La saga delle saghe è tornata. Dopo tre stagioni che hanno tenuto incollati milioni di spettatori davanti allo schermo, L'Amica Geniale arriva al capitolo finale. L'adattamento televisivo del quarto e ultimo libro della tetralogia di Elena Ferrante, Storia della Bambina Perduta, si è finalmente affacciato su Rai Uno, pronto a chiudere una delle storie più amate del panorama televisivo italiano e internazionale. Ma se da una parte la narrazione si intensifica, dall'altra ci sono delle ombre che lasciano l'amaro in bocca gli spettatori. Partiamo proprio dal cambio più atteso e discusso: Alba Rohrwacher nel ruolo di Lenù adulta.
Era il segreto di Pulcinella. La Rohrwacher, fin dall’inizio voce narrante della saga, era destinata a prendere il ruolo di Elena Greco nella fase matura della sua vita. Tuttavia, il cambio di attrice dal volto fresco e naturale di Margherita Mazzucco ha suscitato qualche critica. Nonostante la bravura della Rohrwacher, la sua Lenù sembra distaccata, quasi fredda, mancando quella carica emotiva che ci aveva legati al personaggio nelle stagioni precedenti. Un altro problema evidente è l’accento. L'interprete non riesce a replicare la naturalezza napoletana, il suo tono sembra forzato, spezzando la connessione empatica con il pubblico.
Ma se Alba non riesce a convincere del tutto, il resto del cast brilla di luce propria. Irene Maiorino, che prende il posto di Gaia Girace come Lila, è una forza della natura. Anche se appare marginalmente nei primi episodi, la sua presenza è così intensa da rubare la scena in poche battute. La sua versione adulta, in perfetta continuazione con Gaia Girace, è al tempo stesso vulnerabile, forte, indipendente, ma anche tormentata.
Poi c'è Fabrizio Gifuni, nel ruolo di Nino Sarratore, l'amante tossico che continua a manipolare Elena con il suo fascino velenoso. Gifuni è impeccabile: il suo Sarratore è odioso al punto giusto, un bugiardo manipolatore che non riesce mai a redimersi. È un personaggio che si ama odiare, e l'interprete sa come tenere il pubblico in sospeso tra il disgusto e il fascino.
Un'altra menzione d'onore va ad Anna Rita Vitolo, nei panni della madre di Lenù, Immacolata. Sin dalle prime stagioni, la Vitolo è una delle colonne portanti del cast. E anche in queste scene iniziali non è da meno, mostrando una madre spezzata tra l'amore per la figlia e il desiderio di riportarla alla ragione.
Emerge poi in questa fase Franco Mari, interpretato magistralmente da Stefano Dionisi. Franco è l'amore di gioventù di Elena, un uomo spezzato dalla vita. La sua storia si sviluppa nel secondo episodio, quando Lenù, dopo aver scoperto le bugie di Nino, si rifugia a Milano con le figlie. Qui, Franco diventa il suo confidente, l’unico a darle una prospettiva disincantata sulla vita. “Se vuoi più bene a lui (a Sarratore ndr) che a te, allora accettalo così com'è, con tutte le porcherie di cui è capace”, le dice in una delle scene più toccanti. Ma il suo epilogo è tragico: incapace di affrontare i propri demoni, Franco si toglie la vita, lasciando Lenù a fare i conti con un altro fallimento emotivo.
La serie si avvia verso un finale - che gli appassionati conoscono bene -ancora più cupo e drammatico delle stagioni precedenti: la relazione tra Lenù e Lila, che ha sempre oscillato tra amore e odio, è destinata a concludersi in modo struggente. Il ritorno al rione di Napoli sarà l’occasione per entrambe di confrontarsi con i fantasmi del passato, ma anche per cercare, forse invano, un po' di pace.