Silenzio. La sirena di un’ambulanza fende l’aria immobile fuori dalla finestra, il dirimpettaio 50enne, amante del fitness, scende in giardino ad allenare i suoi muscoli spossati dall’inazione casalinga, il ragazzo del balcone a sinistra intona Live forever, puntuale come Borrelli, ogni sera alle 18.
Qua a Milano, i miei coinquilini sono andati via a febbraio, e ogni giorno è sembrato uguale a quello prima e a quello precedente ancora. Stare chiusi in casa è un’arte complessa e a niente sono servite le promesse di ritorno in strada, come di una fuga in grande stile verso la libertà, che qualcuno, troppo ottimista, ha auspicato potesse avere il via da un momento all’altro. I mesi della quarantena sono stati un incubo lucido che ho osservato con discrezione, tentando ogni passatempo che potesse distogliermi da una routine quotidiana immobile e a tratti quasi imbecille.
Per fortuna la tecnologia ci ha permesso di interagire con chi volessimo, ovviamente a chilometrica distanza di sicurezza, e soprattutto liberi da mascherina e guanti in lattice. Ma è proprio a furia di vivere iperconnessi con i nostri congiunti che abbiamo finito per abituarci anche alla bassa risoluzione delle bande contingentate, allo schermo sgranato e sfocato delle dirette di Instagram, al 4k-non-più-4K dei vari Netflix e Prime Video, in precedenza fin troppo distanti da noi, gente ora perennemente in pigiama, pronta per la prossima conference call.
È in questo trionfo delle imperfezioni che mi sono accorto di un fenomeno interessante: la quarantena, da gabbia che era, si è trasformata in un’occasione d’oro per astri nascenti della trap romana. La struttura piramidale che da Sfera Ebbasta si irradia sempre uguale fino alle più basse leve della scala gerarchica artistica, sembra essersi ribaltata ed aver assunto tutt’altra forma: i numeri macinati nelle dirette social della nuova scuola sono altissimi, costanti, forse come non mai.
Sono quattro i personaggi che hanno segnato indelebilmente queste settimane, allietando le mie giornate chiuso in casa. A cominciare dal nuovo astro nascente tra i meme nostrani, quel 1727wrldstar che ha ormai conquistato la ribalta anche dei media mainstream, al grido di: "Ho preso il muro fratellì".
1727wrldstar, il re delle dirette
Signore e signori, giù il cappello per il re di questi mesi, l’unico e inimitabile 1727wrldstar. Prima di diventare il meme numero 1 della quarantena con il video del suo schianto contro un muro, Algero, così il nome all’anagrafe, era già riuscito a conquistare un pubblico vastissimo (ad oggi vanta circa 145k follower su Instagram ma è ormai atterrato anche su Twitch e non sappiamo ancora che piega prenderanno le cose in futuro). Tutte le sere alle 22.30, puntuale come un orologio svizzero, 1727 dà vita al suo teatro virtuale, dove personaggi incredibili, selezionati a caso dalla chat, lo sfidano a duelli all’ultimo sangue, un ring virtuale degno del miglior show WWE capace di raggiungere ben 20k spettatori in live, numeri da capogiro, degni dei più grandi influencer nostrani.
1727 rovescia il paradigma “I used to be more gangster before Instagram”, riuscendo a catalizzare l’attenzione di tutti solo sulle sue dirette. Se in un primo momento, alcuni si chiedevano cosa sarebbe accaduto a fine quarantena, poi, quello spettacolo così veloce e succulento ha cominciato a soddisfare pienamente il pubblico degli aficionados divenendo un format fisso.
Il Parental Advisory in basso, nelle sue dirette, avverte del linguaggio esplicito usato e dell’assoluta mancanza di violenza: tutto vive solo per lo spettacolo. E questo 1727 lo sa, educando sinceramente, e senza peli sulla lingua, i suoi fan a questa nuova forma d’arte.
Non è possibile, a questo proposito, non citare le due dirette che hanno visto coinvolto il Brasile (personaggio mitologico a metà tra criminalità, scena rap e La Zanzara, alla ribalta di recente anche per essersi quasi picchiato con Vauro in una puntata di Dritto e Rovescio, ndr). Ad oggi, i due sembrano aver chiuso i rapporti, ma questi video (quello in testa all'articolo e quello qui sopra) rimangono archiviati nell’internet a futura memoria e non possono non essere apprezzati per la loro immensità.
Ski e Wok, una lingua meravigliosa
Seppure meno legati alla forma della diretta, Ski e Wok rappresentano un’assoluta novità in questa trap da quarantena: innanzitutto sono stati in grado di riabilitare il profilo di coppia, relegato nel limbo del timore dell’infedeltà, ma soprattutto, sono riusciti nel difficilissimo compito di svecchiare il vocabolario trappista con sole due parole: FARESHI e DONDURE, italianizzazioni delle espressioni anglofone “Fuck this shit” e “Don’t do that”. Il lavoro sulla parola del duo nueve nueve classe '99 rimane una delle cose che ci porteremo dietro a lungo: era dai tempi del Bufu della prima Dark Polo, o dai Canti Orfici di Dino Campana, fa lo stesso, che non assistevamo a un tale stravolgimento delle regole fonetiche e morfologiche della nostra lingua. Ovviamente, questo fa sorgere spesso problemi di incomprensione, specie con i meno esperti.
PaPa, il creatore primo del format
A livello cronologico, è stato il PaPa a dare avvio alle danze. Ceo della Pa Pa Corps, già noto su Instagram anche per via del suo vecchio rapporto con Gallagher e per l’amicizia con il Brasile, ogni pomeriggio, invita i follower a sintonizzarsi sulle sue reti, dove affronta e scandaglia a fondo con ospiti speciali, le questioni più avvincenti accadute nel panorama politico e locale. Allenamenti e buoni consigli per i più giovani si alternano nelle sue dirette, ogni tanto arriva qualcuno che riesce a sparigliare le carte involontariamente. Fra questi, particolare menzione merita Dodo Bandito, protagonista di un primo velato scontro verbale con il nostro, che si chiuderà con un chiarimento nella stanza social del Brasiles. Qui uno stralcio dell’accaduto, già un pezzo d’antologia su youtube.
Insomma, se Netflix vi ha stancato, forse è arrivato il momento di cambiare canale.