Davide Rebellin, 51 anni, ciclista di grande talento è morto in strada, a Montebello Vicentino, investito da un camion. In base alle prime ricostruzioni sembra che il conducente del mezzo non si sia fermato, forse non resosi conto dell'impatto. Davide Cassani, ex commissario tecnico della Nazionale di ciclismo, è stato il primo a commentare la triste notizia: “Ho corso insieme a lui per due anni, lui debuttò insieme a Marco Pantani e si è visto subito che andava forte. Nel '93 arrivai terzo a una gara in Veneto, i primi erano due ragazzi che conoscevo poco: Armstrong e Rebellin. Incredibile e atroce perdere la vita così, travolto da un camion un mese dopo aver smesso di correre da professionista. Davide era la passione per il ciclismo fatta persona". Rebellin, classe 1971, aveva iniziato la sua carriera nel 1992, è stato compagno di squadra di alcuni nomi importanti come Franco Chioccioli, Mario Cipollini e Franco Ballerini. Nel 2004 salì alla ribalta delle cronache sportive dopo la vittoria della Amstel Gold Race, la Freccia Vallone, vinta tre volte in carriera, e la Liegi-Bastogne-Liegi. Nel 2008 vinse la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Pechino, riconoscimento che gli era stato tolto per la positività al Cera, accusa da cui venne assolto dopo sette anni. Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto, lo ha ricordato così: “Con Davide Rebellin il ciclismo veneto perde una delle sue figure storiche, un esempio di atleta e di uomo andato ben oltre la sua pur strepitosa carriera agonistica. Spero che il suo esempio di passione possa essere seguito dai ragazzi che, a vario livello, si cimentano con lo sport del pedale. Lo sport veneto per antonomasia. Il dramma di Davide lascia un segno profondo in tutti noi, in chi ama lo sport, in chi ha visto in lui il campione da sostenere sempre e comunque. Alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene rivolgo le mie più sentite condoglianze. Rebellin, nonostante i suoi 51 anni si era ritirato da poco dal professionismo, esempio più unico che raro di longevità. Anche così ci ha dato il segno del suo immenso amore per quella bicicletta con la quale ha scritto pagine indimenticabili del ciclismo internazionale, nazionale e veneto".
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, il mezzo che ha travolto Rebellin era appena uscito dall'A4 e, diretto al piazzale del ristorante La Padana ha investito il corridore. Stando alla testimonianza di un automobilista, il conducente del Tir ha fatto manovra ed è ripartito senza nemmeno fermarsi. Saranno i filmati delle telecamere a stabilire se l'autista si sia accorto dell'urto o meno, il che aggiungerebbe le accuse di fuga e di omissione di soccorso a quella di omicidio stradale. Vano è stato l'intervento dei soccorritori giunti sul posto. Recuperato il corpo del ciclista, è scattata la ricerca del camionista che si è dato alla fuga. Nel 2021 sono stati 180 i ciclisti che hanno perso la vita sulle strade, uno ogni due giorni. Dato a cui si deve aggiungere quello del 30% di ciclisti deceduti in ospedale nei 30 giorni successivi all’incidente. Marco Scarponi, fratello di Michele, il ciclista che fu ucciso da un furgone mentre si allenava vicino la strada di casa nel 2017, ha commentato la notizia della morte di Davide Rebellin: “Tanti messaggi, all’improvviso. E subito dopo tante telefonate da giornalisti che mi chiedevano un commento. Questo ruolo purtroppo inizia a pesarmi e tra un po’ forse deciderò di andar via da questo Paese. Da questo Paese che non vuole cambiare. È stato come quando ti si apre il terreno sotto i piedi e sprofondi. La gente ti parla e tu non ci sei. In una dimensione in cui non hai più contatti con la realtà. In Italia c’è un problema che si chiama violenza stradale. C’è gente che muore ammazzata sulla strada, gli utenti deboli, i ciclisti, i pedoni, e noi facciamo pochissimo per salvare queste vite. La strada deve tornare invece a essere una casa, di convivenza pacifica tra pedoni, ciclisti, automobilisti”.