Come ha scritto Gustavo Bialetti su La Verità, dopo un weekend così, altro che Formula Uno: in Ferrari farebbero bene a prepararsi al varo. Non di un nuovo motore, ma proprio di una barca. Perché se il Cavallino Rampante deve continuare a umiliarsi come accaduto a Miami, allora tanto vale seguire l’ultima illuminazione del presidente John Elkann: mollare i cordoli e salpare. Verso il futuro, dice lui. In mare aperto, stando attenti a non imbarcare acqua. Come ricorda Gustavo Bialetti su La Verità, è stato lo stesso Elkann, lo scorso 16 aprile durante l’assemblea degli azionisti Stellantis, a mollare l'ormeggio: “Enzo Ferrari era sempre alla ricerca della prossima sfida, proprio come noi oggi. Ci stiamo preparando a entrare nel mondo della vela: la ricerca delle massime prestazioni in mare ci offrirà nuove opportunità di innovazione in termini di tecnologia, prestazioni e sostenibilità, e siamo certi che le nostre conoscenze ispireranno le nostre future auto da corsa e sportive.”

Miami doveva segnare la ripartenza. Era la vetrina americana, quella delle star e dei riflettori. Invece è arrivata la solita minestra rancida: settimo Leclerc, ottavo Hamilton, una strategia ai limiti del dilettantismo e i due piloti che litigano via radio come se si stessero passando il telecomando. Ciliegina: la livrea blu e bianca. Per un attimo, sembrava girasse la Williams col logo Ferrari. Il vero guasto, però, è culturale. Come nota giustamente Bialetti, “quando in F1 si gareggerà a vela, bisognerà dargli atto di essere troppo avanti per il mondo di oggi”. Ma fino a quel giorno, Elkann appare come un dirigente scollegato da tutto: dalla pista, dalla passione, dalla realtà. Enzo Ferrari non c’è più, ma sarebbe interessante sapere cosa direbbe davanti a un’auto “ibrida” non nel senso tecnico, ma visivo, che scimmiotta altri team per puro esercizio stilistico. Probabilmente non direbbe nulla. Si limiterebbe a guardare. Come fanno ormai da tempo milioni di ferraristi, sempre più disillusi, sempre più lontani. O magari prenderebbe il largo, su una Ferrari a vela. Ma non mettiamo Hamilton e Leclerc sulla stessa barca, per carità.

