Normale amministrazione della distruzione. Fin troppo spesso la politica e le Procure si trovano a gestire crolli e cedimenti di infrastrutture. Stavolta è successo in Calabria. Il 3 maggio il viadotto Ortiano 2 della strada statale 177 Sila-Mare, detto “Longobucco-mare” dal momento che collega il comune alla costa, avrebbe ceduto a causa dell’innalzamento del livello del torrente Trionto, sopra cui era stata costruita la struttura, completata nel 2014 e inaugurata nel 2016. A 9 anni dalla fine dei lavori, cioè, il ponte sarebbe crollato. Lo stato di un pilone avrebbe portato al cedimento della campata, finita in acqua. L’opera era stata realizzata sulla base di un recentissimo progetto… sì, risalente agli anni Settanta. Ora la Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari condurrà un’inchiesta su quest’ennesimo, sconcertante episodio. Certo, le premesse non sembrano essere delle migliori per la costruzione futura – se davvero sarà così – del Ponte sullo Stretto. Sembra che il capogruppo del M5S nel Consiglio regionale della Calabria, Davide Tavernise, avesse già avvertito la maggioranza riguardo a dei primi segnali preoccupanti risalenti a novembre 2022. E un altro pentastellato, Agostino Santillo, vicecapogruppo M5S alla Camera, sarebbe intervenuto a fatti avvenuti per attaccare la linea “futuristica” del ministro Matteo Salvini: “Troviamo lunare vedere il ministro delle Infrastrutture Salvini impegnato h24 nella sua faceta propaganda sul Ponte sullo Stretto. Salvini scenda dal piedistallo della demagogia”.
Nel frattempo, è intervenuto il governatore Roberto Occhiuto che rimette la decisione sulle eventuali responsabilità a chi sta indagando: “L'iter travagliato che coinvolge l’ente Comunità montana Destra Crati-Sila Greca, ora in liquidazione, ndr] di questa opera pubblica, forse, può essere una concausa ma non sta a me stabilirlo perché ci sarà la magistratura che dovrà accertare la verità”. Sempre il governatore si è congratulato con il buon lavoro dell’Anas: “Non bisogna generare allarmismo, anzi quello che ha fatto Anas dimostra che c'è un sistema di allertamento, legato alla manutenzione e anche alla prevenzione di fenomeni come quelli che abbiamo registrato, che evidentemente funziona”. Ma i cittadini possono rincuorarsi per questo, quando da anni la rete stradale della zona sembra essere a dir poco fatiscente? Quello che sappiamo finora è che un viadotto costato 80 milioni, ai quali si aggiungeranno presto altri 20 milioni, giusto per arrivare a cifra tonda, non ha retto – com’era prevedibile (da qui la chiusura della strada per precauzione – all’acqua. Un ponte pensato per essere lì, sopra a un fiume. Costruito neanche 10 anni fa.