La creazione di una cattedra dedicata alla cultura italiana all'Università di Pechino, voluta dalla Fondazione Agnelli, sembra aprire un nuovo capitolo nei rapporti tra Italia e Cina. L'iniziativa è stata accolta con entusiasmo da Romano Prodi, che sarà il primo a ricoprire il ruolo di docente: “Un ponte culturale tra i nostri Paesi”, ha dichiarato l’ex presidente del Consiglio, sottolineando l'importanza di offrire al pubblico cinese un assaggio di Italia attraverso scienza, politica, storia e letteratura. “C’è tanta voglia di Italia qui in Cina. È una grande opportunità”, ha aggiunto John Elkann, presidente della Fondazione Agnelli, evidenziando l'ambizione di raccontare “il meglio della cultura italiana di ieri e di oggi”.
L’obiettivo della cattedra Agnelli non è solo la divulgazione della cultura italiana, ma la costruzione di un dialogo profondo con il mondo accademico cinese. Ogni sei mesi, un nuovo esperto rappresenterà un aspetto della cultura italiana, dalle scienze sociali alle discipline artistiche. Un’iniziativa importante in un’epoca di crescenti tensioni internazionali, come ha sottolineato Elkann, e un tentativo di mantenere aperto un canale di scambio culturale tra due nazioni che hanno secoli di relazioni storiche alle spalle.
Ma questo ponte culturale si colloca in un contesto più ampio, in cui la Fondazione Agnelli non è nuova a iniziative filantropiche di rilievo. Dalla cattedra all’Università Bocconi in onore di Gianni Agnelli alla cattedra a Oxford per la letteratura italiana, fino alle relazioni internazionali presso la Johns Hopkins negli Usa, la Fondazione dimostra il suo impegno nel mondo accademico. La nuova cattedra a Pechino si inserisce quindi in una tradizione di lungo corso.
Tuttavia, il quadro non sarebbe completo senza un accenno al contesto commerciale che circonda l’iniziativa. In parallelo, infatti, mentre le cose nel settore automotive non stanno andando benissimo Stellantis (di cui Elkann è presidente) stando a Torino Cronaca ha firmato un accordo per rafforzare la presenza di Alfa Romeo e Jeep in Cina. Attraverso una partnership con China Automobile Trade, Stellantis avrebbe avviato una nuova fase di espansione, puntando ad aprire oltre cento punti vendita per il mercato cinese. Jeep e Alfa Romeo, con il loro posizionamento “premium,” sembrano rispondere alla domanda cinese di auto di fascia medio-alta. Si tratta di un tentativo di conquistare un mercato che si è rivelato difficile in passato, specie con il calo della domanda per Maserati.
Non pare un caso, quindi, che l'inaugurazione della cattedra Agnelli a Pechino avvenga proprio in concomitanza con queste mosse commerciali. Exor, holding di Elkann, oltre a controllare Stellantis, è anche azionista di Ferrari, un altro brand di lusso con ambizioni di espansione in Cina. Mentre Leapmotor, partner cinese di Stellantis, collabora già con il team di ricerca e sviluppo di Maserati per migliorare l'adattamento dei propri veicoli al mercato locale.