Mi sveglio in un letto che non riconosco. Poche ore di sonno e una notte agitata, come se avessi dormito in piedi. Di fronte a me, appesi al muro, due completi Tagliatore tra cui scegliere, un doppiopetto gessato e un vestito più classico, in lana leggera, nero. Sono da campionario, me li ha prestati il direttore di MOW, Moreno Pisto: lui li usa per andare in TV, qualche rivista di lifestyle ci avrà fatto degli shooting. Mi scoppia la testa. Barcollo verso il bagno nella camera di questo piccolo hotel milanese pensando a quella volta in cui mi sono sposato.
Boxer, calze filo di scozia, una t-shirt nera sempre di Moreno perché l’ho scordata. E poi, chiaramente, il doppiopetto gessato, certe occasioni vanno semplicemente accolte. Metto al polso un Omega a carica manuale degli anni Settanta, con dieci giri ci arrivi sicuramente a sera. Un miglioramento netto, eppure mi sento ancora come uno che ha dormito in una lavatrice accesa.

Arrivo in garage. Lei è più bella di come la ricordavo la sera prima. Occhi affilati, sorriso ampio e stretto, sempre troppo elegante per sciogliersi del tutto. Mezzo milione di euro e un nome che la definisce: Dodici Cilindri. Anzi, 12Cilindri. La seconda Ferrari che guido in vita mia, la prima automobile che guido, forse l’ultima, con un 12 cilindri aspirato. Quando eravamo bambini i nostri genitori ci hanno mentito su un sacco di cose, talmente tante che è impossibile ricordarle tutte. Eppure sulla Ferrari no, hanno detto solo la verità. Le aspettative sono state, per una volta, ben riposte. E tutto ciò è meraviglioso.
Quest’auto l’abbiamo ritirata a Maranello per poi passarci un’intera giornata tra le campagne emiliane. Di idee ce n’erano diverse: andiamo sull’Autobahn, in Germania. Alberto dice andiamo a St. Moritz. Portiamola in pista. Alla fine abbiamo deciso di fare l’unica cosa davvero necessaria: abbiamo guidato il più possibile. Stando dentro, piallati dentro l’abitacolo per vivere l’auto sempre. Così ci siamo resi conto che in questo caso non è il contesto a fare l’automobile, ma il contrario, per esempio fare la spesa con una 12Cilindri è diverso. Imboccare l’autostrada, fermarsi in un’area di sosta, parcheggiare fuori da un bar: è tutto diverso e più intenso, come lo sarebbe andare al mare parcheggiando il sottomarino a quattro metri dalla riva. Ma già presentarsi in Via Abetone a Maranello per ritirare un’auto è di per sé un’esperienza: pensi a quando l’ha fatto Mick Jagger - andandosene guidando la sua nuova 288 GTO, non col trasportatore - e ad altri che hanno fatto come lui, ai piloti, a Enzo Ferrari che da lì passava ogni mattina, alle vite veloci che hanno attraversato quel cancello.

Quando accendi la 12Cilindri suona forte ma non esagerata. Pensi che sì, sta succedendo. La prima la innesti con la paletta al cambio, il motore ha una risposta poderosa ma in qualche modo ordinata. Prima, seconda, terza. Paradiso e paura: arrivi tra i sei e i settemila giri, col V12 che spinge senza ritegno, e pensi di avercela fatta, di aver capito qualcosa di questa 12Cilindri. Poi ti rendi conto che ci sono altri tremila giri, i tremila che ti fanno paura quando provi ad accarezzare la zona rossa per vedere che succede. La macchina si trasforma ed è furia e rigore: spinge come un demonio senza scomporsi, senza ballare, rigida e comunicativa da impazzire. E poi suona. Forte, meravigliosa, piena. È un suono che ti entra nelle ossa e che vai a cercare in continuazione. Difficile, se non c’è la strada adatta e il momento giusto, arrivare a sentirlo. Due numeri sul motore: un V12 a 65° aspirato da 6,5 litri, in grado di produrre 830 CV a 9.250 giri e 678 Nm di coppia a 7.250 giri. Si fatica a rendere l’idea delle dimensioni, dell’importanza e della fascinazione che viene prodotta da questo capolavoro della meccanica. Aprendo il cofano, che al suo interno lascia scoperte le ruote come si trattasse di una monoposto da gara, è un trionfo di fibra di carbonio attorno a questo cuore rosso, con le due bancate massicce e solide. Giusto, forse addirittura geniale chiamare così la vettura che porta in dote questo motore: 12Cilindri è un nome che basta a sé stesso, sia per i tempi in cui viviamo, in cui di propulsori così non se ne vedono più, sia per omaggiare Enzo Ferrari che da questa architettura è partito per poi considerarla sempre inarrivabile. È l’essenza Ferrari ed è bello che anche adesso, nel 2025, questa essenza sia ancora un motore e non una colorazione, una sigla luminosa, un radiatore.

C’è da girare il video però, il tempo è poco, piove. A tratti in maniera esagerata. L’intuizione dopo la delusione: con la pioggia non c’è nessun altro posto in cui vorresti essere più di questo, seduto su di una Ferrari 12Cilindri tra le colline degli Appennini. È una fiaba. La macchina comunica così bene che sembra una persona, una di quelle che si impegna per farsi piacere: ti capisce in un attimo, a volte ti anticipa. Diventa quasi pericolosa perché con lei hai sempre ragione, siete un tutt’uno e magari vai pure oltre quelle che sono le tue capacità. Per fortuna mai troppo.
Quando passi una giornata in questa macchina non vuoi andare a dormire. E quando arrivi a letto, sfinito, non dormi. Eppure il giorno dopo è come fosse il tuo matrimonio. Lei è lì che aspetta in garage. Serve, la macchina, per arrivare all’evento in piazza: è la Milano Fashion Week 2025, niente di meno. Attorno transenne, vigili che bloccano la strada, influencer, ragazzi col telefono: attorno c’è un’umanità tesa, appesa a un qualche segnale divino da parte di quelle che, per qualcuno, sono effettivamente divinità. Io tra loro, tra gli dei, almeno finché non parcheggio la mia 12Cilindri e scendo, teso, per assistere alla prima sfilata della mia vita. Ho un posto vicino a Jo Squillo. Entrando vedo Giovanni Soldini, poi John Elkann assieme ad Anna Wintour. Capisco, in ritardo, che le fotografie sono fortemente sconsigliate. L’esibizione, che inizia con un duo voce e pianoforte, dura dieci, forse quindici minuti. Tutte quelle storie sull’energia che senti dire dagli stilisti sono vere.
La Ferrari è, autentica. Vera. Come poche altre cose al mondo.

