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Auto elettriche, le aziende (non solo Elkann e Tavares) dovranno pagare Elon Musk (Tesla) per dei “crediti green”? E non c’entrano Trump, il Doge e l’amicizia con Meloni (ma l’Europa e…)

18 novembre 2024

Auto elettriche, le aziende (non solo Elkann e Tavares) dovranno pagare Elon Musk (Tesla) per dei “crediti green”? E non c’entrano Trump, il Doge e l’amicizia con Meloni (ma l’Europa e…)
Meno incentivi e stesse scadenze, in Europa l’auto elettrica è ancora un problema, nonostante possa essere la migliore soluzione in termini ambientali. Il problema? L’Ue ma anche i singoli Stati (soprattutto l’Italia, che è indietro rispetto a Francia e Germania). E i brand riusciranno a convertirsi in tempo? Forse no, e potrebbero dover chiedere un aiutino a Elon Musk…

Del crollo della produzione e delle vendite nel settore automotive si parla da mesi, con Elkann e Tavares che sembrano voler dare nuove indicazioni a Stellantis (spostarsi in Spagna, per esempio, e – forse – chiudere alcuni stabilimenti). A trainare la crisi è forse l’auto elettrica? Milena Gabanelli, nel suo Dataroom ospitato dal Corriere della Sera, fa il punto sul mercato dell’auto green. Auto dagli indubbi benefici ambientali, sottolinea, soprattutto se parliamo dell full electric, che nella fase di produzione generano il doppio delle emissioni rispetto ai veicoli benzina, ma “se si considera l’interno ciclo di vita (circa 15 anni) i modelli in circolazione già oggi riducono le emissioni di gas serra oltre il 60% rispetto agli equivalenti con motore endotermico”. Ecco la prospettiva: “Entro il 2050 si arriverà all’80% grazie alla decarbonizzazione della generazione elettrica e all’avanzata tecnologica delle batterie”. Allora cosa non va? Il Paese che vende il maggior numero di bev è la Germania: “In tre anni anni fa la quota di mercato era all’11,7%. In due anni le immatricolazioni hanno raggiunto il 18,4%, ma nel 2024 il governo ha bloccato anticipatamente i sussidi e nei primi nove mesi si è scesi al 13,1%”. Gli incentivi sembrano essere il problema anche della Francia che, nonostante l’aumento nel 2023, nel 2024 hanno visto la crescita di bev vendute rallentare. In ogni caso, oltralpe va decisamente meglio che qui.

Milena Gabanelli
Milena Gabanelli
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In Italia, infatti, come sottolineato da Gabanelli, “le full electric non si muovono dal 4% del totale”. E nel 2025 il Fondo Automotive verrà tagliato di 4,6 miliardi di euro, per cui non speriamo di poter andare meglio fra qualche mese. La diagnosi di Gabanelli e del suo team è una sola: “La Ue ha fatto le leggi, ma poi non ha sviluppato una politica industriale e di sovvenzioni coordinata per approcciare un cambio epocale, perché ogni Paese ha preferito andare per conto proprio. E ogni Paese ha un problema diverso. Si è puntato sulla produzione di fascia alta perché la domanda arriva dai più abbienti, mentre le auto di piccola e media dimensione restano ancora troppo costose, in media il 20% in più rispetto agli equivalenti modelli a benzina. Poi è arrivata la crisi economica e la conseguente incertezza sui tempi della transizione”. A tutto questo si aggiungono i nuovi limiti alle emissioni che entreranno in vigore già il prossimo anno e che costringeranno le aziende ad accelerare la corsa verso la transizione energetica, pena un esborso incredibile: “Vuol dire che se le aziende non si adeguano, producendo più auto ibride ed elettriche per compensare le emissioni della produzione endotermica dovranno pagare multe milionarie. In alternativa è concesso comprare crediti green da Tesla”.

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