Un disastro nella Sprint Race, un capolavoro nella qualifica: Max Verstappen conquista la pole position a Miami, la sua terza stagionale, battendo ancora una volta la McLaren, questa volta alle sue spalle con Lando Norris. Semplicemente di un altro pianeta, perché proprio quando i Papaya sembravano pronti a staccare tutti e a fare il vuoto alle loro spalle, dopo uno spaventoso 1-2 al termine del Q2, ecco che l’olandese piazza il colpo e fa la differenza su tutti gli altri. Non ce n’è per nessuno e dopo il caos della “garetta” si riscatta, alla sua maniera.

Nuovo record della pista e 43esima pole position in carriera, lasciando tutti a bocca aperta, ancora una volta. “È stata una grande qualifica, abbiamo migliorato la macchina, che oggi non era poi così male. Nel Q1, Q2 e Q3 abbiamo migliorato ad ogni tentativo, siamo riusciti a trovare il limite” ha commentato una volta sceso dalla RB21. “Ho perso un po' di tempo in curva uno, però alla fine è andata bene e sono molto contento della pole. Sono migliorato in termini di costanza nel corso degli anni e di questo sono molto soddisfatto. Dobbiamo vedere come sarà il meteo domenica, però siamo nella miglior posizione di partenza. In gara sarà diverso, cercheremo di puntare al massimo con quello che avremo a disposizione. Dovremo essere perfetti e non sarà semplice”.
A Miami però non è solo Max il protagonista delle qualifiche, perché a brillare è ancora Kimi Antonelli, che dopo la pole sprint messa a segno nella giornata di venerdì piazza la sua Mercedes al terzo posto, staccato di 67 millesimi dall’olandese (che in parco chiuso non perde l’occasione per stringergli la mano) e di appena 2 dalla seconda posizione di Lando Norris. Un altro capolavoro, nonostante sia solo alla sua sesta gara in Formula 1: in America Kimi ha cambiato passo, soprattutto in qualifica, l’area su cui più volte aveva ribadito di dover lavorare per migliorare. Una risposta forte dopo la Sprint Race, come da lui stesso ribadito appena sceso dalla vettura: “Dopo la sprint ero un po’ deluso, però è bello reagire in questo modo”. Un risultato spaventoso, specie se confrontato con la quinta posizione di George Russell alla bandiera a scacchi, apparso sin dall’inizio di weekend più indietro rispetto all’italiano. Per l’inglese manca la fiducia nella W16, come lamentato via radio a metà Q2: “Non ho grip, scivolo dappertutto e non riesco a capire il perché”.

Chi tradisce le aspettative, almeno al termine della qualifica, è invece Oscar Piastri, solo in quarta posizione: l’australiano pasticcia, tanto che in Q3 è addirittura più lento di un decimo rispetto al tempo fatto segnare dopo il primo tentativo di Q2, così da complicare notevolmente quella che sarà la gara. La McLaren soffre l’aria sporca e partire con tre monoposto davanti non è certamente una situazione ideale per chi fino a Miami era stato quasi sempre perfetto, prendendosi di forza la leadership del Mondiale. Un sabato amaro per l’australiano, ancor di più se si considera la beffa arrivata al termine della Sprint Race.
E se nelle prime cinque posizioni ci sono una Red Bull, due McLaren e due Mercedes, per trovare la prima Ferrari bisogna scendere fino all’ottavo posto, con Charles Leclerc staccato di mezzo secondo da Max Verstappen. Una delusione, l’ennesima di questo inizio di stagione: la SF-25 non ne ha e il distacco incassato è lapidario, tanto che meglio del monegasco riescono a fare le due Williams, con Sainz sesto e Albon settimo. “La situazione è molto difficile, perché anche oggi ho terminato il giro e ho pensato ‘non ce n’è di più’ e già in Q2 avevo fatto una fatica enorme per passare in Q3” ha affermato, quasi a testa bassa, Leclerc a Sky Sport. “Questo weekend è stato molto complicato, siamo persino dietro la Williams e non si tratta di fortuna da parte loro. Facciamo fatica nelle curve lente e spero che gli aggiornamenti che arriveranno ci aiuteranno”. Un disastro, ancor di più se si considera che Lewis Hamilton invece non sia nemmeno riuscito a entrare in Q3, eliminato al termine del secondo taglio e costretto a scattare dalla dodicesima posizione. Una prestazione che riporta tutti con i piedi per terra, perché il podio della Sprint è stato solo frutto di una scommessa vinta, niente di più.

