I manifestanti che ieri pomeriggio, ora americana, hanno seminando il panico a Washington, sono quelli che, fino a un paio di mesi fa, difendevano a spada tratta le forze dell’ordine dal pugno duro contro il movimento dei Black Lives Matter. Quelli che al grido di “Law and Order” parlavano di terrorismo, golpe, follia.
A inneggiare a quello che sembra davvero un colpo di Stato, ieri davanti al Campidoglio, erano proprio loro: i sostenitori di Trump, l’estrema destra americana, gli sconfitti.
Perdenti alle elezioni, con Joe Biden sempre più vicino a insediarsi alla Casa Bianca, e perdenti al Senato, dove il ballottaggio in Georgia ha decretato la vittoria Dem per entrambi i senatori, sancendo definitivamente la maggioranza di Biden al Senato.
Troppo da sopportare, per chi non ha mai saputo perdere.
Donald Trump - un Presidente degli Stati Uniti d’America - paese che da sempre si professa il più democratico di tutto il mondo, dopo aver gridato ai broglio e dopo aver cercato di corrompere il voto, ha scelto la via del tentato colpo di stato, aizzando i suoi elettori contro la democrazia e contro la scelta popolare di un voto che, ormai lo abbiamo capito, di truccato non aveva proprio niente. Era tra i manifestanti, Donald Trump, a convincerli che attaccare il Congresso, distruggere ogni cosa, sparare e (forse) uccidere, fosse il modo per ottenere una giustizia perversa, in cui tutti imbrogliano tranne lui, e nessun altro può vincere, se sta giocando anche il Presidente.
“Il mondo ci guarda. Le parole di un presidente contano. Trump deve andare in televisione adesso per tenere fede al suo giuramento, difendere la Costituzione e pretendere la fine di questo assedio” ha detto l’eletto Joe Biden, in un discorso pubblico arrivato proprio quando serviva, nel mezzo degli scontri, e chiedendo ufficialmente al tycoon di fare quello che non sembrava, follemente, intenzionato a fare.
Dalla Casa Bianca, hanno fatto sapere le fonti più vicine al Presidente, che nelle ore cruciali dell'insurrezione si è cercato di farlo ragionare sui danni che un'azione del genere potrebbe causare. Danni enormi al Partito Repubblicano, a lui e a tutta la sua famiglia. Ma come convincere un uomo a prendere le distanze da una protesta che ha fortemente voluto, chiesto e appoggiato?
Trump si è però deciso a dire la sua, nel corso della serata di ieri, pubblicando un video (subito segnalato da Twitter come pericoloso e fonte di fake news) in cui invitava i manifestanti ad andare a casa, ribadendo però i concetti che hanno fomentato il delirio, e aggiungendo un inquietante "vi capisco, vi vogliamo bene, siete speciali".
Il portavoce del Pentagono Jonathan Hoffman è stato costretto, nel frattempo, a mobilitare la guardia nazionale, spiegando che Il Campidoglio è proprietà federale e che i manifestanti coinvolti saranno accusati di reati federali. La protesta si è placata nel corso della serata, allo scattare del coprifuoco sulla città, e all'interno del Congresso si è tornati alle procedure necessarie per ufficializzare la vittoria del nuovo Presidente Joe Biden. Una notizia che in qualche modo smorza i toni del pomeriggio delirante, ma che non riesce a cancellare la macchia (e il sangue di quattro persone uccise) del giorno più triste della democrazia americana, in 240 anni di storia.