Si chiama Stellantis e viene dal Latino Stello (essere illuminato da stelle) il frutto della fusione tra il Gruppo PSA e Fiat Chrysler Automotive. È l’inizio di una nuova era dell’automobilismo che, per entrambi, poggia le sue radici a fine Ottocento, quando l’Europa era al centro del mondo ed il Regno Unito era al centro d’Europa. Dalla Seconda Rivoluzione Industriale il cammino è stato lungo ed impervio per entrambi i marchi, con i fratelli Peugeot da una parte e gli Agnelli dall’altra. A separare le due case, le Alpi ed i momenti di crisi non sono mancati. La connessione tra l’Italia e la Francia dell’auto è una storia antica, a cominciare dalla prima vettura a motore guidata nel nostro paese, una Peugeot Type 3 del 1893.
Per fare i conti con un mercato globale sempre più competitivo i due si sono cercati, rincorsi e infine accordati. Dalle prime uscite pubbliche nel 2019 sono passati due anni, ma quando è giunto il momento di chiudere l’accordo gli azionisti di entrambi i gruppi hanno votato a favore senza tentennamenti. L’obiettivo di PSA è quello di crescere nelle Americhe (specialmente Brasile e Stati Uniti, dove FCA ha ottimi risultati), mentre quello di Fiat-Chrysler è soprattutto nelle nuove tecnologie, elettrico in primis, in cui il gruppo francese sta portando avanti un importante sviluppo. Poi verranno modelli costruiti sulle stesse piattaforme, dalle utilitarie alle sportive di razza, in modo da coprire più segmenti di mercato e, perché no, sognare qualche illustre ritorno.
Stellantis riunisce quindi 14 brand diversi, di cui quattro provenienti da PSA (Peugeot, Citroën, Opel e DS) e dieci frutto dell’unione, nel 2009, tra Fiat e Chrysler: Dodge, FIAT, Lancia, Jeep, RAM, Abarth, Alfa Romeo, Maserati e Mopar. Carlos Tavares, geniale manager alla guida di PSA, prenderà il posto di CEO, mentre John Elkann di FCA sarà Presidente. Stellantis si impone così come terzo gruppo globale per fatturato e quarto per numero di volumi. A contendersi il mercato ci sono invece i rivali di sempre, giapponesi ed europei in primis, a cui si aggiungono la Tesla di Elon Musk ed i colossi dell’industria cinese.