Addio allo sterzo disumano, alla scarsa visibilità posteriore, alla ventilazione insufficiente e ai finestrini che non si abbassano. La nuova Countach viene promossa da Clarkson ed eclissa il ricordo della vecchia Lamborghini Countach degli anni ’70 e ’80 in cui, come aveva commentato il conduttore, “per stare anche solo lontanamente comodi bisognava non avere il collo e avere le braccia della stessa lunghezza delle gambe. Pensate a una scimmia”. L’unica cosa che resta è il design da poster dell’originale, quello da “puro teatro”, come scrive Clarkson stesso. "Lasciate che vi dia i numeri", commenta, "costa 2 milioni di sterline. Produce 804 CV e ha una velocità massima che, per motivi di sicurezza, è limitata a 221 miglia orarie". Il rapporto odio amore del conduttore inglese per la Lamborghini si era inclinato più verso sentimenti poco lusinghieri, soprattutto dopo l’Aventador Ultimae, recensita sul «The Sunday Times» a giugno di questo anno. Ora le cose cambiano.
Il suono del motore V12 è una musica che non gli fa prestare troppa attenzione al sistema di infotainment, trovato “poco comprensibile”. Nonostante alcuni limiti ingegneristici del modello Aventador, a cui si ispira, siamo di fronte “a un’altra auto da poster. Ci sono riusciti”. Rispetto all’Aventador Ultimae, tra l’altro, la Countach è più veloce, anche grazie alla sua spinta ibrida, “tanto da sbellicarsi dalle risate [...] soprattutto nelle scalate di marcia quando sbuffa, scoppietta e schiocca leggermente”. Si tratta di un’auto che fa ciò che gli chiedi di fare. “La prendi per la collottola” e grazie ai suoi pneumatici, al suo sistema di trazione integrale, “non si lamenta mai”.
Hanno lavorato su un’idea di auto esclusiva, sia nell’estetica che nei numeri di produzione, molto limitati. "Sono stati prodotti solo 112 esemplari e sono stati tutti venduti", ha scritto Clarkson. È un’auto con cui essere duri e aggressivi, “le dai un calcio in curva, è un modello bruto e ha bisogno di forza bruta”. In effetti, proprio come la vecchia Countach originale, non è un’auto né agile né delicata; tuttavia mantiene quell’aspetto “spaziale” che ha fatto storia. Stavolta anche Clarkson, fra i più dissacranti critici del mondo delle quattro ruote, si è dovuto ricredere.