Mentre il mondo si arrabatta tra recessioni annunciate e speranze di ripresa, Donald Trump, mai avaro di idee spettacolari, rispolvera una delle sue vecchie passioni: i dazi contro la Cina. Questa volta, però, la faccenda ha preso una piega ancora più oscura. Perché non si parla solo di economia, ma di Fentanyl, auto elettriche e il solito cocktail geopolitico che sa di guerra futuristica per l'egemonia commerciale a livello mondiale.
Il Fentanyl è il nuovo mostro da sconfiggere che sta soffocando le periferie e i sobborghi degli Usa. Oppiaceo sintetico 50 volte più potente dell’eroina, è al centro dei pensieri della politica trumpiana. Solo nei primi due mesi di quest'anno, la Us Customs and Border Protection (Cbp) ne ha sequestrato almeno 2.500 chili, e quasi 20 mila chili ne erano stati intercettati nel corso del 2023. Secondo il presidente eletto, gran parte della crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, piaga che miete decine di migliaia di vittime ogni anno, ha origine in Cina passando per il Messico, che fornirebbe agenti chimici fondamentali per la sua realizzazione. Per Trump infatti, la Cina non si limiterebbe a esportare auto elettriche e gadgettistica a buon mercato, ma anche il veleno che ormai sta devastando intere comunità americane. E mentre annuncia dazi fino al 35%, accusa pubblicamente il regime di chiudere un occhio (se non entrambi), sul traffico illecito. Un’accusa che ovviamente Pechino respinge con forza. In tutto questo, però bisogna ricordare che gli Usa hanno bisogno della Cina tanto quanto il Dragone degli Yankees.
Byd vs Tesla, Cina vs Usa
Non solo traffici illeciti: a impensierire Trump c'è anche la concorrenza commerciale che corre anche nel mondo delle auto elettriche. La Byd per esempio, gigante cinese sostenuto indirettamente dal governo di Pechino, sta intaccando la leadership globale di Tesla, fiore all'occhiello della nuova frontiera tecnologica americana targata Elon Musk, primo finanziatore del partito trumpiano e futuro membro del governo a stelle strisce a tutti gli effetti. Forse però non tutti sanno che Musk cova e già detiene grandi interessi commerciali in Cina. Nel frattempo però il marchio Byd infatti ha iniziato a invadere l'Europa con vetture economiche e performanti, suscitando di conseguenza preoccupazioni oltreoceano. Per Trump, la soluzione a tutto questo è semplice: dazi punitivi. Non importa se penalizzeranno anche i consumatori americani, ciò che conta è frenare l'ascesa cinese.
Forse dietro la crociata di Trump c’è qualcosa di più. Non è solo questione di oppioidi e il mercato dell'auto. È anche una questione di ritorno alla magnificenza americana. I dazi sono una bandiera, un modo per dimostrare ai suoi elettori che la Cina è il nemico numero uno e che l’America deve tornare a essere la prima potenza mondiale. Trump spera quindi di colpire la Cina dove fa più male, sul piano economico, e al tempo stesso rafforzare la sua narrazione elettorale di difensore dell’America contro tutto e tutti. Ma la Cina non è rimasta a guardare. Lungi dall’essere intimidita, ha consolidato la sua posizione sul mercato globale. È praticamente pronta a essere indipendente anche sulla questione sistema operativo mobile, HarmonyOS Next si proietta come alternativa a iOS e Android dopo il colpo americano inflitto dal ban di Huawei. Per ogni dazio imposto dagli Stati Uniti, Pechino è pronta a rispondere con contromisure mirate, creando un pericoloso effetto domino.