Le auto elettriche non sono auto, sono mezzi di trasporto. Non emozionano chi le guida, tantomeno chi le guarda. Le auto elettriche non le sogni la notte. Perché se dovessi sognare un’auto elettrica sarebbe una sportiva vera, di razza, velocissima in pista e magnetica allo sguardo. Sarebbe, appunto, una Porsche Taycan, venuta fuori da qualcosa di simile ad un sogno lucido. Roba da far cambiare idea in un’istante a chi si è sempre dichiarato purista, a chi vuole il vintage senza controlli elettronici e un boxer aspirato dietro la schiena. Non che Taycan sia la stessa cosa, certo: è qualcosa di differente che prima non c'era, qualcosa che devi provare se ami le auto.
Il nome Taycan è già un casus belli per i più tradizionalisti, in quanto si riferisce al giovane cavallo indomito (questa la traduzione letterale) al centro dello stemma Porsche dal lontano 1952. Il chiaro intento è quello di creare un legame con tutte le altre vetture della storia del marchio, legittimarla come nuova capostipite del brand. Abbiamo guidato una Porsche Taycan 4S in uno spettacolare Blu Frozen, vettura capace di 571 cavalli in overboost (ed un'autonomia di oltre 400 Km di percorrenza) grazie agli amici del Centro Porsche Varese, uno dei punti di riferimento per gli amanti del marchio in Italia.
La lunga tradizione Porsche nel capoluogo lombardo nasce con l’intuizione di Giancarlo della Torre, che nel 1963 decise di lanciarsi in quest'avventura. È l'anno in cui viene presentata al Salone di Francoforte l'auto che cambierà per sempre la storia del marchio, la prima 911. Giancarlo ha poi trasmesso la propria passione per l'automobile ai tre figli: Anna Letizia, Emanuele e Michele, che ad oggi guidano lo sviluppo del Centro Porsche Varese con una passione rara per il settore e un'attenzione al futuro che porta lontano.
Il Design
Taycan è diversa dalle sorelle come è giusto che sia, ma non così tanto da nascondere le sue origini. I gruppi ottici a quattro punti ad esempio, segno distintivo del marchio tedesco che richiama le vetture da competizione della 24 Ore di Le Mans, sono più sottili e orizzontali, addirittura scavati nella carrozzeria. Ma è Porsche, senza dubbio. Così come lo è la silhouette elegante e minimalista, pulita all'inverosimile, con l'ampio frontale reso sportivo da generose prese d'aria (Air Curtains) ed una forma del cofano che ricorda in qualche modo la Carrera GT. Il posteriore poi chiude con armonia in una linea che si incontra con quella del tettuccio per arrivare alla coda, in cui spicca la firma luminosa con cui Porsche ha fatto scuola in tempi piuttosto recenti.
Agli interni è impossibile non apprezzarla. L'auto è di un lusso pulito e sobrio che quasi commuove. Non ci sono colori sgargianti o le intuizioni barocche che spesso finiscono per annoiare, tutto è disegnato con attenzione al dettaglio, i materiali sono superlativi e le scelte sempre azzeccate. La strumentazione, un generoso display curvo da 16,8 pollici, è completamente digitale, mentre al centro della plancia c’è -oltre all'immancabile orologio presente su ogni vettura del brand- il display dell'infotainment da 10,8 pollici e la console centrale (8,4 pollici) da cui controllare i diversi parametri della vettura. In tutta la vettura non c’è un tasto fisico.
Chi occupa i sedili posteriori ritrova, seppur in maniera diversa, il feeling esagerato che viene offerto su Panamera: siedi dietro ma è come se stessi guidando, un piccolo miracolo dell'ingegneria che va vissuto per essere apprezzato appieno.
Per quanto riguarda le dimensioni Taycan misura 4.963 mm di lunghezza, 1.966 mm di larghezza (2.144 mm con gli specchi) e 1.379 mm di altezza, che tradotto in parole significa una carreggiata ampia ed appiattita sull’asfalto. In una parola soltanto? sportività. L'assenza del motore termico ha poi permesso di ricavare un secondo vano bagagli all'anteriore di 81 litri, mentre al posteriore i litri a disposizione sono 366.
L'elettrico di Taycan
Cominciamo col puntualizzare che la 4S è, almeno per il momento, la versione di ingresso, a cui si aggiungono poi Turbo e Turbo S. La vettura consegnataci dal Centro Porsche Varese monta il taglio di batterie più generoso, pari a 94 kW/h (oltre a 470 Km di autonomia in città) rispetto alla variante base da 79 kW/h che, comunque, permette di percorrere più di 400 chilometri con un pieno di corrente.
Porsche Taycan 4S è fornita di due motori elettrici a magneti permanenti, uno per ogni asse, per un totale di 490 CV di potenza che diventano 571 in Overboost con Launch Control inserito, modalità in cui viene espressa una coppia massima - istantanea e costante - di 640 Newton per metro.
All'asse posteriore è stata installata una trasmissione a due velocità per ottimizzare la spinta, mentre il recupero dell'energia è stato calibrato per il massimo del rendimento in ogni condizione. La ricarica è il vero capolavoro su questa elettrica: con la colonnina giusta è possibile ricaricare fino ad un massimo di 270 kW di potenza, il che significa immagazzinare 100 Km di autonomia in 5 minuti. Roba in grado di competere con una sosta al benzinaio.
