“Ieri uno mi ha chiamato gridandomi fortissimo «Porco cane» al telefono. Poi ha riattaccato”. Lorenzo Croce, presidente dell’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) non è tipo da lasciarsi scoraggiare. Dal suo blog, negli ultimi giorni ha tuonato contro l’imprecazione “Porco cane” e le principali testate nostrane hanno ripreso l'invettiva (diramata anche tramite nota), generando un grande dibattito online. E qualche sberleffo. Bene o male purché se ne parli, si sa, ma abbiamo deciso di andare direttamente alla fonte della questione, Lorenzo Croce, appunto, per una chiacchierata sull’importanza del linguaggio (tanto cara a questi tempi di politically correct) anche nei confronti degli animali, sulla sua strenua lotta contro Peppa Pig, l’accordo con i satanisti per la tutela dei gatti neri (l’Aidaa è anche promotrice della Giornata mondiale del gatto nero che si celebra il 17 novembre) e le tante polemiche nonché azioni legali contro personaggi famosi (da Vittorio Sgarbi a Carlo Cracco, passando per Cochi e Renato) rei, a sentir il presidente, di aver maltrattato o “diffamato” innocenti animaletti (rispettivamente, capre, piccioni e galline). Attualmente Aidaa è in attesa di risposte da parte della Procura di Tempio Pausania affinché Bocelli si decida a fare chiarezza, in veste di testimone, sulla tragica morte del suo cane, annegato durante un giro in barca. Nessuno sconto anche per Papa Francesco che, nelle ultime ore, ha definito la nostra società “egoista” perché “cani e gatti hanno preso il posto dei figli”. Tra provocazioni e indefesse battaglie per migliorare la vita degli animali sul nostro pianeta, su Mow è Lorenzo Croce Show. E se l’Aidaa non esistesse? Il nostro risponde per le rime anche a chi, sul web, va sostenendo da anni questa infamante tesi…
Allora, veniamo subito al dunque: “Porco cane” si può dire o no? E’ vero che gli animalisti vogliono cancellare questa imprecazione?
Nessuno vuole che la gente finisca in galera per un “Porco cane”. Da anni, come Aidaa, facciamo queste proposte sul filo della provocazione che corrono parallele alle attività di tutela degli animali operativamente in ambito nazionale e anche legale. Questo perché riteniamo che il linguaggio sia fondamentale. In merito a “Porco cane”, espressione che io personalmente in ogni caso non utilizzo, si tratta chiaramente di un paradosso. Noi chiediamo semplicemente che si educhi al vero valore della parola. Ci sono state reazioni, quindi abbiamo raggiunto lo scopo di aprire un dibattito.
Ci sono reazioni che non ha gradito in merito a questo “Porco cane gate”?
Certo, mi ha dato fastidio chi ha tirato in mezzo Dio. Non ho mai messo in discussione che le bestemmie fossero un insulto agli animali, non certo a Dio.
Restando in tema, il Papa in queste ore ha detto: “Siamo una società egoista in cui cani e gatti prendono il posto dei figli”. Come risponde a questa dichiarazione?
Siamo molto addolorati, non è la prima volta che Papa Francesco asserisce parole di questo tipo. Il Pontefice prende di nuovo questa scappatoia per evitare di dire la verità ovvero che il costo della vita, la precareità del lavoro e l’insicurezza sociale siano le vere motivazioni della bassa natalità. Inoltre, vorrei ricordargli che, come si dice, chi non ama gli animali spesso odia anche le persone. Se poi volesse dare un suo contributo al problema del calo demografico in Italia, invece di prendersela con gli animali, pensasse a togliere il celibato ai preti.
Magari anche al Papa piacciono le provocazioni. Tornando a quelle dell’Aidaa, invece, immagino che vi rientri anche l’attacco a Cochi Renato per il celebre verso “La gallina non è un animale intelligente”... Mi sbaglio?
Mah, continuo a non capire perché si debba dire una cosa del genere di una gallina. Ma cazzo siamo in un Paese in cui se canti i Watussi vai in galera perché la canzone dice “negri”! Perché l’attenzione al linguaggio deve valere solo per gli essere umani? Le persone e gli animali devono venir trattati, anche a parole, con lo stesso tipo di rispetto.
E per ottenere questo rispetto verso gli animali, l’Aidaa va anche per vie legali: è vero che lei ha fatto un esposto alla Procura di Ferrara contro Vittorio Sgarbi e il suo uso del termine “capra”?
