La Procura vuole il processo per la morte di Francesco Valdiserri: l’accusa per la ragazza che era al volante è di omicidio stradale. Un’accusa legata alla presenza di tre fattori: il tasso di alcol nel sangue della conducente dell'auto (che era tre volte superiore al limite consentito), il test positivo alla cannabis e la velocità di guida superiore al limite autorizzato nella zona. Inoltre sarebbe accertato la Suzuki Swift che ha travolto il povero diciottenne non avrebbe avuto malfunzionamenti.
Quattro mesi dopo l'incidente fatale lungo un marciapiede di via Cristoforo Colombo, il pm Erminio Amelio ha quindi chiesto un processo per omicidio stradale con rito immediato per la ventitreenne Chiara Silvestri.
Secondo quanto riportano le cronache, le analisi di un esperto avrebbero confermato le prime conclusioni dei vigili urbani: “La giovane alla guida e il suo amico – riferisce il Corriere – avevano bevuto. Lei, poi, era a digiuno ma aveva preso una birra e «almeno due shottini di sambuca» tanto che il suo tasso alcolemico era svettato oltre il limite (tra 1,24 e 1,57)”.
Mentre guidava lungo via Cristoforo Colombo, la ragazza avrebbe sbagliato la traversa in cui avrebbe dovuto svoltare e la sua manovra improvvisa l'avrebbe portata sul marciapiede all’altezza di viale Giustiniano Imperatore. dove ha investito Francesco Valdiserri, mentre l’amico con il quale stava tornando dal cinema fortunatamente ne è uscito incolume.
Secondo il pm la giovane sarebbe stata “in stato di alterazione psicofisica” al momento dell'incidente. Ora starebbe ricevendo supporto psicologico per cercare di superare l'accaduto e secondo il suo avvocato Paolo Leoni non sarebbe ancora in grado di elaborare il tutto adeguatamente: per questo non avrebbe ancora scritto una lettera di scuse: “Purtroppo – è la dichiarazione dell’avvocato riportata sulla stampa – questa è anche una tragedia della disinformazione. Pochi sono davvero consapevoli dei rischi che corre chi affronta la guida senza la lucidità necessaria: servono campagne mirate”.
Attualmente Silvestri è agli arresti domiciliari e non può lavorare. “In precedenza – si legge sul Corriere – la ragazza aveva subito una sospensione della patente di alcuni giorni per aver rifiutato di sottoporsi al test del palloncino”. La decisione finale sul processo spetta al giudice per le indagini preliminari, che deve valutare gli elementi raccolti dal pubblico ministero.