Giornata di disagi per chi aveva un volo da prendere all'Aeroporto privato di Milano Linate Prime. Uindici cittadini, fra scienziati accademici, studenti di scienze e sostenitori hanno infatti bloccato lo scalo meneghino.
Si è trattato di una protesta organizzata da Scientist Rebellion ed Extinction Rebellion con il supporto di Ultima Generazione che fa parte di un piano molto più grande e internazionale, con azioni di blocco di aeroporti privati o di protesta contro il settore dell’aviazione privata si svolgono in altri 11 Paesi (fra cui Germania, Spagna, Svezia e Regno Unito).
Il problema è noto: al centro della protesta il ruolo preponderante dell’1% della popolazione mondiale, in cui si concentrano le persone più ricche del mondo, nelle emissioni di gas ad effetto serra, responsabili del surriscaldamento globale e degli sconvolgimenti climatici in corso.
Anche le richieste sono chiare: bando di tutti i jet privati e l’introduzione di una tassa progressiva sui viaggiatori d’aereo frequenti (frequent flyers).
"I milionari attraversano il mondo con i loro jet privati mentre la catastrofe climatica è già in atto e mentre l’italiano medio sta soffrendo un aumento vertiginoso del costo della vita - ha affermato Gianluca Grimalda, ricercatore di scienza sociale e membro di Scientist Rebellion -. Quattro ore di volo in un jet privato emettono la stessa quantità di gas serra emessa dal cittadino medio nel mondo in un anno intero. Tali disuguaglianze sono inconcepibili nell’attuale epoca di emergenza eco-climatica. I politici presenti alla Cop27 dovrebbero introdurre le misure da noi richieste se volessero essere coerenti con le proprie promesse di proteggere il nostro pianeta".
“Personalità politiche come Matteo Renzi o Silvio Berlusconi emettono rispettivamente 12,6 tonnellate di CO2 per volare a Cipro per parlare di cambiamento climatico e 3.9 tonnellate per andare allo stadio - ha aggiunto al Giorno Sara, attivista di Extinction Rebellion -. Solo il 35% dei voli privati si effettua per ragioni di lavoro, il resto è per svago. Più in generale, l'1% più ricco del mondo produce più del doppio delle emissioni rispetto al 50% più povero. Imporre ai più ricchi di frenare i propri consumi più inquinanti non è solo un’istanza morale, ma è anche necessario per avviare una rapida decarbonizzazione”.