Ola Kallenius. C’è un suono quasi magico, in quel nome nordico. Emiliano Perucca Orfei, giornalista di Automoto.it, youtuber e pilota, ne resta stregato, almeno all’inizio: “Ola Kallenius – dice in un video sul suo canale Press Review | Masterpilot – il nome mi piace da matti. Cioè se potessi mai rinascere nella mia vita vorrei chiamarmi Ola di nome e Kallenius di cognome. Cioè, uno così poteva far solo il capo della Mercedes. Ola Kallenius, cazzo, numero uno”. Poi, la parentesi si chiude. Perché non è il nome, stavolta, a occupare la scena, ma l’ultima dichiarazione del Ceo di Mercedes, anche presidente Acea (European Automobile Manufacturers' Association), con un messaggio che sembra uscire, con bicchiere e carte in mano, dall’immediatamente mitologico baretto di Campodarsego: “Mercedes, con il divieto dei motori termici rischiamo l'effetto Avana in Europa”. E qui, la stoccata: “Porca puttana, un altro è arrivato che doveva venire con me al baretto a Campodarsego. Vieni anche tu al baretto a Campodarsego, cazzo. Andiamo in un giorno, non so, mercoledì alle 5, 4:30, che ci sono quelli che battono la carta e ti dicevano anche loro ’sta roba qui, magari condita di qualche bestemmia, però te la dicevano uguale cinque-sei anni fa”. Il bar di Campodarsego non è solo geografia. È metafora. È la saggezza popolare che ridacchiava davanti agli slogan verdi delle multinazionali: “Quelli del bar ridevano: «Ah, che coioni quei che i fa le macchine. Adesso i vol far l’elettrica, ahahah», col bianchetto. Ma era il 2019, leggevano che il 2035 sarà tutto elettrica e questi ridevano”. Come, oltre la Manica e con la birra al posto del bianco, Jeremy Clarkson. La domanda che scuote, oggi più che mai: l’Europa rischia di diventare la Cuba delle auto, con vetture vecchie che circolano in eterno? “Parco auto vecchio sì, inquinante non lo so, però circolerà sicuramente per decenni. Su questo siamo tutti concordi. L’Europa rischia di affossare la propria industria automobilistica? Ma è già affossata. È già affossata. La cosa incredibile è che questi se ne accorgono adesso, lo ripeto, questi se ne accorgono adesso, cazzo. Non so quanti miliardi di euro guadagna Ola Kallenius, ma se ne accorge adesso. Hai voglia di dare la colpa al baffo di prima (Dieter Zetsche, ndr). È anni che non c'è più il baffo. E il baffo comunque faceva le macchine fighe. Io col baffo sono andato anche a Los Angeles quando ha presentato il nuovo Classe G, cazzo, con Schwarzenegger. Lo capisci la differenza? Cioè, questo presenta la classe G con Schwarzenegger e invece tu, cazzo, sei qua che mi parli del fatto che rischiamo di chiudere. Ma cazzo, ma è ovvio, non è che ci vuole una scienza, eh”.
La tragedia dell’automotive europeo si consuma sotto gli occhi di tutti, a partire da una resa senza gloria alle direttive di Bruxelles: “L’esserti piegato a novanta in funzione delle regole europee, quindi avendo detto sì capo, sì capo, sì capo a quelli dell'Europa, ti porterà semplicemente nel baratro do spese di R&D folli che non so come farai a sostenere aumentando i prezzi delle macchine come stai già facendo. Bisogna trovare una quadra su ’sta roba, perché la gente le tue macchine non se le non se le può più permettere…”. La realtà è tutta qui. Le vendite delle elettriche stagnano, gli slogan ecologici non bastano più, il profitto non si vede: “Qua in Italia, diciamo, le vendite elettriche non crescono come previsto. Ma va’? I clienti non sono pronti a cambiare. Ma va’? Questo è tutta roba da baretto di Campodarsego. E le aziende che non vivono più di slogan ecologici. Ma va’? Devono portare a casa un profitto. Ma va’? Cinque anni fa uno che diceva una roba del genere era un terrapiattista, era un cazzo di terrapiattista”. I numeri sono impietosi: “L’elettrico oggi occupa il 15%, ben lontano dal 50% previsto per il 2025. Cioè, nella follia di tutto questo questi avevano pensato nel 2025 di essere al 50% delle vendite. Mercedes ha dovuto ridimensionare i propri obiettivi rinviando le promesse più verdi al prossimo