image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Il bambino "grasso" della fabbrica
di cioccolato dovrà essere
chiamato "enorme".
Lo ordina la cancel culture!

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

21 febbraio 2023

Il bambino "grasso" della fabbrica di cioccolato dovrà essere chiamato "enorme". Lo ordina la cancel culture!
La nuova edizione in inglese dell'opera di Roald Dahl verrà riscritta e manomessa per evitare termini e contenuti reputati politicamente scorretti. "Grasso" diventa "enorme", "brutta e bestiale" diventa solo "bestiale". Intanto gli amanti della letteratura piangono e l'ideologia woke continua a fare danni

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

La storia è più o meno questa. Roald Dahl non sarebbe abbastanza politicamente corretto per chi non lo legge. Sì, perché sembra difficile pensare che l’operazione di manomissione dell’intera opera di uno dei più importanti scrittori di formazione del Novecento, sia stata pensata da chi Roald Dahl lo legge. Da chi ha, per dire, letto La fabbrica di cioccolato o Le streghe. La storia è più o meno questa. Gente totalmente disinteressata alla cultura e più incline agli applausi del mercato (che crede di svoltare a sinistra, ma in realtà torna solo indietro) vuole correggere, editare e, soprattutto riscrivere dei classici. No, non è un’esagerazione. Sembra che l’edizione in lingua inglese non subirà solo dei ritocchi, ma verrà inquinata da frasi uscite dalla mente (brillante?) dei nuovi curatori, o chi per loro. Frasi non presenti nel testo originale. Per intenderci, non troverete più “grasso”, bensì “enorme”. Non troverete più “brutta e bestiale” per la signora Twits, del piccolo capolavoro Gli sporcelli, ma solo “bestiale”. Altrimenti è body shaming?

Roald Dahl
Roald Dahl

Le motivazioni fornite dalla Roald Dahl Story Company non sembrano molto convincenti: l’idea è che per continuare a rendere apprezzabili le storie di uno scrittore morto circa trent’anni fa, ci sia bisogno di rivederne il linguaggio. Un po’ come dire che per apprezzare Dante oggi, si debba sciacquarlo nell’Arno dell’analfabetismo di ritorno, onde evitare di mettere davanti ai ragazzi un capolavoro che per parlare di ebrei parla di “giudei”, per parlare di omosessuali parla di “sodomiti”. Ma il bello ancora deve arrivare. Ne Le streghe, le megere sono pelate sotto la parrucca. Bene, subito dopo la descrizione, si può leggere questo: «Ci sono molte altre ragioni per cui le donne potrebbero indossare parrucche e non c'è certamente niente di sbagliato in questo». Sembra che, più che rinnovare il linguaggio, gli eredi e la Roald Dahl Story Company non vogliano fare innervosire Will Smith e sua moglie, che soffre di alopecia. D’altronde lo diceva anche Gigi Proietti: “Ar cavaliere nero non je devi cacà er cazzo”.

Will Smith e lo schiaffo a Chris Rock per una battuta sull'alopecia della moglie
Will Smith e lo schiaffo a Chris Rock per una battuta sull'alopecia della moglie

Il problema è più profondo di quanto si possa credere. Chi ha paura delle parole, ha paura dei concetti. E chi ha paura dei concetti ha paura di tutto, del collante della nostra società, del momento in cui le emozioni iniziano a essere comprese abbastanza da parlarne, della conoscenza, del dialogo, della democrazia. L’approccio ideologico alla riflessione sulla lingua, sta grattando via tutto ciò che la lingua ha sempre avuto da offrirci. Non vorrei mai che una Roald Dahl Story Company nostrana finisse per caso davanti alla sezione del classici, notasse il Decameron e decidesse di ripulirlo. Non vi rimarrebbe nulla. Le cause di questo atteggiamento non sono però tutte politiche. Il problema è che abbiamo smesso di leggere. Anzi, non sappiamo più leggere. Crediamo che la lettura debba essere sempre formativa, e così la musica o l’arte. Chissà perché non si dice mai una cosa simile della danza. Lei (o lui, per carità) può ballare sul palco leggera, senza il peso di dover insegnare qualcosa a qualcuno (forse ad amare, forse la bellezza, ma certo non la rettitudine morale). Invece da un romanzo pretendiamo tutto. Non solo quello che, di suo, parte con l’offrirci (perché anche il più scalmanato degli scrittori ci lascia pescare dai suoi libri un paio di insegnamenti), ma anche quello che noi vorremmo ci impartisse. Una lingua pulitina, piattezza stilistica, content warning, spiegoni, note nel testo, puntualizzazioni, chiarimenti. Una lettura fatta di assenza di ritmo. Se ci sono due attributi (“brutta e bestiale”, per esempio), ci sarà un motivo, no? O gli eredi di Dahl sono scrittori migliori di Dahl stesso?