Sì. Con Sgarbi c’è anche stato un confronto diretto dalla d’Urso circa sei anni fa.
Ok, ma poi la questione dell’esposto com’è andata a finire?
È stato ritirato. La Procura ha ritenuto che non ci fossero gli estremi per proseguire.
Quindi “Capra” è ok?
Se lo chiedi a me, assolutamente no. Infatti non ci siamo certo fermati lì: come Aidaa, abbiamo fatto il culo anche a Cracco per la storia del piccione che aveva cucinato a Masterchef.
L’indefessa attività online dell’Aidaa è indiscutibile. Ma come e quando nasce questa associazione?
Aidaa nasce nel 2014 con atto notarile. Abbiamo un’attività sparsa su tutto il territorio. Il Il Direttivo Nazionale è composto da 10 persone che vivono in tutta Italia. Pensa che forniamo dati anche a La Vita in Diretta! Mi hanno chiamato l’altro giorno per integrare un loro servizio sul Capodanno perché volevano integrare i numeri di cani e gatti feriti o fuggiti a causa dei botti. Volevano proprio che andassi in puntata, ma non ci penso neanche.
E l’Aidaa da dove li prende questi dati?
É tutto spiegato sul blog. Le principali fonti dei nostri dati, per esempio sul caso di Capodanno, sono le segnalazioni dei nostri sostenitori (tra cui persone che gestiscono canili e gattili come strutture che accolgono animali in difficoltà), le pagine social, soprattutto quelle dove vengono pubblicati gli annunci di ricerche per cani scappati di casa nella notte del 31 e non ancora rientrati, telefonate a campione ai comandi delle polizie stradali, uno per regione. Quest’anno abbiamo sentito anche i vigili del fuoco: solo loro hanno fatto 530 interventi per salvare animali domestici in difficoltà la notte di Capodanno.
Ok, chiedevo solo perché ho trovato online, anche con una certa insistenza, post e articoli sul fatto che Aidaa non esista e che i dati che fornisce siano inventati. Bufale un tanto al chilo ne parla davvero spesso…
Quella lì è una questione personale. Li abbiamo anche denunciati perché loro, appunto, hanno questa fantasia sul fatto che noi non esistiamo.
E come è andata a finire questa denuncia?
Abbiamo vinto. Come nella causa contro l’abbattimento dei cervi e tante altre.
Tutte battaglie riportate sul blog. Come, con grande risalto, anche quella contro Peppa Pig. Di nuovo una provocazione?
No no, questa non è una provocazione. Su Peppa Pig torneremo sopra. E anche molto presto.
Come mai?
Perché Peppa Pig rappresenta in questo momento uno dei cartoni animati più visti dai bambini. Solo che, nelle varie puntate, fanno vedere sempre il maiale in una versione che non è reale. Perché il vero maiale tu lo vedi nei mattatoi.
Quindi Peppa Pig nel cartone dovrebbe essere in un mattatoio?
Certo non si può mostrare un mattatoio a un bambino. Però non è nemmeno possibile presentare ai più piccoli i maiali felici, come anche le galline altrettanto gioiose di Amadori, quando questi animali vivono e muoiono in situazioni disperate. Poi è chiaro che Peppa Pig sia un cartone, ne convengo, ma io e l’Aidaa, attacchiamo il simbolo per ottenere una risposta, per fare in modo che si parli di questi temi che rischiano fin troppo spesso di rimanere sotto silenzio. Questa lotta al “simbolo” va in parallelo al discorso del linguaggio che dal mio punto di vista nonché da quello dell’Aidaa è importante perché ci sono tantissime inesattezze che nel tempo diventano luoghi comuni e mettono a repentaglio la reputazione quando non la stessa vita degl animali.
Per esempio?
Se tu pensi alla vicenda di Cappuccetto Rosso, ti rendi conto dell’assurdità: è colpa di quella storia se il lupo da una vita viene considerato “cattivo” da tutti, fin da bambini. Quando, invece, anche etimologicamente, “in bocca al lupo” è un augurio perché la bocca della lupa quando prende il suo piccolo per accompagnarlo è il posto più sicuro del mondo. È del tutto incoerente e pure gratuito, dunque, rispondere “Crepi il lupo”. Anche solo perché un cucciolo nella bocca della sua mamma lupa non può morire, anzi è proprio quella bocca che lo protegge.