L’unica differenza è nel prezzo, perché un kW di energia per la Taycan costa 33 centesimi di euro. Ad ogni modo la vettura viene venduta con un cavo di ricarica in corrente continua (DC) che può trasportare fino a 150 kW ed un secondo cavo per la ricarica in corrente alternata fino a 11 kW per prese domestiche e industriali.
La nostra prova
L'accensione della Taycan è a sinistra come da tradizione -serviva a far partire il motore ed ingranare la marcia all’unisono nelle vecchie gare di endurance- ma questa volta non c’è una chiave da inserire. E, soprattutto, le posizioni del cambio automatico sono dall'altro lato dello sterzo e non sul tunnel centrale. Ma questo è niente paragonato al momento in cui la macchina si accende e comincia a muoversi. La Taycan è felina. Si muove silenziosa ed elegante, con armonia, sempre pronta ad un assalto feroce.
In città è come girare su di una navicella spaziale, la gente si gira confusa ad ammirare l'auto. C’è chi inciampa sul marciapiede e chi indica col dito, oltre a chi addirittura tira fuori lo smartphone per catturare il momento. Resta però impossibile apprezzarla appieno su strada, così per darle il giusto spazio siamo stati all’Aero Club Adele Orsi di Varese, un luogo magnifico che funge da punto di riferimento per chi vola in aliante a pochi chilometri dal centro città. L'aliante è un oggetto straordinario, perché tutta la sua funzionalità dipende dall’aerodinamica, così accostarlo ad un'elettrica pura come Porsche Taycan, che presenta un Cx di 0,25 per ridurre al massimo attrito e consumi, è stato perfetto.
Ma soprattutto, diciamolo, la pista di decollo è abbastanza lunga per rendere onore al Launch Control installato sull'auto. E allora via, giù tutto, il pedale sbatte a fondo corsa ed è come un colpo di Kenshiro: in un attimo vieni lanciato a velocità inconcepibili per una vettura termica, Taycan copre lo zero a cento in 4 secondi netti, vola sulle ruote, e la cosa sconvolgente è che non accenna a fermarsi. In altri quattro secondi sei a 160 Km/h, ed in un totale di dodici arrivi ai duecento. Ma non è tutto, anzi. Per quanto l'accelerazione delle vetture elettriche sia cosa nota, è altrettanto noto il fatto che spesso cercare la prestazione è come lanciare un sasso con la fionda: va dritto e veloce finché non finisce la spinta.
In Porsche questo rischio non potevano permetterselo. Perché un brand che ha fatto della bella guida la propria ragione d'essere non può puntare tutto sui numeri. Quello è affare della cugina francese Bugatti e, come lei, di tanti altri brand che puntano in primis sulla scheda tecnica. Qui invece, gli ingegneri si sono chiusi in laboratorio per produrre una vettura bilanciata, agile e pronta nelle risposte.
Il pacco batterie alloggiato nel pianale aiuta a mantenere basso il baricentro, ma attorno c’è il meglio della tecnologia del marchio: Taycan è fornita di sospensioni pneumatiche adattive con PASM e Smart Lift, un continuo adattamento delle sospensioni e dell'altezza della vettura a seconda della situazione, che combinato al celebre PSM (Porsche Stability Management) lavora con l’ABS ed il 4D Chassis Control per garantire sempre la reazione giusta da parte dell’auto. Questo significa che basta disattivare i controlli elettronici e la macchina si mette di traverso, ma senza una rabbia eccessiva: diventa un giocattolo facile da controllare e bellissimo da portare in giro.
Sentire gli pneumatici da 19 pollici stridere sull’asfalto senza il gorgoglio del motore in sottofondo è bellissimo, e come piegare con il ginocchio a terra in pista, su di una moto: è un suono che riesce a connetterti con la granella di catrame su cui stai passando a velocità sconsiderate. A fine giornata rientriamo con un traghetto di Navi dei Laghi, con l'autonomia rimanente di circa il 70% nonostante una giornata passata a spingere senza sosta.
Al Centro Porsche Varese - che ha portato in Italia la prima 911 presentata nel ’63 a Francoforte e la storica 356- ci avevano avvisati. Perché poter salire al volante di una vettura come questa è un'esperienza tanto bella da vivere quanto difficile da scordare e riportarla, infondo, è stato come svegliarsi da un sogno lucido. Abbiamo guidato tra aerei senza motore e traghetti senza passeggeri. In fin dei conti è stato quasi normale, fatta eccezione per un dettaglio (l'auto) che ha cambiato tutto.
In Conclusione
Porsche Taycan è quasi spregiudicata nella sua algida bellezza. La guardi e sembra volerti dire “coraggio, sfidami: dimmi che non valgo come le altre”. Chi l'ha progettata sapeva che Taycan avrebbe attirato una pioggia di critiche e così ha fatto in modo da renderla inattaccabile. Come una ragazza troppo intelligente per stare con gli stupidi. Così è cresciuta forte, indipendente e sicura di sé. Ma per portarla a fare un giro bisogna averlo capito.
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