Non è l’unico caso, non sarà l’ultimo. I rischi non riguardano solo gli adolescenti, ma chiunque viaggi in strada, auto, camion, bus. Dopo il caso del ragazzo appeso al tettuccio di un’auto per festeggiare la maturità, arrivano i giovanissimi a bordo di un monopattino. Sì, uno. Un solo monopattino per quattro ragazzi romani che decidono di divertirsi in via Eritrea, nella corsia riservata agli autobus. Una bravata? Certo, ma le conseguenze sono sempre imponderabili. Non è chiaro, nonostante siano passati vari anni dalla diffusione di questo mezzo, come sia possibile avere sempre molti casi di cattiva condotta come questo. Nella notte di domenica, due ragazze andavano insieme su un monopattino a Sesto San Giovanni (Milano). Senza nemmeno il bisogno di incrociare la traiettoria di una moto o di un’auto, almeno stando alle prime ricostruzioni, sarebbero cadute e una delle due, 26 anni, è ora in rianimazione.
La posta in gioco, se non è la vita, è la responsabilità di fronte alla legge di possibili disordini e sinistri che potrebbero coinvolgere guidatori più o meno esperti in strade ad alta densità di traffico, come nel caso di città come Roma o Milano. I regolamenti e le dichiarazioni su questi temi da parte della politica sono molti e all’interno del piano di modifiche del Codice della strada proposto dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini è prevista una stretta su biciclette e monopattini, tuttavia fortemente criticata dall’Associazione nazionale ciclo e motociclo. Se il problema è alla base e riguarda l’educazione dei ragazzi, è possibile cercare la soluzione in regolamenti più stringenti per tutti?