Possiamo comunque concordare che il lupo non sia, nei confronti dell’uomo (e non solo), l’animale più amichevole del mondo?
Ma scherzi?? Il lupo è un selvatico, un predatore. Tanto quanto il ghepardo, per esempio.
Allora siamo d’accordo…
No! Perché se tu mi dici “il lupo è un animale aggressivo”, non hai centrato il vero problema della questione.
E quale sarebbe?
Il problema è che l’uomo ha inserito il lupo, grazie a progetti pagati dall’Unione Europea, in territori dove non andava inserito. Un po’ come ha fatto con l’orso…
In che senso?
Esiste il famoso “Piano Orso” del 1999, per esempio. L’Unione Europea mise una marea di soldi distribuiti tra Slovenia e Friuli per reintrodurre l’orso in Alto Adige. Ok. Solo che poi questi qui hanno costruito le piste da sci sul territorio che doveva essere dell’orso. Come doveva andare a finire? È l’uomo che ha creato il problema, non l’orso.
Ha tutta l’aria di essere un grosso errore. È mai capitato anche all’Aidaa di farne?
Sì, ci è successo di prendere cantonate.
Tipo?
Tipo che ne abbiamo prese.
La più grossa?
Non farmi rimestare questo dolore nel cuore. Insomma… parlo di quella volta in cui qualcuno mi aveva segnalato la gallina Rosita di Banderas. Fanculo, io quello spot nemmeno l’avevo mai visto! Preso dall’indignazioone, siamo intervenuti in quanto Aidaa, con un post di denuncia sul blog… poi però è saltato fuori che quella gallina nella pubblicità con l’attore fosse… beh, un pupazzo.
Può capitare. Per quanto riguarda, invece, le azioni legali dell’Aidaa contro personaggi famosi che l’associazione ritiene sospettati di maltrattare gli animali, c’è qualche sviluppo positivo a livello legale?
Alcune sono ancora in corso e non abbiamo notizie di chiusura di indagini.
Per esempio?
Quella contro Andrea Bocelli.
Contro Andrea Bocelli?
No, non proprio. Ti spiego: abbiamo chiesto alla Procura di Tempio Pausania di verificare se ci fossero state delle anomalie nella gestione del cane di Bocelli: l’animale è morto annegato dopo essere scappato dalla barca su cui era con il cantante e il suo staff. Da qui la nostra richiesta di convocare Andrea Bocelli come possibile testimone del fatto. Chiaramente non può essere un testimone oculare, ma vogliamo che faccia chiarezza sui nomi delle persone a cui aveva affidato il cane quel giorno in modo che si possa indagare su loro eventuali omissioni di cuustodia. Non so cosa deciderà la Procura di Tempo Pausania. Di certo, sono stato da loro ascoltato nel giugno dell’anno scorso. Ora vediamo. Posso capire che con tutto il casino della storia del figlio di Grillo, accaduto nella stessa Procura, magari ci vorrà più tempo per ottenere risposte.
Ci aggiorni. Intanto, posso chiederle di salutarci con un’imprecazione che non giudica offensiva verso gli animali?
Ma certo (ride). La mia preferita è “Diavolo boia!”.
Perfetto. Attenzione però che poi non le si indignino contro i satanisti, eh?
Ma no, con i satanisti abbiamo fatto un accordo!
Un accordo?
Ma certo! Un accordo con Marco Dimitri (Capo dell’associazione culturale Bambini di Satana venuto a mancare nel 2021, nda) per educare i satanisti - e non solo loro - a smetterla di maltrattare o vedere di malocchio i gatti neri.
Ah, adesso torna tutto! È vero, infatti, che lei e l’Aidaa siete anche ideatori e promulgatori della Giornata Mondiale del Gatto Nero?
Certo. Il 17 novembre è il “Gatto Nero Day”. La giornata nasce contro tutta quella superstizione che questo povero animale da sempre si porta dietro. Tale nostra iniziativa ha preso un piede inaspettato e internazionale: googlando, troverai articoli in sloveno, in russo, perfino in giapponese che ne danno notizia e la celebrano. Pensa che l’idea è nata, un agosto di 15-16 anni fa, mentre stavo al bar insieme a Lele Mora…
Lele Mora? Mi sta dicendo che Lele Mora ha contribuito a istituire il Gatto Nero Day?
No no. Semplicemente, eravamo nello stesso bar.
Ah, ecco. Chiedevo solo per chiarezza.