Emiliano Perucca Orfei torna dalla Turchia con un’illuminante riflessione: la Fiat Tipo, alias Egea, “best car of the year”, è una world car solida e intelligente che, in quel mercato, “vive un milione e mezzo di chilometri”, incassa riparazioni con fil di ferro e continua a fare il suo dovere: spazio, comfort, guidabilità, tutto al giusto prezzo. Ma il racconto si fa più grande. L'erede della Tipo-Egea arriverà dalla piattaforma Smart Car (già vista su Citroën C3 e Grande Panda), “la piattaforma Smart Car è scarna, costa poco, ma ti permette di fare tutto: benzina, ibrido, elettrico, è low cost ma non stupida”, prodotta in Marocco su plus produttivi, con soluzioni low cost ma globali: la versione Fastback Suv Coupé e la “Multipla” (una Duster-Panda ibrida) saranno il nuovo volto di Fiat destinato ai mercati emergenti ed europei.
E qui entra in scena un contesto caldo: mentre la produzione a Mirafiori langue, Stellantis ha offerto agli operai torinesi di lavorare temporaneamente nello stabilimento serbo di Kragujevac, dove si assembla la Grande Panda. 70 euro al giorno includono vitto e alloggio, con il contratto pieno, a patto di accettare la trasferta - offerta che i sindacati considerano “una soluzione tampone, non un piano di rilancio” per Torino. Il quadro si complica: da una parte, una piattaforma economica pensata per durare nei mercati globali; dall’altra, un’azienda che delocalizza non solo produzione, ma anche manodopera, spostando stabilimenti, operai, e prospettive. Perucca Orfei osserva quel mondo emergente industriale con pragmatismo: “Egea campa, la nuova Fastback potrebbe seguire ovunque serva”, ma nel contempo la Fiat Made in Italy viene svuotata, pezzo dopo pezzo.