Il personaggio Augustus Gloop de La fabbrica di cioccolato
Il personaggio Augustus Gloop de La fabbrica di cioccolato

Tag

  • Cancel Culture
  • Letteratura

Top Stories

  • Siamo stati al concerto di Ed Sheeran allo Stadio Olimpico di Roma, ma com'è stato? Zero ballerini o braccialetti. Solo lui, autentico, con le chitarre e plettri giganti come schermo. E Ultimo come ospite...

    di Angela Russo

    Siamo stati al concerto di Ed Sheeran allo Stadio Olimpico di Roma, ma com'è stato? Zero ballerini o braccialetti. Solo lui, autentico, con le chitarre e plettri giganti come schermo. E Ultimo come ospite...
  • Siamo stati al concerto dei Modà a San Siro, ma com'è stato? Un live che zittisce chi li considera "finiti". E se pensate che siano solo nostalgia per cinquantenni non avete capito un caz*o e vi spieghiamo perché…

    di Benedetta Minoliti

    Siamo stati al concerto dei Modà a San Siro, ma com'è stato? Un live che zittisce chi li considera "finiti". E se pensate che siano solo nostalgia per cinquantenni non avete capito un caz*o e vi spieghiamo perché…
  • Siamo stati al concerto di Cesare Cremonini a San Siro, ma com’è stato? Uno spettacolo incredibile, da Luca Carboni a Valentino Rossi sul palco. La formula del suo successo? Forse l’abbiamo capita e vi spieghiamo qual è…

    di Benedetta Minoliti

    Siamo stati al concerto di Cesare Cremonini a San Siro, ma com’è stato? Uno spettacolo incredibile, da Luca Carboni a Valentino Rossi sul palco. La formula del suo successo? Forse l’abbiamo capita e vi spieghiamo qual è…
  • W IL LESBO PATRIARCATO! Elodie si inginocchia a Gianna Nannini che le strizza le tette: a San Siro si consuma l'addio al femminismo, facciamo largo al clitoride rock? [VIDEO]

    di Ottavio Cappellani

    W IL LESBO PATRIARCATO! Elodie si inginocchia a Gianna Nannini che le strizza le tette: a San Siro si consuma l'addio al femminismo, facciamo largo al clitoride rock? [VIDEO]
  • Siamo stati al concerto di Luciano Ligabue alla RCF Arena (Campovolo), ma com’è stato? Un sogno molto vicino alla realtà. Tre ore di live, centomila persone e una festa gigantesca per "La notte di certe notti"...

    di Emiliano Raffo

    Siamo stati al concerto di Luciano Ligabue alla RCF Arena (Campovolo), ma com’è stato? Un sogno molto vicino alla realtà. Tre ore di live, centomila persone e una festa gigantesca per "La notte di certe notti"...
  • Ma quanto sono cringe Andrea Bocelli e Jannik Sinner con “Polvere e gloria”? Blanco odia l’estate con “Maledetta rabbia”, l’American Heart di Benson Boone e Dargen D’Amico… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio e il peggio dei singoli del venerdì

    di Benedetta Minoliti

    Ma quanto sono cringe Andrea Bocelli e Jannik Sinner con “Polvere e gloria”? Blanco odia l’estate con “Maledetta rabbia”, l’American Heart di Benson Boone e Dargen D’Amico… Abbiamo ascoltato (e recensito) il meglio e il peggio dei singoli del venerdì

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

La rivendicazione della fragilità secondo Francesca Michielin

di Giulia Toninelli

La rivendicazione della fragilità secondo Francesca Michielin
Next Next

La rivendicazione della fragilità secondo Francesca Michielin

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy