile in un progetto in cui si tengono vivi i principi in cui ha creduto. Per questo credo che ci sarà l’evoluzione anche del nome del partito, sono convinto che i valori ideali che lui ha scelto siano valori comuni e diffusi e che quindi possono essere interpretati da qualcuno che non lo tradisca.
Per cui caso chiuso, Vittorio Sgarbi non lo vuole abbattere il “fuoco amico”?
Assolutamente no, non mi sento vittima di tutte queste vicende, in più l’idea di lamentarmi di qualcosa è estraneo alla mia natura. Ma ha un significato quello che succede, quindi è utile affinché accada qualcos’altro. Come per quanto riguarda l’invito al convegno, a questo punto sarebbe stato meglio fare una conferenza come ne faccio ogni giorno. A parte questo, non ci penso neanche a queste cose, perché mentre parliamo sto lavorando a una mostra su Canova che sto organizzando.