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Che ca**o è successo in America?

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

6 gennaio 2021

 Che ca**o è successo in America?
Il giorno più triste della democrazia americana in 240 anni di storia: il presidente Donald Trump, che continua a rifiutare una sconfitta nettissima alle elezioni, inneggia all'insurrezione. E i manifestanti occupano il Congresso, in quello che ha tutto l'aspetto di un golpe. Quattro morti accertati

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

I manifestanti che ieri pomeriggio, ora americana, hanno seminando il panico a Washington, sono quelli che, fino a un paio di mesi fa, difendevano a spada tratta le forze dell’ordine dal pugno duro contro il movimento dei Black Lives Matter. Quelli che al grido di “Law and Order” parlavano di terrorismo, golpe, follia.

A inneggiare a quello che sembra davvero un colpo di Stato, ieri davanti al Campidoglio, erano proprio loro: i sostenitori di Trump, l’estrema destra americana, gli sconfitti.

Perdenti alle elezioni, con Joe Biden sempre più vicino a insediarsi alla Casa Bianca, e perdenti al Senato, dove il ballottaggio in Georgia ha decretato la vittoria Dem per entrambi i senatori, sancendo definitivamente la maggioranza di Biden al Senato.

Troppo da sopportare, per chi non ha mai saputo perdere.

Donald Trump - un Presidente degli Stati Uniti d’America - paese che da sempre si professa il più democratico di tutto il mondo, dopo aver gridato ai broglio e dopo aver cercato di corrompere il voto, ha scelto la via del tentato colpo di stato, aizzando i suoi elettori contro la democrazia e contro la scelta popolare di un voto che, ormai lo abbiamo capito, di truccato non aveva proprio niente. Era tra i manifestanti, Donald Trump, a convincerli che attaccare il Congresso, distruggere ogni cosa, sparare e (forse) uccidere, fosse il modo per ottenere una giustizia perversa, in cui tutti imbrogliano tranne lui, e nessun altro può vincere, se sta giocando anche il Presidente.

pic.twitter.com/Pm2PKV0Fp3

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 6, 2021

“Il mondo ci guarda. Le parole di un presidente contano. Trump deve andare in televisione adesso per tenere fede al suo giuramento, difendere la Costituzione e pretendere la fine di questo assedio” ha detto l’eletto Joe Biden, in un discorso pubblico arrivato proprio quando serviva, nel mezzo degli scontri, e chiedendo ufficialmente al tycoon di fare quello che non sembrava, follemente, intenzionato a fare.

Dalla Casa Bianca, hanno fatto sapere le fonti più vicine al Presidente, che nelle ore cruciali dell'insurrezione si è cercato di farlo ragionare sui danni che un'azione del genere potrebbe causare. Danni enormi al Partito Repubblicano, a lui e a tutta la sua famiglia. Ma come convincere un uomo a prendere le distanze da una protesta che ha fortemente voluto, chiesto e appoggiato?

Trump si è però deciso a dire la sua, nel corso della serata di ieri, pubblicando un video (subito segnalato da Twitter come pericoloso e fonte di fake news) in cui invitava i manifestanti ad andare a casa, ribadendo però i concetti che hanno fomentato il delirio, e aggiungendo un inquietante "vi capisco, vi vogliamo bene, siete speciali".

Il portavoce del Pentagono Jonathan Hoffman è stato costretto, nel frattempo, a mobilitare la guardia nazionale, spiegando che Il Campidoglio è proprietà federale e che i manifestanti coinvolti saranno accusati di reati federali. La protesta si è placata nel corso della serata, allo scattare del coprifuoco sulla città, e all'interno del Congresso si è tornati alle procedure necessarie per ufficializzare la vittoria del nuovo Presidente Joe Biden. Una notizia che in qualche modo smorza i toni del pomeriggio delirante, ma che non riesce a cancellare la macchia (e il sangue di quattro persone uccise) del giorno più triste della democrazia americana, in 240 anni di storia.

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Tag

  • America
  • Donald Trump
  • Joe Biden
  • Presidenziali USA
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