Jeremy Clarkson è un tipo ironico, che sa ridere delle disgrazie e dei fallimenti. Se poi a rimetterci è Richard Hammond è ancora più facile. Il suo compagno di Top Gear, infatti, anni fa aveva comprato Jaguar E-type Serie 1, sperando che il mercato lo premiasse. E così fu: il valore dell’auto, infatti, si triplicò. “Poi, bam, il mercato delle E-type si è fermato e ora vale più o meno quanto la pagò. Non sto esultando mentre scrivo questo, lo prometto. Però sì, sto sorridendo”. Clarkson rimane sulla questione: “Perché il mercato delle E-type si è fermato? L’ho chiesto a Hammond, che dice che queste vecchie Jaguar sono un po’ delle eccezioni nel mercato delle auto d’epoca: ‘Furono le prime a salire quando il mercato decollò, e ora sono le prime a scendere’. È un’osservazione interessante, ma non sono sicuro che regga, perché, guardando al mercato nel complesso, i valori delle auto classiche non stanno scendendo. Solo di recente, per esempio, qualcuno ha pagato quasi 600.000 sterline per una Sierra Cosworth”. Comunque il conduttore una spiegazione se l’è data. Le auto come la Jaguar piacevano a quelli della sua generazione. Il problema è che ora quegli stessi uomini hanno “l’artrite, cataratta e ginocchia malconce. E l’idea di infilare i nostri corpi fragili in una vecchia auto d’epoca per un giro nel weekend non ci attira più. Preferiamo il comfort di un Range Rover. E la nuova generazione? Qui viene il bello. Per chi ha quarant’anni, la E-type non è mai stata un’auto da sogno. La vedono come io vedo una Vauxhall Prince Henry o quelle vecchie carrette con predellini e comandi esterni. Interessarsi a una Daytona, per loro, è come chiedermi di appassionarmi a una lavatrice a carica dall’alto”.

Jeremy non se la sente di porsi come esperto: “Una volta ho venduto una Bmw 3.0 Csl per 3.250 sterline — circa 200.000 in meno di quello che avrei potuto ottenere aspettando un po’. E ho rifiutato una Ferrari 275 Gts perché costava 80.000 sterline. Oggi ne servirebbe più di un milione”; però un consiglio lo dà lo stesso: “Se dovessi puntare su una futura classica, sceglierei una Bmw M2 del 2018. Ha tutte le carte in regola: per l’ultima generazione cresciuta con la PlayStation era un’auto da poster, e presto i guadagni in bitcoin consentiranno a molti di trasformarla nello sfizio di un weekend. È una macchina affascinante e, soprattutto, una vera sportiva di razza”. Da qui il discorso passa alla M2 attuale: “Quando la nuova M2 è arrivata, non mi ha fatto una buona impressione. Non è bella. Se la vecchia M2 era Russell Crowe in Il Gladiatore, questa è Russell Crowe oggi”. I difetti ci sono, su tutti i paraurti, ma “dentro, ti accoglie un gigantesco schermo, come un’enorme TV da casa popolare, ma alla fine il sistema si rivela intuitivo. E i sedili in parte in pelle e in parte in fibra di carbonio? Fantastici: ti avvolgono. Forse i migliori mai provati. La vera sorpresa è il cambio manuale e la guida “con 473 cavalli e trazione posteriore, è spettacolare. E senza il peso dell’ibrido, è ancora meglio. Forse non emoziona come la vecchia M2, ma il comfort è eccellente, persino in modalità estrema”. Il resoconto finale di Clarkson? “Non riesco a togliermi dalla testa che con metà del prezzo puoi avere una vecchia M2: più divertente, senza avvisi fastidiosi, più bella e con buone probabilità che aumenti di valore. Solo un pensiero”.
