Sono passate poco più di ventiquattro ore dalla consegna del Tapiro d’oro ad Ambra Angiolini, “rea” di essere stata lasciata (e tradita) da Mister Massimiliano Allegri dopo quattro anni di relazione. Abbiamo aspettato, valutato, inalato ogni milligrammo del polverone mediatico che si è venuto a creare in merito a questo indigesto siparietto orchestrato dal tg satirico di Antonio Ricci, con la connivenza del tapiroforo Valerio Staffelli, e mandato in onda alla mercé di milioni di telespettatori all’ora di cena. L’Italia intera, a social unificati, si è sentita di esprimere afflati di sperticata solidarietà nei confronti di Ambra Angiolini: era fisicamente impossibile aprire qualunque social senza trovare articoli, post, storie Instagram trasudanti costernazione (e plotoni di makumbe scagliate all’indirizzo di Striscia la Notizia). Ecco, vorremmo dire una cosetta: se questo vi fa sentire migliori di tale Valerio Staffelli e prendere sonno più serenamente quando vien sera, benissimo. Ma sappiate, sappiatelo bene, che Ambra Angiolini non ha alcun bisogno della vostra solidarietà. E che quella stessa vostra solidarietà è figlia del più sottile (ma altrettanto becero) maschilismo. O se preferite, di quel mostro cattivo cattivo che sarebbe il tanto citato e additato patriarcato. Andiamo a spiegarci meglio.
I fatti sono ormai arcinoti ed è inutile soffermarcisi, ma nel caso in cui abbiate vissuto le ultime ore all’interno del Gabibbo, eccoveli: un Tapiro d’oro è stato consegnato ad Ambra Angiolini, tramite agguato sotto casa, dalle sapienti mani di Valerio Staffelli, uno che nella vita voleva fare il giornalista, supponiamo, ma si è ritrovato a smistar la posta di Antonio Ricci. Motivo della delivery? Mister Massimiliano Allegri ha lasciato Ambra dopo quattro anni di relazione semplicemente scomparendo dall’oggi al domani, anche se si sospetta un tradimento da parte dell’uomo che, già nel 1992 aveva smollato l’allora fidanzata a un passo dall’altare perché la sera prima aveva conosciuto una tizia in discoteca. Staffelli e gli autori di Striscia hanno trovato questa separazione improvvisa incredibilmente spassosa e allora ecco il sior Valerio precipitarsi dall’attrice: le consegna l’inelegante dono dorato, la falcidia di battutine fresche come il Pleistocene e fa il suo “lavoro”, se così lo vogliamo chiamare, mentre lei, compostissima, lo guarda con stoica consapevolezza: la consapevolezza di chi sa di trovarsi davanti a una creatura che dovrebbe, in un mondo giusto, trasformarsi in un razzo missile con circuiti di mille valvole e sprintare verso l’oblio scomparendo in una nuvoletta di imbarazzo.
Il gesto di Striscia è stato certamente becero e non si discute ma la domanda è: come mai troviamo maschilista la solidarietà, pur espressa da donne, nei confronti di Ambra? Perché la Angiolini non è una poveretta. Pur nella sorpresa, ha reagito divinamente all’agguato di Staffelli mantenendo una compostezza che fa comprendere come mai gli Articolo 31 se la immaginassero come primo Presidente donna in un futuribile 2030. Troviamo, dunque, parecchio fastidioso, monitorando le reazioni a questa triste gag, notare come sembri che a far pena, tra i due, sia stata Ambra. Perché? Perché, poverina, è stata lasciata? Di sicuro non starà attraversando un periodo felicissimo ma ci sembra comunque poca cosa rispetto a ciò che tocca fare a Staffelli ogni giorno da almeno due decenni per tirare a campare.
Se è vero che un’operazione del genere, nella sua fulgida grettezza, non avrebbe dovuto nemmeno essere pensata, figuriamoci realizzata e mandata in onda, è anche lapalissiano che tutta la solidarietà espressa sui social all’indirizzo di Ambra, sia stata espressa nei confronti di una povera donna lasciata sola dal compagno mentre qualcuno si permette di infierire sul tema ridendole in faccia. “Quando la persona è niente, l’offesa è zero” direbbe Anna Tatangelo e proprio questa massima zampillava serena dagli occhi dell’ex Non è la Rai, mentre Staffelli tentava disperatamente di provocarle del fastidio. Come un bulletto delle elementari che tenta di tagliare le treccine alla compagna di banco armato di forbici a punta arrotondata. Siamo certi che la Angiolini, nella vita, abbia avuto a che fare con squali dai denti ben più affilati di quelli di uno stupido tapiro e ha dimostrato di sapersela cavare perfettamente anche senza le vostre accorate parole di sostegno spese per salpare sulla nave dei buoni e, magari, raccattare qualche like in più sui social da immolare all’altare dell’engagement.
