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Borzacchiello: “I Ferragnez parlano meglio di molti politici, ma Draghi resta imbattibile”

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

8 febbraio 2022

Borzacchiello: “I Ferragnez parlano meglio di molti politici, ma Draghi resta imbattibile”
Una chiacchierata su politica, social e tutto ciò che riguarda la comunicazione e l'interazione umana con Paolo Borzacchiello, tra i massimi esperti in tema: il Nostro non fa sconti e parla a ruota libera di Ferragnez, Mario Draghi, Giuseppe Conte e altri fenomeni di cui subiamo gli sproloqui (oppure no?) ogni giorno

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

La comunicazione è da sempre la grande passione di Paolo Borzacchiello, nato balbuziente e oggi tra i massimi esperti di intelligenza linguistica applicata al business. Si occupa di studio e divulgazione di tutto ciò che riguarda le interazioni umane e il linguaggio da oltre quindici anni e gli riesce parecchio bene, considerando anche "solo" il suo seguito social. Visto che scrivere bestseller e realizzare podcast non gli bastava, ha messo in piedi anche una disciplina, la HCE, Human Connections Engineering, la prima scienza che analizza l'interazione tra esseri umani. Così, ogni anno forma migliaia di persone in aula e segue la formazione di aziende, imprenditori e manager a livello mondiale. Ha tutta l'aria di essere una storia interessante da raccontare, quindi l'abbiamo contattato per un'intervista in cui ci parla a 360° di comunicazione a livello politico, aziendale e social, indicando chi vi è proprio negato (l'ex Premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, per esempio) e chi invece riesce a distinguersi (il Primo Ministro Mario Draghi, "sempre sul pezzo"). Promossi anche i Ferragnez perché "parlano meglio di molti politici. Per quanto non è che ci voglia molto". 

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Un post condiviso da Chiara Ferragni ✨ (@chiaraferragni)

Il titolo del suo ultimo libro è "Basta dirlo". Quali sono secondo lei, nella comunicazione aziendale (ma anche in quella umana) i principali ostacoli che complicano questo, se vogliamo, semplice “dire”? 

I principali ostacoli sono l'incosapevolezza e l'ignoranza. In senso buono, ovviamente: ignoranza rispetto alle regole in base alle quali funziona il linguaggio. Tutti i giorni, nella vita privata e nel lavoro, vogliamo semplicemente essere gentili e fare il lmeglio...ma non ci hanno detto quali sono le parole giuste per farlo. Vogliamo essere gentili al telefono... e diciamo "scusa se ti disturbo, ti rubo cinque minuti", che fa soffrire l'interlocutore e offre di noi una immagine pessima. Consoliamo chi sta male dicendo "eh, anche a me è successo... vedrai che andrà tutto bene..." senza sapere che così facendo gli complichiamo la vita. E chiudiamo le email con "resto in attesa di un cortese riscontro". Inconsapevolezza totale.

In generale, nella sua opinione, i social hanno aiutato a migliorare la comunicazione (sempre aziendale, come tra le persone) o hanno contribuito a danneggiarla? 

Danni incalcolabili. La velocità di fruizione, unita alla distrazione complessiva, hanno fatto sì che la gente scriva a singulti, che si dimentichi la differenza fra una email aziendale e un commento a un post, che non si colleghi il cervello quando si scrive qualcosa.

Ci parli di IF Test, cos'è e perché lo offrite gratis? C'è sotto qualcosa?

IF test è un test che abbiamo inventato e progettato e che serve a misurare la nostra capacità di interagire con gli altri, partendo dal presupposto che altri indici come il QI ci dicono pochissimo al riguardo: puoi essere intelligente e non saperti presentare, o avere una vita sociale pessima. IF misura quello che val la pena misurare. Ed è gratis per tutti perché il nostro motto è "la conoscenza rende liberi" e noi, per politica, da anni, invece di investire in marketing, investiamo in corsi che regaliamo o, come in questo caso, in strumenti scientifici per il miglioramento personale.

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Un post condiviso da Giuseppe Conte (@giuseppeconte_ufficiale)

Ormai si sente dire spessissimo che la comunicazione dei Ferragnez sia decisamente migliore di quella dei politici italiani. È d’accordo? Da quanto sta vedendo finora, le sembra probabile che Chiara e Fedez si stiano preparando la strada per un futuro nella politica nostrana? 

Beh, sul fatto che sia migliore, direi che dipende dai punti di vista. Anche se, pensando a personaggi come Di Maio, Azzolina e Toninelli, direi che comunque sanno parlare meglio. Non che sia una grande impresa, comunque. Efficace, sicuramente. Non so se avranno un futuro politico... quel che so è che il livello attuale, e lo abbiamo appena visto, è talmente basso che peggio non potrebbero fare. Almeno, porterebbero un po' di stile in un mondo di grigiore assoluto.

Stiamo sulla comunicazione politica: Conte e Draghi a confronto. Chi vince? E come mai? L’errore più grossolano e, se c’è, il colpo di genio comunicativo.

Draghi, vince 100 a 0. Conte è pessimo, lo è sempre stato, sia per la scelta dei mezzi sui quali comunicava, sia per le castronerie dette durante il lockdown: vi ricordate "non abbiate paura, non cadrete nel baratro"? Lo sanno anche i bambini che negare un frame lo rinforza. La trovata del banchetto fuori da montecitorio, poi? Insomma, meglio glissare. Draghi, pazzesco, sempre sul pezzo, dalla recente gag al parlamento europeo con il suo "parlo inglese, se vuole traduco io" al modo di tacitare i giornalisti che fanno domande poco pertinenti, con sorriso e stile. Mi piace moltissimo. Parla e si muove davvero bene.

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Un post condiviso da Paolo Borzacchiello (@paolo.borzacchiello)

Molto spesso, la comunicazione social di brand e aziende, non importa se piccole o grandi, passa spesso attraverso i meme (e le relative wave). Pensa che sia una strategia vincente oppure una scelta che in qualche modo possa svilire il marchio che ne fa uso?

Di solito, non è una grande idea, ma dipende dal destinatario del messaggio. Visto che prima si parlava di artisti del mondo dello spettacolo, se vuoi comunicare a un fan di Fedez, il meme va bene. E' il suo mondo, è il suo linguaggio, probabilmente messaggi troppo complessi non arriverebbero a destinazione.

Chiudiamo con una domanda “personale”: c’è stato un momento in cui si è nato il suo amore per la comunicazione (il passaggio di uno spot in tv, una pubblicità alla radio, un aneddoto scolastico etc). Può raccontarcelo?

Ho balbettato per anni. E non sono stato capace di parlare con gli altri per anni. A scuola, era una sofferenza continua. Mi prendevano in giro, diventavo rosso, a volte perdevo pure i sensi. Una vitaccia. Con i primi lavori, poi, anche peggio: non ero proprio capace e prendevo solo porte in faccia. Un bel giorno, esasperato, ho chiesto un prestito in banca per partecipare a un corso sulla comunicazione in pubblico. ho visto il relatore e dopo un secondo ho deciso che sarei diventato il più bravo di tutti. non ho mai smesso, da allora, di studiare, praticare, fare di tutto per riuscirci. E chissà che un giorno...

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