decennio, che poi verde è tutto da discutere, e non è l'unica. Callenius chiede una transizione che tenga conto della realtà. Baretto di Campodarsego si chiama. Si chiama baretto di Campodarsego”. Ma la partita, ormai, si gioca in Asia: “È lo scacco matto dei cinesi che ci hanno imposto di fare ’sta merda. E voi ci siete cascati a piè pari. Grazie anche ai rincoglioniti dell'Europa che prendevano soldi ai cinesi e vi hanno convinto a fare le robe. Diess, capo della Volkswagen, vi ha portato nel delirio. Avete pensato che avreste potuto vendere il 50% delle vostre auto elettriche nel 2025, quindi vi sareste assorbiti molto velocemente quello che era la spesa della transizione, invece ve la siete pigliata in quel posto e adesso siete lì che piangete perché vi siete resi conto a cinque anni di distanza che non c'è trippa per gatti, e quindi tutti quanti i fornitori, chi vende le macchine stanno morendo tutti quanti, con lo scacco matto della Cina che si tiene i raw material, quindi si tiene i materiali per fare le batterie. E quindi nel giorno in cui tu lancerai nuovi modelli e ti devi fare le batterie nella gigafactory europea, te lo pigli in quel posto perché non ci sono i materiali per costruirle”.


L’auto del futuro è cinese, dice Perucca Orfei. Ma perché? “Tutti quelli che comandavano quando c'era da prendere le decisioni seriamente non sono venuti al baretto e non vi siete fatti dire il futuro. Perché quelli del baretto ’ste robe qua non le sbagliano mai. Hanno detto «fallite sicuramente se fate l'auto elettrica. Chi cazzo vuoi che la compri? Solo un rincoglionito può comprare ’sta roba». E infatti, cazzo, avevano ragione, avevano ragione”. Ora che anche Kallenius si accorge che serve una transizione più realista, il rischio di baratro appare chiaro. Ma Perucca Orfei non è, e non vuole essere, un nemico dell’auto elettrica in sé (il video lo sta girando mentre è con il suo veicolo a batteria in carica): “Lo ripeto, io non sono contro l'auto elettrica, non sono contro la cazzo di auto elettrica. L'auto elettrica è un bellissimo strumento che si può usare tranquillamente tutti i giorni che risolve la vita di quel qualche elettricista e di qualche ragno che finalmente non spende più soldi della benzina e scrocca la corrente dal pilone del vicino di casa o va alla Lidl” E la scena si fa grottesca, quasi da commedia all’italiana, fra parcheggi della Lidl, auto cinesi ed energia scroccata: “Macchina cinese parcheggiata in una merda di parcheggio sotto l'insegna della Lidl, quindi supermarket low cost, macchina cinese, energia gratis. Io non so come faccio a non bestemmiare. Non so come faccio a non bestemmiare, soprattutto dopo che questo qua, Ola Callenius, viene fuori con queste puttanate che sono cose ovvie. Questi fanno gli amministratori delegati delle aziende, ti rendi conto?”. Cosa serve, allora, secondo Masterpilot? Solo una rivoluzione notturna a colpi di campanello (e di grigliate?): “L'unica cosa che dovete fare, Callenius, è che dovete andare dalla politica e rompergli i coglioni. Dovete andare al campanello della Von der Leyen alle 4 di notte, suonare alle 4 di notte e dire «Cazzo, allora c'hai pensato?». Alle 5:00 di mattina il giorno dopo, alle 3 di notte il giorno dopo ancora e romperle i coglioni tutte le sere. È vegana? Fai come Rosberg con Hamilton e le fai la grigliata sotto casa. Ti organizzi, vi mettete d'accordo, prendete un po' di radiatori delle Mercedes d'epoca, quelli grossi. Tanto avete anche quello che è bellissimo, quello di Maybach, il primo degli anni Venti, cazzo. Prendi quello che è enorme, stupendo, lo metti sotto, fai la grigliatina sotto casa della Von der Leyen. Se è vegana, ma sicuramente sarà vegana: una che ti obbliga da fare ad andare in giro in auto elettrica e lei va in giro in aereo per fare 180 chilometri è sicuramente vegana. Quindi a questo punto suonale e falle la grigliata alle 4 di notte, capito? I würstel te li fanno alla Volkswagen, tra l'altro fanno più würstel che macchine, tra l'altro. Fighissimo”.