All’alba dei giorno dei morti, Federico Lucia in arte Fedez e dal punto di vista commerciale il 50 % della Ferragnez Srl, ha sfornato un nuovo singolo, Morire morire. Quindi la prima notizia è che il nostro faccia ancora musica, oltre che essersi dato anima e tatuaggi all’imprenditoria digitale con deroghe a Instagram su ogni tiktokabile peto della sua vita. Dopo le polemiche (se va a far beneficenza in Lamborghini o a parlare di diritti LGBTQ+ in Rai, poco cambia) e l’ultimo disco, Paranoia Airlines, uscito a gennaio 2019 supportato da un merchandising d’assalto e dalla bruttezza come unico comune denominatore in tracklist (tant’è che ancora oggi, a googlarne il titolo, i pirmi due risultati utili suggeriti da Google sono “felpa” e “flop”), tutto ci potevamo aspettare meno che il nuovo inedito, Morire Morire, potesse in primo luogo esistere e poi giocare nel campionato delle cose che potrebbe valer la pena ascoltare. Eppure. Eppure Mr. Lucia ha tirato fuori una mina. Stupefatti e tuttora increduli, cerchiamo di analizzare le cause di questo redivivo prodigio.
Nel periodo della wave degli evil meme, evil Fedez be like: Chiara Ferragni spostati che c’ho da mettere in fila due rime come dico io. Ecco, l’assenza della leggerissimamente ingombrante mogliettina si fa sentire dando nuova linfa al marito che, finalmente libero, tira fuori un pezzo in cui lei non è presente nel video, lui non canta quanto la ama e adora, non sussiste alcun riferimento agli incantevoli figli della coppia. Fedez qui è solo. E vuole morire morire per una storia d’amore finita malissimo che lo vede, “come un figlio di puttana” cantare la dolce metà perduta e rimpiangere i tempi in cui “scopavano nei cessi” mentre sogna ancora ogni notte di “venirle dentro”. Praticamente Fedez per Halloween si è travestito da Marco Masini versione trap e ci ha regalato l’equivalente contemporaneo di Bella Stronza. Con buona pace del politically correct e una base dal tiro potentissimo e una credibilità che, figuriamoci, mai più avremmo potuto immaginare appartenergli.
Considerando, soprattutto, che i più espliciti riferimenti sessuali all’interno della sua produzione musicale, per quanto concerne i singoli pubblicati, fossero nell’ironica Bocciofili in associazione a delinquere con D’Argen D’Amico (da cui l’immortale verso: “Mettimi questi meloni in mano, fai come l’ortolano”) non ci aspettavamo che il maritino d’Italia scevro da ogni ironia si mettesse a fantasticare di animaleschi accoppiamenti sulla tavoletta del cesso di qualche localaccio sicuramente distante dal suo Bosco Verticale. Da Ken di Barbie che bighellona, griffatissimo, in compagnia di Orietta Berti ad arrapatissimo Uomo Tigre che ha voglia di rissa dentro e fuori dal ring. E chi ce lo doveva dire.
Morire morire anticipa il nuovo disco di Fedez, Disumano, in uscita il prossimo 26 novembre con una tracklist sterminata (20 pezzi) che oltre alle arcinote Meglio del cinema, Mille e Bella storia, conterrà altri sedici inediti su cui, a partire da queste premesse, ci sentiamo di poter ben sperare. Perfino il video di Morire morire risulta quantomeno inaspettato: Mr. Lucia, in completo fucsia, viene assalito da una folla di persone che, non importa se con microfoni, manganelli oppure con le mani, lo malmena senza posa fino a un tizio, travestito da sindaco, che gli urina sopra dopo il pestaggio. Infine, camicia di forza, barella e tiè, qualcuno lo accoltella. Per essere sicuri di farlo fuori, il video termina con il nostro nel mirino di una mezza dozzina di pistole laser pronte a sparargli in petto. Praticamente, una via crucis. Questa iconografia del Fedez santo martire, un Caravaggio á la Squid Game, risulta certo giusto un filo eccessiva ma resta un elemento del video migliore che Federico Lucia abbia mai tirato fuori dai tempi del sodalizio (bruscamente interrotto per motivi mai chiariti pubblicamente) con Rovazzi. L’intera operazione è credibile (come direbbe Manuel Agnelli con la sua inconfondibile “erre”) se fossimo al talent di Sky. E in effetti il nuovo corso di Mr. Lucia in quanto rapper ricorda un po’ gli esordi di Anastasio, vincitore di qualche X Factor fa poi caduto nel dimenticatoio come (quasi) tutti gli altri.
Non c’è spazio per l’ironia da comunista col Rolex, né per la bionda mogliettina, Rovazzi e J-Ax ormai l’hanno abbandonato ancora prima del disco precedente, niente messaggi sociali (grazie a Dio!). Solo una canzone d’amore (malato) che arriva come un pugno allo stomaco ma non ai timpani. A Fedez toccava dimostrare di essere qualcosa di più oltre al marituccio perfetto e al detonatore di ogni social-polemica possibile. Poteva farlo solamente tornando a mettere in pratica quello che è (...sarebbe?) il suo lavoro. Ci auguriamo che Mr. Lucia continui così. Altrimenti, smarchettasse pure smalti su Instagram per il resto dei suoi ricchissimi giorni che di rumore di fondo ce n’è già abbastanza. Al momento, comunque, la carriera musicale di Fedez è come lo zombie che comincia a tirar fuori la manina dal terreno dopo aver raschiato il feretro: potrebbe anche non morire morire. A differenza dell'ossessione per il politically correct perché se ha cominciato a passare di moda in casa Ferragnez, può essere la volta buona che la sotterriamo pure noi comuni mortali. Una prece.