Partiamo da ciò che tutti vogliono sapere: la nuova BYD Atto 2, suv compatto completamente elettrico appartenente al segmento B, costa 29.990 euro. Nel ciclo urbano ha un’autonomia di 463 km, questo vuol dire che potete attraversare una città bislunga come Torino per dodici volte senza mai preoccuparvi di ricaricarla: in pratica si tratta di sei giornate lavorative consecutive in cui siete liberi di percorrere il tragitto casa-ufficio-ufficio-casa a mente sgombra. Noi abbiamo fatto una cosa simile in un lunedì mattina a cavallo tra l’inverno e la primavera: le officine OGR come quartier generale, i viali perpendicolari del capoluogo piemontese per testare lo “scatto al semaforo”, le variazioni di pendenza di Superga e Monte dei Cappuccini per mettere Atto 2 alla prova sul misto, la tangenziale che corre lungo la Venaria Reale come rettilineo ideale per mettere in terra tutta la potenza di una macchina che sembra concepita non per fare il compitino, ma per sorprendere.

Ci hanno affidato le chiavi della versione Boost, che rispetto alla Active sopraindicata costa 2000 euro in più. Nessuna fregatura dietro l’angolo, la Boost dispone di attrezzature premium che si lasciano apprezzare in questa stagione. Tipo? Volante e sedili anteriori riscaldabili, un display infotainment rotante di 12,8 pollici che è una goduria quando ti dicono “scendo tra due minuti” e tu, parcheggiato sotto casa, fai in tempo a guardarti due sketch del tuo comico preferito su YouTube. Che poi, in realtà, non avremmo avuto necessariamente bisogno delle chiavi: se le dimentichi puoi entrare in macchina e accendere il motore con lo smartphone, tramite tecnologia NFC, accedendo all’app dedicata di BYD. Atto 2, approcciandola dall’esterno, colpisce per le sue linee essenziali e pulite. Ma è nel momento in cui chiudi la portiera e allacci la cintura che emerge tutta la funzionalità del design studiato da Wolfgang Egger: sembra una macchina tedesca, di quelle in cui nessun centimetro viene lasciato al caso.

Come uno stadio scavato nel terreno, Atto 2 all’interno è molto più abitabile e confortevole di quanto appare da fuori. Tanto spazio sopra la testa, tanto spazio per stendere le gambe sia dalla prospettiva dei sedili anteriori che da quelli posteriori, che sono ribaltabili e consentono di estendere il volume del bagagliaio da 400 a 1340 litri, trasformando il retrotreno della Atto 2 in un letto matrimoniale tra superfici ben imbottite, cuciture a contrasto e una cura generale dei rivestimenti interni che ti fa sentire coccolato come se fossi nella tua camera da letto. Sul comodino – il portaoggetti che si incunea vicino ad un selettore di marcia simile ad una navicella spaziale – puoi farci stare anche “Guerra e Pace” tanto è grande, oltre a caricare il telefono attaccandoti a prese USB che spuntano un po’ dappertutto. Se fatichi a prendere sonno perché la temperatura non è di tuo gradimento, puoi regolarla tramite comando vocale, utilizzando la parola d’ordine scelta in fase di configurazione dell’infotainment. In alternativa, basta sfiorare con tre dita questo schermo di 12 pollici abbondanti (adattabile in modalità split screen, così da poter tenere da un lato la playlist di Spotify e dall’altro i consigli del navigatore) per scaldare o raffreddare la macchina, dotata di una pompa di calore che – essendo staccata dalla batteria Blade in fosfato di ferro e litio di 45,1 Kwh di capacità – non riduce l’autonomia della vettura quando azioni le bocchette dell'aria. Se invece – fermo al parcheggio dell’Autogrill – non vuoi proprio saperne di fare un riposino, hai la possibilità trasformare un’area di servizio dimenticata da Dio nella Campovolo delle migliori notti di Ligabue: in un angolino l’infotainment ti offre la funzione karaoke, per cantare “Questa è la mia vita” in solitudine, o anche Dua Lipa a squarciagola con gli amici.


