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Tredicenne investito e lasciato morire, perché il pirata della strada non è stato arrestato?

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

3 agosto 2023

Tredicenne investito e lasciato morire, perché il pirata della strada non è stato arrestato?
Chris Abom è morto, Aveva 13 anni e stava tornando da una partita di pallone. L'uomo che lo ha falciato si dice distrutto, ma i carabinieri, nonostante lo abbiano individuato in fretta, non hanno potuto arrestarlo. Zaia dice di attendere il corso della giustizia, ma c'è chi giudica una vergogna che il presunto colpevole non sia in carcere...

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Chris Abom viene falciato da un’auto che non si ferma. Siamo a Negrar (Valpolicella). Davide B., l’uomo alla guida dell’auto intestata alla madre che ha investito il tredicenne che stava rientrando a casa dopo una partita di calcio, dice di non averlo visto: “Non sono scappato” e si dice stravolto: “Non mangio, non dormo. Non riesco a fare altro che ripensare a quel che è successo. Mi ripeto nella testa: era solo un ragazzino! E credetemi, se dico che preferirei essere morto io, al suo posto”. Per il padre del ragazzo non è abbastanza: “Chi l'ha ucciso in Ghana sarebbe in carcere”. Non in Italia. La spiegazione la fornisce il sostituto procuratore di Verona, Bruno Bruni: “L’automobilista non si poteva arrestare, non c’era flagranza di reato. Se si fosse proceduto all’arresto sarebbe stato illegale. Al massimo poteva valutare il fermo di pg. Ma, al 99%, anche questo non sarebbe stato convalidato”. Una decisione presa a rigore di legge, che tuttavia non cancella la rabbia. In altre parole, il 39enne è ancora a piede libero. Bruni ha aggiunto che non si configura neanche l’omissione di soccorso: “I carabinieri hanno valutato che non vi fosse pericolo di fuga. Certo, si era allontanato dal luogo dell’incidente, ma era tornato a casa, non era scappato”. Patente ritirata e veicolo sotto sequestro, ma niente carcere almeno per ora. 

Il padre di Chris Abom con il figlio
Il padre di Chris Abom con il figlio

Interviene anche Zaia che si complimenta con le forze dell’ordine per la loro celerità: “Complimenti ai carabinieri che, in poche ore, hanno individuato il pirata della strada che ha investito il piccolo Chris a Negrar, fuggendo subito dopo senza prestare soccorso. Una piccola soddisfazione in un mare di dolore, che oggi è ancora più forte e incredulo. Oggi il dolore e lo sgomento sono ancora più intensi, dopo aver ascoltato le parole dei bravi medici veronesi che hanno tentato di salvare Chris, secondo i quali, se fosse stato soccorso subito, avrebbe anche potuto salvarsi. Ringrazio ancora i carabinieri per l’efficienza con cui hanno chiuso il caso, ora la giustizia farà il suo corso, mentre il paradiso ha accolto un altro piccolo angelo”. La polemica è stata invece innescata dal deputato forzista Flavio Tosi, che non accetta l’attuale stato di libertà del guidatore: “Il pirata della strada che ha investito e ucciso il povero Chris Abom (se lo avesse soccorso anziché lasciarlo lì, il ragazzo sarebbe vivo) è a piede libero, ed è una vergogna; mentre alcuni dei poliziotti di Verona accusati di maltrattamenti ancora da accertare rimangono agli arresti. La giustizia italiana ha delle storture evidenti, per colpa dell’orientamento politicizzato di taluni (pochi) magistrati”. Intanto la famiglia attende la salma del figlio e la squadra di calcio e l’intera cittadina si stringono intorno agli Abom per questa incredibile tragedia. 

Il luogo dell'incidente
Il luogo dell'incidente

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