Se non fosse per il Cavallino, John Elkann sarebbe di fronte all’annata più fallimentare della sua esperienza da amministratore delegato di Exor. Il 2024 ha infatti fatto registrare molti risultati negativi per la holding finanziaria, vero e proprio forziere del patrimonio della famiglia Agnelli. Con il tonfo di Stellantis e Juventus a rischio ricapitalizzazione – sarebbe la quarta dal 2019 – Ferrari rappresenta oggi la fiammella di speranza a cui Elkann si affida per salvare la propria reputazione di businessman, insieme a uno dei progetti più cari alla sua famiglia. È dalla solidità finanziaria del Cavallino che Elkann sta operando per avviare una nuova stagione di investimenti in settori ancora da capire.

Nel 2024 l’attivo netto di Exor è cresciuto del 9 per cento, che equivale a 38,3 miliardi. Se comparato all’Msci World, l’indice borsistico mondiale con cui Elkann si confronta costantemente, il dato si ridimensiona, dal momento che quest’ultimo ha fatto registrare un rialzo di ben il 25 per cento. In parole povere, Elkann sembra meno capace di generare valore rispetto all’andamento globale della borsa: “un sorpasso che non accadeva dal 2020, sperimentato appena 4 volte da quando Elkann siede a capo di Exor dal 2009”, scrive Fabio Pavesi sul Domani. La magra performance finanziaria di Exor non ha però dissuaso il suo amministratore delegato dall’aumentare la propria remunerazione. Parliamo di oltre 11 milioni di euro all’anno tenendo conto della componente fissa e di quella variabile, contro gli 8 milioni e mezzo del 2023. Un dato che stride enormemente se si guarda ai risultati di Stellantis, che ha fatto perdere a Exor quasi 4 miliardi di valore complessivo, diminuendo il proprio valore a bilancio da 9,5 a 5,6 miliardi.

In un quadro complessivo non senza difficoltà Ferrari rappresenta un appiglio: il titolo oggi vale oltre 18 miliardi di euro, per quanto riguarda la quota del 24 per cento detenuta fino a pochi giorni fa da Exor. La solidità finanziaria del Cavallino l’ha messa al centro delle scelte di Elkann, tanto che per fare liquidità ha appena venduto il 4 per cento delle quote intascando 3 miliardi di euro. Un valore che potrà supportare nuove acquisizioni in settori ancora da chiarire, ma che potrebbero ricalcare quelli su cui Exor punta ormai da anni: lusso, sanità e tech. Riguardo all’indirizzo di questa nuova fase di investimenti Elkann ha specificato che “Non c'è nessuna volontà di Exor di investire nell'industria della difesa”, e che prevede di adottare un piano simile a quello tenuto per l’olandese Philips, acquistata per il 15 per cento nel 2023 per un valore di 2,6 miliardi e portata fino all’attuale 18,7 per cento.
