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Alexia, ritorno alle origini: “Capisco chi si ferma, come Emma e Angelina Mango, l'ho fatto anch'io”. Sanremo? “Scelte in base ai follower”, sulla crisi dei giovani e Mattarella vs Musk...

  • di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

16 novembre 2024

Alexia, ritorno alle origini: “Capisco chi si ferma, come Emma e Angelina Mango, l'ho fatto anch'io”. Sanremo? “Scelte in base ai follower”, sulla crisi dei giovani e Mattarella vs Musk...
Alexia racconta il suo ritorno alle origini, il rapporto con Sanremo e i follower, e come ha riscoperto sé stessa dopo aver spento i riflettori: “Mi sento vicina ad Angelina Mango, Emma e gli altri perché capisco benissimo quello stato d’animo”. Parla anche della crisi dei giovani, dell'ostentazione distorta dei social, e della politica: “Mi è piaciuto come ha reagito Mattarella nei confronti di Elon Musk”. Un’intervista senza filtri, welcome back!

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

“The Summer Is Crazy”, “Gimme Love”, “Uh La La La”... Alexia non ha solo fatto ballare una generazione, ha scritto interi capitoli della dance anni ’90. Poi il cambio di rotta: Sanremo, la vittoria con “Per dire di no”, la scelta di cantare in italiano. Una scommessa vinta, ma a un certo punto... sparita. Oggi, Alessia Aquilani – che per tutti è e resta Alexia – torna con un nuovo singolo, “I Feel Feelings”. Questa volta però, niente compromessi. La voce è sempre quella, potente e inconfondibile, ma il mondo intorno è cambiato: social, autotune, follower che contano più del talento. Alexia è tornata e ha un bel po’ di cose da dire.

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Alexia

Da quanto meditava di tornare alle origini? Quando è scattata la scintilla?

Nel 2022, quando ho deciso di fare qualcosa che non avevo mai fatto prima: un album di Natale, ma con un twist. Volevo fosse atipico, quindi ho scelto brani tutti in inglese, e non le solite canzoni natalizie. Quando ho pubblicato Baby Please Come Home, che è un pezzo soul, il pubblico ha subito percepito la vecchia Alexia. Questo mi ha dato una carica incredibile. Dopo un tour ben riuscito, mi sono seduta con il mio team e ho chiesto: “Devo per forza cantare in italiano?”.

Quando nasce I Feel Feelings?

Quest’estate, ripercorrendo la mia carriera nei live, ho capito che per il pubblico io sono quella Alexia lì: la lingua inglese, la dance, il divertimento, l’evasione. I Feel Feelings rappresenta tutto questo: sonorità che mi hanno reso famosa, ma con il tocco moderno di Carl Ryden e la scrittura dei Dragonette.

È un singolo che anticipa un progetto che segue questa direzione?

Esatto. Stiamo preparando altri brani in inglese, che potremmo definire parte di un album, anche se oggi l’idea tradizionale dell'album non esiste più. C'è già un altro pezzo pronto, con un sound che farà ballare ma che sarà più maturo rispetto a questo, che invece ho voluto mirare a un target più teen. Mi rivolgo soprattutto a loro con il testo, sperando che i ragazzi di oggi imparino a riconoscere e vivere le loro emozioni senza vergognarsi di sentirsi vulnerabili. 

Il messaggio di condividere i propri sentimenti mi fa pensare alla tendenza odierna di “vendere” tutto, anche le emozioni, soprattutto attraverso gli influencer. Cosa pensa del modello di felicità che viene proposto?

Lo trovo profondamente distorto, e spesso non è nemmeno reale. Ci sono situazioni, sotto gli occhi di tutti, in cui sembra essenziale ostentare felicità, benessere, location. Ma se io vivo un weekend meraviglioso, preferisco tenerlo per me. Mi sento un po' boomer in questo, lo ammetto. Non capisco perché dovrei raccontare la mia felicità a qualcun altro. Vedo post di persone, non necessariamente famose, che ostentano situazioni, e so per certo che sono capitati lì per caso. Mi chiedo: cosa stai cercando di dimostrare? È una bugia. E il peggio è che questa falsità può far sentire inadeguato chi, magari, non può nemmeno permettersi una pizza fuori. 

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Vede i ragazzi incattiviti? Dalla cronaca nera emergono episodi molto duri, giovani che sembrano non dare più valore alla vita. Da mamma, immagino, che questo la preoccupi.

