E’ trascorso un anno dalla morte di Giulia Cecchettin, la giovane ragazza di soli 22 anni uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta. Una morte tragica, improvvisa a cui la famiglia di Giulia ha dovuto imparare a sopravvivere. Gino Cecchettin, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, ha raccontato come è riuscito a non provare un sentimento di odio nei confronti di chi ha tolto brutalmente la vita a sua figlia. Giulia, studentessa di ingegneria biomedica, è stata ricordata dal padre con il lancio di una fondazione che porta il suo nome: "Ho imparato a concentrarmi sul positivo. Io, come sempre faccio, prendo una foto di Giulia. Me la guardo e non c’è nulla di negativo che appare alla mia vita. Mi concentro sul bello. E sono riuscito ad ascoltare le parole di Filippo senza provare odio, rabbia".
Un punto, questo, a cui è arrivato dopo un anno: "Mi sono reso conto quanto sia importante per creare valore. Però mi sono reso conto anche che attorno a me si respirava qualcosa di negativo. Ed è umano, è comprensibile. Tutti questi sentimenti vengono poi immessi nel proprio ecosistema. Ecco a me è sembrato di vedere come se noi vivessimo in un’atmosfera dove noi singoli siamo degli individui che possono produrre ossigeno o anidride carbonica. L’ossigeno è un sentimento positivo, l’anidride carbonica è qualcosa di negativo. Perché poi lo portiamo a casa, lo portiamo nelle relazioni con i nostri cari. Quindi quando noi recepiamo qualsiasi elemento negativo, da tutto ciò che accade attorno a noi, sta a noi come reagiamo". Intanto il processo contro Filippo Turetta va avanti.