Giuseppe Cruciani non è solo re della radio, un irregolare che con La Zanzara su Radio24 ha fatto l’equivalente di chi porta giornaletti porno in Vaticano. Ha inventato un genere, interamente basato sulla mescolanza di odio e amore suscitato in chiunque lo ascolti. Si spinge dove gli altri non arrivano, ma il suo successo è dovuto al fatto che non lo fa per esibizionismo. Le spara grosse, ma col tempo ha finito per crederci. La grande forza di Giuseppe Cruciani è che non puoi evitare di provare sentimenti per lui, odio o amore che sia: l’indifferenza è irraggiungibile.
Moreno Pisto l’ha intervistato per il MotoFestival, e lo ha fatto anche se “Le moto non mi piacciono, non sono appassionato. Se una fa la barista o la motociclista non me ne frega un cazzo, stessa cosa”.
Il suo libro “Nudi - il Sesso degli Italiani” (La Nave di Teseo, 476p.) è una raccolta di interviste, racconti e riflessioni con il fine ultimo di sdoganare gli appetiti sessuali più nascosti del nostro paese: “La fedeltà nel mondo moderno è costruita su di un rapporto monogamico e fedele, che va però contro la natura umana, questa è la prima cosa: la fedeltà non è naturale - racconta Cruciani- Poi la società ha cambiato le cose. Il mio obiettivo non è quello di normalizzare il sesso, se non c’è del proibito non ci piace, per carità. Ma perché uno non può raccontare quello che gli pare senza scatenare un putiferio?”
Tra le oltre quattrocento pagine che vanno a comporre il libro, il “Crux” è convinto che il tabù maggiormente radicato nella cultura di oggi sia lo scambismo, mentre fino a dieci anni fa era la prostituzione. Anche per questo La Zanzara ha contattato più volte Carlo Pernat, che le sue vicende le ha raccontate più volte in radio, giungendo alla conclusione che “con quello che ho speso a donne avrei potuto comprare una villetta al mare”.
Secondo Cruciani la gelosia è pericolosissima, ed è per questo che lo scambismo funziona nei rapporti duraturi: “Se uno dei due nella coppia fa sesso con qualcun altro bisogna esorcizzare, vivere sempre meno il senso del possesso - ha raccontato in diretta al MotoFestival -Il senso del possesso porta a brutte cose, perché la nostra cultura (non solo cattolica) ti fa pensare che il corpo del partner è tuo, ma la verità è che ognuno ha il suo. Questa cosa del possesso porta a scompensi pazzeschi: io non dico che questo porti agli omicidi, per carità, ma certi crimini arrivano proprio da questo”.
Il tutto viene raccontato sempre con un tono analitico, quasi distaccato, stessa linea che si ritrova nel libro. Ed è lì che il conduttore riesce nel suo scopo ultimo, quello di raccontare cose inconcepibili per la maggior parte di noi con la leggerezza di una ballerina.
Su Selvaggia Lucarelli, con cui ha avuto una relazione, Cruciani è semplicemente irremovibile: “di quella persona non parlo, non dirò mai nulla. Al contrario di quanto ha fatto lei.”
Poi racconta delle sue storie, “tre o quattro al massimo, ma sono stato sposato per nove anni”, di come ha scoperto le sue perversioni “prima dei quarant’anni non ero così fantasioso, poi col tempo mi sono incuriosito” e della nascita della Zanzara.
Infine, chiude parlando del futuro del suo programma radiofonico: “Intanto vorrei che sulla lapide ci fosse scritto ‘condusse, costruì e ideò la trasmissione più folle d’Italia.’ - e poi prosegue - “lo spirito della Zanzara spero non finirà mai. Si può cambiare il luogo fisico in cui uno fa le cose, ma lo spirito no. Poi si può cambiare network, oppure media. Lo spirito nostro, mio, di David e delle altre persone che lavorano con noi spero che non cambi. L’importante è che ci sia la libertà. Ho avuto sempre paura di trovare persone che non mi avrebbero dato libertà di espressione. Da me non c’è musica, c’è sporcizia. Non voglio rispondere a degli ordini di scuderia, invece Confindustria paradossalmente è un posto anarchico, l’unico posto anarchico.”
In tutto questo l’unica verità è che non si può condannare un uomo che vive in quello che crede, ma soprattutto che vive in direzione ostinata e contraria, perché è una gran fatica. Cruciani è un personaggio perfetto per La Città Vecchia di Fabrizio de André.
“Nei quartieri dove il sole del buon Dio
Non da i suoi raggi
Ha già troppi impegni per scaldar la gente
D'altri paraggi
Una bimba canta la canzone antica
Della donnaccia
Quel che ancor non sai tu lo imparerai
Solo qui fra le mie braccia”
Trovate il video dell’intervista completa su MotoFestival.it e sui nostri canali social.
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