Sono preoccupatissima, angosciata. Non solo come madre, ma anche come adulta. Mi chiedo come siamo tornati a questo punto, con un divario sociale così enorme. I giovani sono schiacciati da un mondo che li spinge a desiderare cose materiali come la felpa firmata, pensando che sia quella la chiave per sentirsi accettati. Ma quello non è il punto d’arrivo. Lo so che sembra retorico dire “quanto è bello prendere un libro e lasciarsi trasportare”, ma non può essere solo la scuola a promuovere questa bellezza. Il problema è che oggi gli insegnanti sono poco valorizzati, quasi come la polizia: fanno il loro lavoro, ma non possono rischiare tutto per uno Stato che non li supporta. E questo si riflette sui giovani. Vediamo ragazzi che reagiscono agli estremi: alcuni si chiudono in sé stessi, isolandosi dal mondo; altri, purtroppo, sfogano il loro disagio con atti violenti che riempiono le pagine di cronaca.

Il nuovo singolo in inglese arriva quasi 30 anni dopo il suo esordio nel '95. Ma la dance era davvero quello che voleva fare, o è stato solo un trampolino per entrare nel mondo della musica?

No, no, era quello che volevo fare. Quando ho cominciato, ero la leader di una cover band che spaccava. In quel periodo c'era un terreno fertile per l'eurodance, e quando ho incontrato il mio primo produttore, Roberto Zanetti, è arrivata la svolta.

Nel 2003 però cambia rotta: vince Sanremo e “doveva davvero salvare il suo cuore”. Si prende una pausa, dichiarando di sentirsi una pedina mossa dal sistema. Si sente vicina ad Angelina Mango, Emma, Alfa, Sangiovanni, che hanno scelto di fermarsi a loro volta?

Mi sento molto vicina a loro, perché capisco benissimo quello stato d’animo. Quando sei al centro dell'attenzione, tutti ti cercano, ti vogliono, le televisioni ti chiamano per promuovere te e il tuo progetto... È un momento di adrenalina, che ti fa andare avanti come un calciatore che fa gol. Ma quando tutto si ferma, ti crolla il mondo addosso. Ti ritrovi a chiederti: “Ma io chi sono davvero?”. Non conosco i dettagli delle vite di Angelina, Emma o gli altri, ma conosco benissimo la mia. In quel periodo ero alla fine di una storia d’amore e di una fase professionale, tutto si stava sgretolando contemporaneamente. Sentivo che dovevo fermarmi per ricominciare. 

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So che non ama esporsi sulla politica, ma avrà sicuramente visto il post di Vasco Rossi in memoria del padre partigiano e tutto il polverone che ha sollevato, e della fuga di molti da X...

Ha detto una cosa vera, io non amo parlare di politica. Però penso che oggi ci sia un eccesso di reazioni, sia da una parte che dall’altra. Siamo arrivati a un momento storico in cui tutti dovremmo darci una calmata, a destra e a sinistra. Mi è piaciuto molto come ha reagito Mattarella nei confronti di Elon Musk. Cito lui per dire che quando ci sono personaggi solidi come il nostro Presidente della Repubblica, dovremmo prenderli come esempio. Qualcuno ha detto che non avrebbe dovuto rispondergli, che non avrebbe dovuto dargli importanza. Io invece penso che abbia fatto bene. Ha dimostrato che, per quanto il nostro Paese possa essere piccolo, abbiamo ancora figure che vigilano, che alzano la voce quando necessario. Certo, la libertà di pensiero è fondamentale, ma ci sono modi e modi di esprimersi. Questo signore (Musk) si permette di dare dello stupido a chiunque!

Con la potenza vocale che si ritrova, cosa pensa di chi usa l’autotune per mascherare carenze vocali?

Usarlo in studio ci sta, è un effetto che può aggiungere qualcosa. Ma dal vivo è un’altra storia: lì diventa limitante, e se non sei attento si sente subito che stai barando. Comunque, ognuno ha il diritto di esprimersi come meglio crede. Io, personalmente, uso quello che ho e sono ancora contenta di poterlo fare.

Oggi stiamo assistendo a un ritorno clamoroso agli anni ’90, sia nella musica che nelle serie TV. Come le suona la “leggendaria storia di Alexia?”.

Non mi metta in imbarazzo!

Perchè, scusi? Come gli 883, non ha mai pensato di raccontare la sua vita in qualche modo?

No, perché ora sono concentrata su un ritorno fatto bene. Una cosa alla volta.

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E che ritorno! Quest’estate è stata la prima italiana a esibirsi al Tomorrowland in Belgio, con un remix di Uh La La La firmato dalle Nervo.

Sì, è stato un momento epico per me. Entrare in quello spazio gigantesco, con i driver che ti portano in giro su quelle macchinine elettriche tipo da golf, è stato surreale. Era tutto curato nei minimi dettagli... E poi, vedere tanti cartelli con scritto “Italia”... mi sono sentita a casa.

Ma in tutto questo, ha già sentito Carlo Conti? 

No, non l’ho ancora sentito (ride). Ma ho inviato due proposte. Non ho grandi aspettative, perché ormai a Sanremo puntano su chi ha più follower… però, chissà. Ogni tanto dovrebbero dare spazio anche a chi ha un po’ di storia alle spalle. No?

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