Se Ambra fosse stata un uomo, nella stessa identica situazione, avremmo riso. E non solo: avremmo anche considerato la fidanzata in fuga con un altro come una donna indipendente, una che sa quello che vuole e tratta questi brutti maschi bianchi etero come meritano: una femmina libera, una role model. Non c’è niente di più maschilista del pietismo nei confronti di una detentrice di vulva, in quanto detentrice di vulva. Anche quando lei dimostra, in questo caso pubblicamente, di sapersela cavare benissimo da sola, di essere a conoscenza del fatto che esistano gli stronzi e di aver conseguito, nel tempo, un master nella gestione di tali biechi soggetti. Ma no, poverina…
Poverina, cosa? Povero sior Staffelli, lo ribadiamo, che si è trovato a dar vita a questo tristanzuolo siparietto, l’ennesimo della sua “carriera”, povera tv italiana se ancora (davvero? Forse questa è la vera notizia) va in onda Striscia ogni giorno feriale che il buon Dio manda in terra. Povera Vanessa Incontrada, alfiera della body positivity e cintura nera di melodrammatiche invettive contro i media sempre troppo perfidi nel giudicare il suo aspetto fisico. La conduttrice, attualmente impegnata al bancone di Striscia insieme ad Alessandro Siani, ha riso del “servizio” sul Tapiro all’Angiolini, aggiungendo le sue sganasciate a quelle registrate, si stima verso il 1988, che da sempre infestano lo studio della trasmissione ogni 30 secondi netti. Evidentemente non ha ritenuto Ambra in possesso di una taglia abbastanza forte per poter rientrare nei suoi standard da femminista tout court. Al di sotto della 48, la perfidia mediatica non esiste e nemmeno il cattivo gusto. Al di sopra, invece, qualunque sopracciglio appena appena inarcato fa scattare la polemica social, l’interrogazione parlamentare, ci si aspetta che ne discuta il Vaticano via Zoom con l’Onnipotente. Ecco, tutto questo fa pena. Non Ambra Angiolini.
Non entriamo nemmeno nel merito del fatto che di attapiratissimi a piede libero in questo momento ce ne fossero a dozzine. Tanto per fare due nomi al volo, per esempio Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ma ehi, cosa ci aspettavamo da Striscia la Notizia? Dopo oltre 30 anni non abbiamo ancora capito come funziona? Possiamo cercare di indignarci per qualcosa che esista davvero, per cortesia? Non è che l’attualità sia priva di spunti in merito. Se dopo tre decenni di Striscia non abbiamo ancora capito come funziona quella trasmissione, non stupisce che oggi ci ritroviamo a non comprendere come mai provare pena per Ambra Angiolini lasciata da Allegri e derisa da Staffelli significhi considerare le donne, anche quelle che incuterebbero timore a Xena la Principessa Guerriera, dei delicatissimi panda in via di estinzione da proteggere e difendere in quanto disarmate. Col cazzo che siamo disarmate. Concepirci come dei poveri boccioli incapaci di resistere agli urti della vita (che spesso mena forte, allo stesso modo, tutti i terrestri senza distinzioni di sesso) è, paradossalmente, una visione molto più maschilista e, se vogliamo, “patriarcale” di quella che hanno Antonio Ricci e compagnia, ovvero le persone che nel 2021 ci propongono indefessamente le veline per ravvivare un po’ l’ambiente e decorare il bancone del tg satirico. Si può (e si deve) fare meglio di così. Ambra ha riso in faccia a Staffelli, lo ha guardato con una sufficienza quasi intenerita mentre lui tentava di deriderla davanti a milioni di telespettatori. Che, invece, hanno riso di lui. A noi questa pare una storia a lieto fine. Il pietismo tenetevelo pur per fare i big follow su Instagram, grazie.