Dopodiché parti, ingranando la modalità “Drive”, e la Atto 2 diventa silenziosissima. In macchina, anche coi finestrini chiusi, si insinuano i rumori bianchi di Torino: il traffico posato e flemmatico di questa città si mescola al fruscio riposante che avverti non appena attraversi il Po e ti lasci cullare dalle strade collinari che lambiscono Superga e Moncalieri, dove il vento accarezza gli alberi e sembra farti compagnia sul sedile del passeggero. Alla guida però è bene non rilassarsi troppo, così Atto 2 tiene vigili grazie ad una serie di note musicali che vengono suonate non appena i pericoli si avvicinano: la macchina ti avverte se ti vede troppo stanco attraverso un sistema di monitoraggio del conducente (DMS), ti avvisa se oltrepassi i limiti di velocità, ti riprende se calpesti in maniera continuativa la linea di mezzeria, ti svela se un motorino si intromette nel tuo angolo cieco, ti sussurra all’orecchio ciò che accade tue spalle nel caso in cui qualcuno trasformi in azione l’idea di sorpassarti, ti aiuta con telecamere e sensori di collisione anteriori e posteriori in fase di manovra e parcheggio.

Mentre tagli in quattro la città, la fatica che generalmente ti assale quando guidi per un periodo prolungato di tempo con Atto 2 è un lontano ricordo. Sarà il silenzio, saranno i sensori di assistenza, sarà il cambio automatico che toglie un po’ di lavoro sporco, sarà che con questa macchina sembra di galleggiare sulle nuvole: le buche e i dossi più subdoli vengono trasformati in leggeri graffi sull’asfalto grazie all’efficienza delle sospensioni a schema MacPherson. E poi lo sterzo leggerissimo che, combinato ad un raggio di sterzata di 5,25 metri, rende la ricerca del parcheggio un gioco quasi divertente. Atto 2 è progettata per trasmettere il massimo comfort possibile in città – obiettivo raggiunto - ma quando ti immetti in autostrada le prestazioni sono di tutto rispetto: trazione anteriore, un’accelerazione da zero a 100 km/h in 7,9 secondi, 160 km/h di velocità massima, una “modalità sport” che ti connette direttamente a 170 cavalli tramite il pedale del gas e un pedale del freno che definire “pronto” è quasi un eufemismo.

L’obiezione da porre a questo punto è: ok, ma per quanto dura tutto questo? Se dell’autonomia di Atto 2 nel contesto urbano abbiamo parlato in apertura, è giusto sottolineare che su una statale si possono macinare 300 km senza finire in riserva, che diventano 200 km abbondanti sulle tre corsie autostradali. Seconda questione: quando ti fermi, quali sono i tempi di ricarica? Questa macchina dispone di una ricarica DC da 65 kW che può ripristinare la batteria dal 10% all'80% della capacità in 37 minuti, e dal 30% all'80% della capacità in 28 minuti. Un caricabatterie AC trifase da 11 kW è incluso di serie; può portare la batteria da completamente scarica al 100% in cinque ore e mezza. Tutto sommato il risultato non è niente male, soprattutto se si considera che solo il 2,4% degli italiani percorre in media più di 50 km al giorno.
Al di là di tutti questi numeri, contano le sensazioni. E le sensazioni, quando siedi all’interno di una BYD Atto 2, volgono tutte alla comodità. È una vettura che rispetta il tuo corpo, che rispetta i tuoi sbalzi d’umore: sa essere silenziosissima, ma all’occorrenza diventa casinara, loquace, con mille risorse a disposizione per intrattenerti. Hai bisogno di illuminare le tue giornate che spesso si incupiscono nel traffico della città? Regoli l’apertura del tettuccio panoramico e smarmelli, come direbbe Duccio Patanè in “Boris”. Con la sostanziale differenza che ogni angolo della Atto 2 riflette alta qualità. Alla fine questa macchina somiglia ad uno di quei film di cui non puoi fare a meno: li riguardi e ogni volta scopri una sfumatura nuova, uno spunto diverso, un preziosismo gradito. Atto 2 ti resta impressa, come un sogno che non smette mai di costruirsi, di evolvere: in estate arriverà la versione “Comfort”, per semplificarci ulteriormente la vita.