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Ma cosa ci faceva John Elkann con Trump? E perché Stellantis fa il tifo per Musk e Tesla? Tra abbattimento degli standard ambientali per l’automotive e dazi…

  • di Matteo Suanno Matteo Suanno

1 aprile 2025

Ma cosa ci faceva John Elkann con Trump? E perché Stellantis fa il tifo per Musk e Tesla? Tra abbattimento degli standard ambientali per l’automotive e dazi…
L’amministratore delegato del gruppo Stellantis John Elkann ha parlato con il presidente Usa Donald Trump poco prima della “data X” dell’inizio dei dazi statunitensi sulle importazioni dall’Unione europea. Ma, a detta del tycoon, il cuore della conversazione è stato l’abbattimento degli standard ambientali per il settore dell’automotive che finora Stellantis era riuscita a evitare anche grazie ai certificati green erogati da Tesla. Ma con la crisi dell'azienda di Musk...

di Matteo Suanno Matteo Suanno

A poco più di ventiquattr’ore dall’entrata in vigore dei dazi statunitensi sulle importazioni provenienti dall’Unione europea (Ue), l’amministratore delegato di Stellantis John Elkann, ha incontrato il presidente statunitense Donald Trump. Sul tavolo, il futuro dell’automotive e i massicci investimenti nell’elettrificazione del gruppo che controlla, tra agli altri, anche i marchi, Jeep, Fiat, Peugeot e Citroën: “Abbiamo parlato di alcuni problemi legati all'ambiente, che ci impegneremo a risolvere”, ha detto Trump al termine del colloquio avvenuto nella nottata italiana tra il 31 marzo e il 1 aprile e che non è stato commentato da Elkann.

Donald Trump
Il presidente degli Stati uniti Donald Trump

Nonostante il momento delicato per il commercio mondiale, con i dazi al 25 per centro pronti a scattare, sembra che l’incontro abbia riguardato soprattutto gli standard ambientali sulla produzione di automobili: "Hanno reso impossibile costruire un'auto. Li riporteremo ad un livello che è ottimo dal punto di vista ambientale e che consente di costruire", ha continuato Trump. Già internamente Trump ha ordinato una revisione dei rigidi standard ambientali formulati dall’Agenzia per la Protezione Ambientale (Epa) e che avevano costituito un “ponte” di politiche favorevoli alla transizione ecologica tra l’amministrazione Biden e quella dell’Ue. Tuttavia, ultimi con l’implementazione del green deal negli ultimi anni, l’industria automobilistica europea ha dovuto avviare una massiccia trasformazione del settore per rispettare il regolamento che prevedeva lo stop ai motori endotermici entro il 2035. La spinta all’elettrificazione del settore è però stata recepita come un cambio radicale ed estremamente complesso da sviluppare entro regole e tempistiche troppo stringenti, in cui è apparso evidente il ritardo dell’Unione europea rispetto al altri player globali; su tutti, la Cina. Per quanto riguarda Stellantis, bisogna ricordare che l'Unione europea ha rinviato le sanzioni che dal 2025 avrebbero dovuto punire i produttori non in grado di rispettare i target sulle emissioni di gas serra. L'implementazione di tali misure è stata rinviata al 2027, e con esso il rischio per Stellantis di incorrere in multe molto salate: "La proroga ci dà un po’ di respiro ma non fornisce una soluzione", ha detto Jean Philippe Imparato, ex ad di Alfa Romeo e capo europea di Stellantis. In questo contesto, la prospettiva della “deregulation” su cui spinge Trump potrebbe favorire un ritorno alla produzione di veicoli a combustione interna con standard meno restrittivi.

 

Ursula von der Leyen
La commissaria europea Ursula von der Leyen

L’allentamento delle regolamentazioni di mercato voluto da Trump e imposto all’Unione europea attraverso una politica estera aggressiva, è diventato un tema di primaria importanza per le strategie future di Stellantis. Ancor più ora che la crisi di Tesla rischia ostacolare la produzione di certificati green che Elkann compra dall’azienda di Musk per aggirare i limiti di Bruxelles. A inizio 2025, infatti, Stellantis è entrata all'interno di un pool creato da Tesla nel quale compaiono anche da Toyota, Ford e Mazda che consente alle aziende di mettere in comune le proprie emissioni per evitare le sanzioni. Secondo quanto rivelato da due fonti a Milano Finanza, "il crollo delle vendite di Tesla, oltre a mettere a rischio un business molto redditizio per la casa di Musk come quello dei certificati green, può far fallire il pool di condivisione delle emissioni. Secondo le fonti, se Tesla non recupera subito almeno il ritmo di vendita dello scorso anno, potrebbe non riuscire a vendere la quantità di auto elettriche necessaria a generare la quota di certificati verdi da vendere a Stellantis e agli altri membri del pool per rispettare i target sulle emissioni". Appare infine strano che, stando a quanto detto da Trump, Elkann non abbia chiesto una sospensione dei dazi sulle auto che rischiano di danneggiare pesantemente Stellantis. Il 2 aprile è stato rinominato dal presidente “Liberation day”, che ha poi aggiunto come la politica dei dazi sarà più dura per i cosiddetti “parassiti” degli Stati Uniti: “"Quasi tutti hanno approfittato di noi. Con chi non l'ha fatto, saremo molto gentili", ha concluso Trump.

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