Emiliano Perucca Orfei l’ha vista dal vivo e non ha dubbi: “Questa non è la solita Tesla Model Y: hanno ascoltato i clienti e sistemato le minchiate”. La nuova Tesla Model Y Performance sembra un missile travestito da Suv: 460 CV, 0-100 in 3,5 s e 249 km/h di punta, ma con un comfort finalmente all’altezza dell’uso quotidiano. La notizia grossa? Sospensioni a controllo elettronico: addio seduta “pestone” dietro (“ti sbomballa il cervello”, diceva della precedente), ora puoi scegliere tra morbida e rigida. Dentro arrivano sedili più contenitivi e ventilati (“fondamentale, altrimenti scendi sudato”), schermo con cornici ridotte e, finalmente, bocchette chiudibili anche dietro. Fuori restano i cerchi da 21” e i freni rossi Performance (Brembo a 4 pistoncini: belli, ma il feeling resta migliorabile).
Capitolo batteria: ufficialmente non pervenuto, ma “pare si passi a un LG da 84 kWh”, più denso e leggero, con benefici su autonomia (fino a 580 km) e ripetibilità della performance. Perucca Orfei, in arte Masterpilot su Youtube, spera anche in una curva di ricarica meno triste della vecchia 77: oggi le tedesche a 800V volano ai DC fast, qui siamo ancora più lenti. Però l’ago della bilancia resta l’ecosistema Supercharger: “Affidabilità 99,9% e a 0,45 €/kWh viaggi come a gasolio; a casa, come Gpl”. E questo, per chi non ha box o fa tanta strada, fa tutta la differenza. Prezzi: la Y parte poco sopra i 40 mila euro, la Performance sta a circa 62mila euro. Il target? Chi usciva da Tiguan e simili e ora può mettersi in garage un Suv D che “è un caccia” ma costa come una generalista ben accessoriata. E chiosa senza tifoserie: “Io non sono contro l’elettrico nativo, sono contro l’imposizione. Ma qui Tesla ha fatto un altro bel lavoro”. E stavolta, tra prestazioni e vita vera, il compromesso sembra finalmente centrato.
