Ma quello che lo fa davvero sognare è il rombo del motore
Jeremy Clarkson è tornato a mettere alla prova una novità sulle strade: questa volta la sua nuova preda è la Aston Martin DB12, protagonista della sua recente recensione sul Sunday Times. Un’auto che, a quanto pare, lo ha fatto davvero sognare. “Vorrei potervi descrivere il suono di questa auto: esiste qualcosa come il ‘ghiaia cremosa’?”, si chiede Clarkson, evocando una sensazione sonora che sembra appartenere al regno del surreale. Un confronto evidente con la Dbx, che tempo fa forse non lo aveva del tutto convinto, ma questa volta il copione è cambiato: l’attesa è ripagata. Riuscito a provarla (e nel suo editoriale evidenzia alcune problematiche), Clarkson rileva delle somiglianze con la leggendaria DB1, ma anche tratti distintivi come un cofano lungo, una parte posteriore “muscolosa, simile a quella di un gatto”, dettagli interni 'magici', maniglie delle portiere raffinatamente stilizzate, fanali posteriori delicati e prese d’aria scolpite nei parafanghi anteriori.

Il suo sguardo, sempre minuzioso e analitico, lascia intuire una sufficienza quasi totale per quest’auto, meritevole di attenzione. Anzi francamente il giudizio pare totalmente positivo. Tra comandi vocali intuitivi e dettagli sorprendenti, l’unico vero ostacolo potrebbe essere, come spesso accade, il prezzo. Questione e numeri spinosi. “Dicono che il prezzo parte da 185.000 sterline, ma con qualche optional il prezzo sale a circa 250.000 sterline”. Ma più di tutto, è il sound ad affascinarlo. Come scrive, è una contraddizione in termini: “È difficile perché è ruvido e allo stesso tempo molto morbido, il che non ha senso. Esiste qualcosa come ‘ghiaia cremosa’?”
